Lo Slai cobas per il sindacato di classe all'assemblea della "piazza" sotto la Prefettura: Basta morti per il profitto!
Siamo
qui per dire chiaro: basta morti sul lavoro! Basta morti da lavoro e
da inquinamento!
Basta
morte per il profitto!
Siamo
qui per dire che padroni, governo, Istituzioni, sindacati confederali
sono i veri assassini e complici degli assassini e che operai e
cittadini si devono unire per una rivolta prolungata che imponga
salute, sicurezza e lavoro.
Il
29 luglio abbiamo contestato in tanti Renzi, con lo slogan “Renzi
assassino!”. Abbiamo reso difficile la giornata ad un deputato del
governo traditore degli interessi dei lavoratori e della città, come
Pelillo.
Abbiamo
chiesto in tante voci un cambiamento reale nel futuro della città.
Per
noi questa è la strada da seguire. Non servono manifestazioni
rituali, né lamenti sempre più grandi. Basta chiedere a chi ha
prodotto questa situazione di porvi rimedio.
Quello
che avviene in fabbrica e in città è la violenza quotidiana del
sistema del capitale, del suo Stato, del suo governo. Gli operai, le
masse popolari devono lottare per mettere fine in forma
rivoluzionaria a questo stato delle cose.
E'
questo il vero impegno che possiamo assumere di fronte alla morte di
Giacomo, come di Alessandro, e di tutti gli altri operai uccisi.
-Facciamo
dell'assemblea del martedì, un'assemblea permanente e popolare.
-Organizziamo
un'assemblea
popolare ai cancelli dell'Ilva
che
preveda anche l'ingresso dentro la fabbrica, per unire popolazione e
operai
-Partecipiamo
in massa al processo Ilva che riprende a settembre.
-Rilanciamo
la contestazione
dei personaggi alla Pelillo e del sindaco e giunta squalificanti
per la città e incapaci di risolvere i tanti problemi del lavoro di
tanti precari e disoccupati, le bonifiche, ecc.
L'assassinio del giovane operaio in Ilva domanda una rivolta operaia e popolare in fabbrica e in città
I Vertici con i rappresentanti del Governo e con i commissari di
mercoledì, cioè con gli stessi responsabili di un assassinio annunciato
sono un insulto alla famiglia di Giacomo campo e a tutti gli operai.
Servono solo a ingannare che qualcosa deve cambiare, per non cambiare niente.
Come si fa a parlare di sicurezza quando è il governo in prima persona e i suoi commissari che rinviano per decreto al 2019 le bonifiche in fabbrica, il risanamento degli impianti, quando non spendono un centesimo neanche per la manutenzione ordinaria, quando vogliono svendere la fabbrica a nuovi padroni che come Riva e peggio di Riva puntano solo al massimo profitto, con massimo sfruttamento e minimo costo del lavoro, prima di tutto i costi "inutili" sulla sicurezza?
RIBELLIAMOCI!
Un operaio Ilva intervistato su "Il Fatto quotidiano" ha denunciato:
“Ho chiamato il responsabile dei gruisti intorno alle sette del mattino. Gli ho detto di venire al ‘reparto stock house afo 4’ per occuparsi del ‘contro-peso’. Lui mi ha risposto che era stato già avvertito, che stava arrivando, ma quando s’è presentato con la gru, purtroppo, la tragedia era già avvenuta: erano quasi le 8. Giacomo era già morto stritolato, schiacciato tra il nastro e il rullo. Qualcuno ha deciso di avviare la pulizia prima che la gru bloccasse il contrappeso, allentandone la tensione del nastro, fermandone qualsiasi movimento. Immagino che sia accaduto per liberare subito il nastro, per avviare la manutenzione, la sostituzione del pezzo da riparare, per ripristinare il prima possibile la messa in marcia e la produzione.
Servono solo a ingannare che qualcosa deve cambiare, per non cambiare niente.
Come si fa a parlare di sicurezza quando è il governo in prima persona e i suoi commissari che rinviano per decreto al 2019 le bonifiche in fabbrica, il risanamento degli impianti, quando non spendono un centesimo neanche per la manutenzione ordinaria, quando vogliono svendere la fabbrica a nuovi padroni che come Riva e peggio di Riva puntano solo al massimo profitto, con massimo sfruttamento e minimo costo del lavoro, prima di tutto i costi "inutili" sulla sicurezza?
RIBELLIAMOCI!
Un operaio Ilva intervistato su "Il Fatto quotidiano" ha denunciato:
“Ho chiamato il responsabile dei gruisti intorno alle sette del mattino. Gli ho detto di venire al ‘reparto stock house afo 4’ per occuparsi del ‘contro-peso’. Lui mi ha risposto che era stato già avvertito, che stava arrivando, ma quando s’è presentato con la gru, purtroppo, la tragedia era già avvenuta: erano quasi le 8. Giacomo era già morto stritolato, schiacciato tra il nastro e il rullo. Qualcuno ha deciso di avviare la pulizia prima che la gru bloccasse il contrappeso, allentandone la tensione del nastro, fermandone qualsiasi movimento. Immagino che sia accaduto per liberare subito il nastro, per avviare la manutenzione, la sostituzione del pezzo da riparare, per ripristinare il prima possibile la messa in marcia e la produzione.
Nopn riesco a darmi un'altra
spiegazione. Giacomo non avrebbe dovuto essere lì dov'era, perchè
era oltre i passamani, cioè le barriere di sicurezza: quindi li ha
dovuti scavalcare. Perchè? E chi gli ha detto di fare le pulizie
proprio lì?".
E via via vengono fuori altre notizie:
Giacomo viene al lavoro nel suo giorno
di riposo perchè bisognava ripulire il nastro che porta la ghisa
nell'altoforno 4. Giacomo era assunto con contratto a tempo determinato
rinnovato di volta in volta negli ultimi due anni.
Questi fatti mostrano ancora una volta come questa ennesima morte è stata un assassinio,
pienamente interno alle condizioni di lavoro nel''appalto e in Ilva e
alla logica della produzione prima di tutto e prima possibile.
Una logica che sta inevitabilmente anche nella testa dei sindacati confederali. La stessa Fiom, nel denunciare la carenza di
manutenzione ordinaria e che viene prima la produzione e poi la
sicurezza, però dice: “E ora, oltre la tragedia umana, si rischia
di perdere anche la produzione dell'altoforno 4: se non si riattiva
in tempi brevi rischia di saltare questa linea produttiva”.
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