martedì 7 settembre 2010

pc quotidiano 7-8 settembre - Il nuovo patto sociale e i suoi corifei



" Serve un nuovo patto tra capitale e lavoro per rilanciare l'economia italiana ".
Non lo ha detto solo Fini a Mirabello.
Un altro esempio tra tanti è dato dall'intervista del segretario della CGIL di Bologna, Danilo Gruppi, sulle pagine regionali del Corriere della Sera (1 settembre):
"Gruppi, Marchionne ha agitato le sue vacanze?
«Marchionne ha sollevato un tema rilevante e il sindacato non si deve chiudere sulla difensiva».
Cosa vuole dire?
«È vero, per esempio, che 430 contratti nazionali sono troppi. Ne basterebbero dieci che definiscono le regole, poi la contrattazione si fa al secondo livello. Vede, concettualmente non dico cose molto diverse da quelle di Marchionne».
Non mi dirà che è d’accordo su tutto?
«Per noi è inaccettabile l’idea che quello tra lavoro e impresa sia solo un rapporto di forza. Quella
dialettica è naturale, a noi sta il compito di civilizzarla. Io penso vi sia una grossa questione che
riguarda produttività e competitività, ma il problema va preso per il verso giusto».
Anche qui teme un effetto Marchionne?
«Sinceramente gli imprenditori bolognesi con Marchionne c’entrano come i cavoli a merenda. Qui abbiamo la possibilità di sperimentare nuove modalità di relazione».
Ci faccia capire.
«Puntiamo su prodotti con un grande valore aggiunto, guardiamo all’industria tedesca. Nella
contrattazione discutiamo di previdenza complementare e assistenza sanitaria. Questa è una sfida sia per noi che per le imprese. Gli imprenditori bolognesi non sono mai stati dei barbari sanguinari. Negli anni ’70 sono stati i sindacati a fare l’accordo per i due turni in fabbrica. Poi c’era la buona politica, che ci metteva le infrastrutture».

Ogni giorno ci ripetono lo stesso, identico, fuoco di fila tutti i politici, dalla maggioranza che sostiene il governo Berlusconi e dai suoi ministri, fino all'opposizione del Pd (con Damiano che vuole fare "digerire" l'accordo di Pomigliano alla Fiom), e dalla Confindustria di Marcegaglia-Marchionne fino ai confederali tutti, Cgil compresa. Cioè tutto il sistema, politico ed economico, ci sta dicendo ogni giorno che vuole il fascismo, adeguato all'oggi, ma pur sempre di fascismo si tratta, con la dittatura e la sottomissione degli operai al comando padronale nelle fabbriche portati a modello nella politica, nelle idee che penetrano nella società, con lo stato di polizia, con la riforma dello Stato con al centro la liquidazione della Costituzione e la centralizzazione dei poteri.
Si tratta di moderno fascismo, una forma particolare di guerra di classe, non si tratta di mettere fine ad una "casta" in nome di un parlamento "pulito" come vuole la piccola borghesia "viola", nè
tantomeno di dare il voto all'ex sinistra parlamentare che si presenta alla sfida della guerra di classe con le richieste di più welfare, più intervento pubblico, green economy e via cantando perchè mon fa altro che balbettare le frasi dei padroni sulla crisi e non è in grado di guardare con gli occhi di Marx a tutto questo processo. La loro soluzione contro la crisi è il solito, vecchio programma da realizzare da parte di un "nuovo" governo di centrosinistra.
Vogliono usare la manifestazione dei metalmeccanici del 16 ottobre a sostegno del governo del nuovo Ulivo e così, di fatto, aiutano i padroni nella marcia al moderno fascismo. Continuano a non comprendere la posta in gioco messa sul terreno dalla linea Marchionne e dal governo Berlusconi, costruiscono piattaforme "alternative" per uscire dalla crisi e ingannano i lavoratori: ogni soluzione al problema della crisi serve ai padroni, l'importante è non dire che "il re è nudo!", cioè che la crisi è prodotta dai capitalisti e che l'unica soluzione è la rivoluzione per rovesciarli.
Gli operai, i precari, i disoccupati, gli studenti hanno bisogno di affilare le armi della critica, dell'autonomia di pensiero e di organizzazione, si devono unire i comunisti e le masse in lotta, e ai comunisti il compito di costruire la forza della classe operaia che vuole lottare per il potere e unire attorno a sè tutti coloro che non ne possono più di questo sistema sociale.
Berlusconi ha fatto sognare i padroni ma ora è tempo del lavoro dei comunisti perchè hanno sognato abbastanza!

prolcomra
07/09/2010

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