mercoledì 2 maggio 2018

pc 2 maggio - VERSO I PRESIDI DEL 4 MAGGIO - LE CONCLUSIONI DELL'ASSEMBLEA ALLA MENSA OCCUPATA SU CARCERI, REPRESSIONE/41BIS NADIA LIOCE

Pubblichiamo alcune conclusioni delle compagne di Mensa Occupata dell'assemblea del 19 aprile. 

Il 4 maggio ricordiamo che in occasione del processo a Nadia Lioce per la battitura, vi saranno presidi a L'Aquila e in contemporanea in tante città. Ne elenchiamo alcune:

A TARANTO - A PALERMO - A RAVENNA vi saranno presidi e iniziative al Tribunale
A BERGAMO si terrà un presidio dalle ore 12.30 alle ore 14.30 presso il piazzale degli alpini (lato stazione) a Bergamo. 

A L'AQUILA saranno presenti anche rappresentanti del Mfpr e Srp da Milano e da Taranto.

Sull'assemblea di Napoli abbiamo raccolto in un opuscolo tutti gli interventi. Per richiederlo: mfpr.naz@gmail.com

DALLE CONCLUSIONI DELLE COMPAGNE DI MENSA OCCUPATA

Durante questa iniziativa sono state dette veramente tantissime cose, tutte estremamente molto interessanti. 
Sulle carceri, il problema del sovraffollamento è uno dei problemi che maggiormente vengono vissuti
dai detenuti. Poggioreale è l'emblema del carcere qui in Campania, in quanto come diceva Pietro la capienza del carcere è di 1500 detenuti, in realtà ce ne sono 3000, in condizioni inumane, in una cella di 3 metri per 3, senza acqua calda, con i topi che ti camminano sul letto, in condizioni sanitarie inesistenti. Molti ci hanno raccontato proprio che il problema più sentito a Poggioreale è la sanità; molti di loro con malattie anche terminali vengono lasciati marcire in carcere, morire in carcere, senza la possibilità neanche di tornare dalle proprie famiglie in punto di morte. Questa è la verità! Contro questa realtà i detenuti lottano in tutte le carceri, con scioperi della fame, come quelli che ci sono stati in questi mesi quando abbiamo organizzato i presidi, o attraverso delle battiture. 
Ed è proprio per delle battiture che da diversi mesi ormai si sta svolgendo questo processo, ancora una volta a carico della compagna Nadia Lioce. È difficile aggiungere qualcosa alle parole di Nadia.
Rispetto alla questione delle perquisizioni, proprio Pietro ci parlava di come vengono effettuate, della disumanizzazione. I detenuti vengono denudati deprivati della loro intimità, della loro affettività, non hanno più alcun diritto sul proprio corpo. E’ uno di quei tanti soprusi che vengono all'interno delle carceri. 
E vorrei aggiungere un piccolo inciso rispetto alle detenute donne: una volta entrate in carcere, una delle prime cose che succede è la totale assenza del ciclo, vengono deprivate della propria femminilità, del proprio corpo, dell'affettività. Queste sono cose di cui spesso non si parla ma tutto questo fa parte di questo mostro che è il carcere e contro cui dobbiamo lottare perché è veramente disumano. Non ci sono altre parole e tutto ciò diventa veramente estremo quando queste persone sono recluse in 41 bis.

L’obiettivo di questo genere di assemblee, iniziative è proprio quello di unire le varie voci, le varie realtà, che subiscono quotidianamente la repressione. Noi parliamo fondamentalmente di repressione a 360°: Si parla di repressione nell’assemblea dell’hacklab dove da anni si occupano per esempio di una repressione che ha un aspetto più prettamente informatico. Si parla di repressione anche con delle iniziative di piazza, magari organizzate dalle palestre popolari, che sono fondamentalmente delle iniziative di riappropriazione di spazi, che quotidianamente provano a sottrarci, ecc. iniziative contro un sistema che a 360° prova a reprimere quotidianamente, per arrivare poi alla questione carceraria, che, come si è detto più volte è l’apice di questo sistema repressivo. E anche in questo caso l’intento è sempre quello di unire le varie lotte, unire le lotte dei compagni, come Nadia Lioce, che possono un esempio estremamente importante, non soltanto per i compagni che si trovano in carcere e per i compagni che si trovano fuori, ma un esempio a non fermarsi davanti alle difficoltà mai, perché per l’appunto, come notava lo stesso Pietro prima, lei non si ferma davanti a niente, l’unico modo per fermarla sarebbe ammazzarla, ma fortunatamente lei continua a combattere, quindi è un esempio molto importante anche per quei detenuti che vengono definiti comuni, che però sono comunque vittime di una repressione che fondamentalmente è politica perché è una repressione di classe, la repressione di una classe su un’altra detto molto semplicemente.

Quindi concludo ringraziando tutte le varie realtà che sono intervenute stasera, che magari in altre circostanze non si sarebbero mai ritrovate allo stesso tavolo a discutere di queste tematiche, che invece al contrario ci uniscono. Quindi ringraziamo tutti per il contributo che hanno dato, che è importantissimo.

Concludo ricordando i vari appuntamenti che ci sono e che servono a continuare a portare avanti questo tipo di ragionamento.
Il 4 maggio, giorno ci sarà l’udienza per Nadia Lioce, e ci saranno iniziative in tutta Italia, oltre che fuori il tribunale dell’Aquila; e poi infine il 10 maggio, giornata durante la quale faremo un presidio fuori dal carcere di Poggioreale, per denunciare fondamentalmente gli abusi della cella zero e per sostenere i detenuti che continuano a vivere quotidianamente quella realtà.

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