Una bella giornata di unità e lotta del coordinamento dei lavoratori della logistica dello Slai Cobas sdc
Presenti circa 100 operai
del polo logistico LDD di Trezzo- del polo logistico SMA/Simply di
Chiari e della RVP di Opera hanno dato vita ad una iniziativa
articolata e hanno scelto e deciso di intrecciare e sostenersi reciprocamente nelle lotte specifiche perchè una è la lotta, una la classe.
3 le vertenze messe in campo all’interno della parola
d’ordine “se toccano uno toccano tutti” facendo un ulteriore
passo avanti per l’unità d’azione per vincere nelle singole
vertenze.
A partire dalle 9 di
stamani, via via che arrivavano i lavoratori, il presidio sotto la
Prefettura di Milano ha aperto la giornata di mobilitazione: ovvero
raggiungere il primo obiettivo – quello di imporre un incontro col
Prefetto - attraverso una lenta, ma decisa, avanzata verso l’ingresso
del Palazzo e con un incisivo comizio/megafonaggio del dirigente di
queste lotte che ha ribadito che la lotta per il lavoro e contro
lo schiavismo a Trezzo non è finita; che ha denunciato il ruolo dei
sindacati confederali, in particolare della Cgil, non più
dei sindacati ma garanti degli interessi delle cooperative; che ha posto chiaramente che la
prefettura non può lavarsi le mani di fronte all’illegalità e
illegittimità delle cooperative nei fittizi cambi appalto; per
finire con la denuncia della vile aggressione squadrista del 4 aprile. Ma la novità
principale gridata al megafono è stato il fatto di dire che i
lavoratori di Trezzo non sono soli e che lì davanti vi erano tre "problemi" per Prefettura e padroni delle cooperative.
Questo ha fatto sì che un
funzionario è venuto verso i lavoratori comunicando che il Prefetto
era disposto a ricevere una delegazione e che in “cambio” veniva
chiesto di spostare il presidio e non usare il megafono. Raggiunta la
mediazione la delegazione è entrata. Al delegato del Prefetto sono
state poste tre questioni: 1) che l’accordo per il lavoro a Trezzo
c’è ed è quello che le cooperative hanno fatto saltare all’ultimo
minuto il 3 aprile e quindi il Prefetto si doveva far carico di
convocare appaltanti e cooperative per firmare un'accordo che salvaguardi i posti di lavoro; 2) che si faccia luce sull’attacco squadrista del 4 aprile che ha visto i lavoratori in presidio alla piattaforma LDD di Trezzo, attaccati a colpi di spranghe e bastoni, da una squadraccia di picchiatori usciti dal magazzino stesso; 3) l'apertura di un tavolo regionale per porre fine alle logiche dei cambi appalto che consentono alle cooperative di lasciare a casa i lavoratori, in particolare quelli sindacalizzati e che hanno ottenuto condizioni di lavoro più dignitose, assumendo manodopera con minori diritti al limite dello schiavismo e facendoli lavorare 12/14 ore al giorno, a fronte del fatto che questo settore non è in crisi e il lavoro c’è per tutti.
Dopo questa prima
iniziativa i lavoratori in maniera compatta si sono spostati verso la
sede della cooperativa Futura per la quale lavorano gli operai
dell’appalto Sma di Chiari. Qui l’obiettivo era dare la risposta
al trasferimento di due lavoratori che si erano iscritti con noi, insieme ad altre questioni: il ricorso a contratti illegittimi e trattamenti vessatori verso i lavoratori compresa una falsa dimissione, imposta, di un lavoratore, i turni che rendono particolarmente difficile la vita ai lavoratori. Questa iniziativa è stata anticipata dallo sciopero per l'intera giornata di oggi a cui hanno aderito 37
lavoratori che poi sono venuti a Milano. Il modo di presentare le
richieste ha intimidito i responsabili della cooperativa che si sono
chiusi dentro facendo finta di non esserci. Tutto questo sino
all’arrivo della digos che “miracolosamente” li ha fatti
riapparire. Una delegazione è stata ricevuta e quando ha chiesto il
ritiro dei trasferimenti, ricevendo una negazione, è uscita immediatamente e convocato l'assemblea per decidere il proseguio della lotta.
Il terzo obiettivo è
stato mandare un segnale alla cooperativa metalmeccanica, RVP di
Opera, andando davanti l’azienda, contro due provvedimenti, una sospensione e un licenziamento, a due degli operai iscrittisi allo slai cobas per il sindacato di classe. La cosa bella di questa parte della giornata di mobilitazione
oltre l’adesione totale degli iscritti allo sciopero è stato
percorrere l’ultimo chilometro con l’operaio licenziato che ha impugnato la bandiera e così ha raggiunto la fabbrica. Qui si è
improvvisato un comizio senza megafono per far sentire ai padroni che
i lavoratori non solo non si sono lasciati intimidire ma che andranno
fino in fondo per ottenere il ritiro dei provvedimenti e i loro
diritti; che il sindacato che li rappresenta c’è e gli farà
vedere di che pasta è fatto; ma che principalmente gli operai
della RVP non solo soli ma sono una cosa sola con i lavoratori
del coordinamento delle logistiche.
Sia nella mattinata che
ad Opera la mobilitazione ha ottenuto l’attenzione di alcuni media,
come Radio Popolare e Il Giorno.
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