sabato 16 ottobre 2021

Lotta di classe - Produzione e vaccini: l'ideologia dei padroni e la coscienza di classe degli operai


“Produzione e vaccini: ecco la riscossa di Bergamo”, questo è il provocatorio ed esplicativo titolo scelto dal giornale della Confindustria “il sole 24 ore” per la giornata che ha visto l’assembramento di circa 1000 padroni alla inaugurazione della nuova sede dove si è svolta l’assemblea di Confindustria Bergamo, non a caso proprio il giorno dell'obbligo Green-pass nelle aziende. 
Era presente anche il presidente Bonomi che è tornato sul Patto per l’Italia, della vocazione del dovere degli industriali per l'Italia, e dove si è parlato dal punto di vista di vista di classe del padrone di bene collettivo, responsabilità sociale, libertà riconquistate, aumento della produzione, riforme economiche e politiche e plauso al governo Draghi e dove si è osato pure fare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del covid. 

Ma andiamo in ordine partendo da questo ultimo dato e dal fatto che non si può tacere sulla dichiarazione vergognosa del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che all’inizio del suo intervento ha avuto il coraggio di rendere omaggio «alle tante famiglie di questa città che hanno vissuto il dolore per la perdita dei loro cari. A loro voglio che arrivi il mio abbraccio e quello dell’intera Confindustria», quando proprio i killer di “Bergamo is running” da Confindustria Bergamo a fine febbraio 2020 diffondeva sui suoi canali un video-messaggio per rassicurare i partner internazionali sul “basso tasso di contagio” dell’epidemia, e sul fatto che le attività industriali sarebbero continuate al ritmo di sempre per evitare che la fitta rete di attività industriali subisse un rallentamento a causa dell’epidemia. Chissà se tra i presenti c’era anche Marco Bonometti, leader degli industriali lombardi, che durante i primi giorni di marzo sulla possibile chiusura dei comuni in provincia di Bergamo, aveva dichiarato che “non si potevano fare zone rosse e “non si poteva fermare la produzione”.

Non dimentichiamo che l’epicentro del contagio covid non è avvenuto a caso proprio nelle zone a più

alta concentrazione operaia tra cui Bergamo e Brescia, “in un territorio che si snoda in prossimità dell’autostrada A4 Torino-Trieste - principale asse stradale di uno dei territori con la più alta densità di scambi, attività produttive e popolazione d’Europa - e dell’aeroporto internazionale «Il Caravaggio», porta di collegamento con il mondo”, area in cui si trova simbolicamente la nuova sede di Confindustria Bergamo.

Ma i responsabili della trasformazione della pandemia in strage non si fermano e per voce del loro capo Bonomi utilizzano strumentalmente le morti per Covid, affermando: «Chi soffia sul fuoco della protesta - aggiunge - si è dimenticato dei 133mila morti di questo paese? Conta così poco per loro la vita?».

Da quale pulpito...! E tutto questo solo per legittimare dal loro punto di vista l’azione ipocrita del governo con la misura del Green pass, che scarica sulle singole persone, invece di assumersi la responsabilità e l’onere di una vaccinazione obbligatoria, con il risultato che quello che viene difeso è la libertà e l’interesse collettivo dei padroni di produrre ed evitare fermi della produzione e continuare fare profitti, infatti continua: «Credo che il primo giorno di green pass obbligatorio per le aziende sia andato bene…..Credo abbia prevalso la responsabilità, che era la cosa che tutti avevamo richiamato, un grande senso di responsabilità del Paese.»

Gli fa eco il presidente di Confindustria Bergamo, Scaglia che ribadisce il plauso all’iniziativa del Governo. Perché se disagi e complicazioni organizzative sono innegabili: “si tratta di un gesto coraggioso da parte del Governo, che apprezziamo e che abbiamo sostenuto. Noi imprese - ha aggiunto - con senso di responsabilità collaboreremo nella applicazione della normativa. Certo, è innegabile che vi saranno anche disagi e complicazioni organizzative nell’applicazione di questa misura. Ma, da imprenditori, sappiamo andare oltre lo svantaggio di oggi guardando al ritorno di domani e crediamo che anche le imprese siano chiamate a dare il loro contributo per l’estensione dell’uso del vaccino, che è l’unico modo per il raggiungimento dell’interesse collettivo: quello di avere un inverno fatto prima di tutto di scuola in presenza, di ospedali funzionanti e aperti per i malati di tutte le patologie e non solo per i pazienti Covid, di attività economiche funzionanti e di una vita sociale e relazioni interpersonali quanto più possibile normali».

La normalità per i padroni è quella di continuare a sfruttare i lavoratori attraverso ristrutturazioni, licenziamenti e aumento dei ritmi di lavoro e degli infortuni che hanno portato i padroni ad uscire dalla crisi scaricandola sugli operai come spiega il dato che le imprese di Bergamo sono in più casi già oltre i livelli pre-Covid….la risalita delle aziende in provincia è senza precedenti, con una produzione industriale a ridosso del record e il massimo di sempre in termini di export.

Scaglia ha commentato il quadro politico: «In questa situazione difficile dal punto di vista politico e economico, apprezziamo l’operato del nostro governo, e auspichiamo in maniera decisa stabilità nelle istituzioni e nella loro azione. Esprimiamo - aggiunge Scaglia - grande preoccupazione per i segnali recenti di un possibile rallentamento del cammino delle riforme e sollecitiamo le forze politiche perché contribuiscano alla loro definizione nel merito e con pragmatismo, accantonando le ideologie e strumentali azioni volte a privilegiare interessi di parte. Oggi più che mai è necessario operare le scelte con senso del bene collettivo, con lucidità e determinazione e mettendo in campo le migliori competenze disponibili». 

Bonomi che ha trattato un altro tema caldo, quello degli ammortizzatori sociali: «Oggi - ha aggiunto - sembrerebbe che sulla riforma degli ammortizzatori sociali si pensi a un’estensione della cassa integrazione, noi invece siamo per un’ammortizzatore universale, a favore di tutti. Come se io avessi la macchina e chiedessi al vicino di pagarmi l’assicurazione, è quello che stiamo facendo noi con le nostre imprese. Perché paghiamo 3 miliardi per la cassa integrazione ordinaria e riceviamo prestazioni neanche per 600 milioni, siamo contributori netti per 1,4 miliardi all’anno e sembra sempre che quando ci sono le casse integrazioni qualcuno ci regali i soldi».

Anche qui la responsabilità sociale dei padroni è quella di socializzare i costi e intascare gli utili e quindi pretendere dal governo che i soldi siano presi dalle casse pubbliche: "Occorre che vengano implementate e adeguatamente finanziate proprio da questa legge di bilancio anche le cosiddette riforme di accompagnamento al piano”: cioè “la riforma del sistema fiscale, la riforma del sistema degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro. Ed in tema di riforma fiscale va ridotta l’imposizione su imprese e lavoro, tagliando il cuneo fiscale“.

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