sabato 31 maggio 2025

pc 31 maggio - A Torino / Palestina e vigili del fuoco - a Milano licenziamento - info solidale

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🚒 I vigili del fuoco inviati con urgenza a rimuovere la pericolosa bandiera palestinese in Piazza San Carlo dimostrano che non c'è nulla da temere! 👨🏻‍🚒🇵🇸
🚒 The firefighters urgently sent to remove the dangerous palestinian flag from Piazza San Carlo, Turin (Italy) demonstrate that there's nothing to fear! 👨🏻‍🚒🇵🇸

Torino, il vigile del fuoco sventola la bandiera palestinese che doveva rimuovere dal monumento. Applausi dalla piazza

Il vessilo era stato issato sul Cavallo di bronzo in piazza San Carlo, in pieno centro a Torino. Si tratta di una delle statue più famose in città

Un vigile del fuoco, chiamato a rimuovere una bandiera della Palestina, l’ha sventolata nel cuore di piazza San Carlo, sul monumento dedicato a Emanuele Filiberto, in pieno centro a Torino. L’intervento, spiegano dal comando provinciale, era stato richiesto per questioni di sicurezza: rimuovere oggetti dal «Cavàl 'd Brons», a prescindere dal loro valore o significato, per evitare che qualcuno potesse farsi male, salendo nuovamente per rimuoverli o in simili circostanze. 

Rimossa e sventolata

Il vigile del fuoco intervenuto, una volta rimossa la bandiera, l’ha sventolata, tra gli applausi dei presenti in piazza. Un’iniziativa spontanea di alcuni giovani attivisti ha infatti dato vita a un presidio permanente «per condannare il genocidio e chiedere una cessazione di ogni tipo di rapporto con il regime israeliano». 

Il presidio ProPal

I giovani, che la notte del 20 maggio si erano posizionati in piazza Castello, si sono trasferiti in piazza San Carlo, ribattezzata per l’occasione «Piazza Palestina». «I vigili del fuoco inviati con urgenza a rimuovere la pericolosa bandiera palestinese in Piazza San Carlo dimostrano che non c'è nulla da temere», esultano gli attivisti del comitato Torino per Gaza. Che per sabato 31 marzo, a partire dalle 17, hanno organizzato una manifestazione proprio in piazza San Carlo. «Vediamo il genocidio contro il popolo palestinese assumere forme spaventose, forme normalizzate di sterminio compiuto non solo attraverso le bombe e i cecchini ma tramite un vero e proprio assedio contro la popolazione con l'intenzione di stremarla attraverso la carestia e piegarla al dominio israeliano», spiegano.

Video quihttps://video.corriere.it/torino/i-vigili-del-fuoco-rimuovono-una-bandiera-della-palestina-dal-monumento-a-emanuele-filiberto-ma-poi-decidono-di-sventolarla-/5dc70805-d881-40fc-8867-01f887645xlk

Maschera de La Scala licenziata per aver gridato “Palestina Libera” alla presenza di Giorgia Meloni

Una maschera del Teatro la Scala di Milano ha pagato con il licenziamento per avere urlato "Palestina libera" al concerto del 4 maggio, mentre la presidente del consiglio Giorgia Meloni entrava nel Palco Reale, ospite del concerto organizzato in occasione della cinquantottesima edizione dell'Annual meeting dell'Asian Development Bank. La notizia è stata riferita dal sindacato Cub Informazione e Spettacolo, presente alla Scala con alcuni rappresentanti. In una nota del sindacato si legge: "È arrivato il verdetto ghigliottina della direzione nei confronti della giovane donna del personale di sala che, dalla prima galleria, ha urlato 'Palestina libera' prima del concerto del 4 maggio. È evidente che esprimere questa solidarietà non è un fatto isolato ma sono milioni i giovani nel mondo che stanno manifestando per fermare il genocidio in atto a Gaza". Il sindacato di base ha aggiunto che nel provvedimento di licenziamento (firmato dal sovrintendente Fortunato Ortonbina) sarebbe stato scritto che la lavoratrice "ha tradito la fiducia, disobbedendo a ordini di servizio".A Radio Onda d'Urto, un sindacalista ha raccontato che dopo l'episodio la maschera sarebbe stata portata prima nel foyer e poi fuori dal teatro. In seguito, è stata oggetto di un provvedimento disciplinare. La Cub ha avuto un colloquio con la direzione del teatro, pensando che l'incidente finisse lì. Invece, dopo qualche giorno, è arrivato il licenziamento.

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