lunedì 19 settembre 2016

pc 19 settembre - LA "FILOSOFIA" DEI PADRONI DELLE COOPERATIVE DELLA LOGISTICA

Riportiamo sotto alcune frasi dall'atto di difesa dei padroni delle cooperative del Consorzio Cisa di Bergamo denunciati dallo Slai cobas sc per il licenziamento di alcuni operai della logistica, perchè sono sintomatiche della concezione che hanno e che mettono normalmente in pratica i padroni delle cooperative della logistica:
Questi osano "indignarsi" quando si mostra la realtà vera che i padroni, da quelli grandi, a capo della catena degli appalti, ai medi e piccoli, vogliono invece stravolgere, nascondere, per negare lo sfruttamento che proprio in queste cooperative assume sempre più forme schiavistiche verso lavoratori prevalentemente immigrati.
Vogliono nascondere che padroni e operai non stanno affatto nella stessa barca, ma fanno parte di due classi contrapposte, in cui "loro" conseguono i profitti e "noi" (gli operai) devono subire condizioni di lavoro sempre peggiori e precarie per garantire questi profitti, subire un'organizzazione del lavoro che vuole gli operai sempre disponibili, orari di lavoro, turni, uso selvaggio della loro vita, e su cui gli operai (i cosiddetti "soci di cooperativa") non possono e non devono decidere nulla...
Questi padroni e padroncini presentano la micidiale catena dell'appalto e subappalto, che per gli operai significa rischio del posto di lavoro, passaggi a condizioni peggiori di lavoro, e anche rischi di sicurezza, ecc., come una sorta di "catena benefica di Sant'Antonio", in cui le copperative hanno la "missione" di "distribuire occasioni di lavoro a centinaia di soci lavoratori".
Vogliono nascondere - ma non possono riuscirci - che tutto questo inevitabilmente si deve tradurre, e si traduce, in lotta di classe (che loro chiamano "forme aggressive").

DALL'ATTO DI DIFESA:
"...dalla documentazione in atti (quella presentata dall'avvocato dello Slai cobas sc - ndr) si rileva un'approssimazione (che) lungi dal costituire una mera svista operata dal redattore dell'atto introduttivo, costituisce da un punto di vista semantico, uno stratagemma per creare, nel lettore, una "scena teatrale" secondo la quale ci saremmo "noi" (i lavoratori sfruttati) ed un "loro" i padroni, chiunque essi siano e comunque siano organizzati..."
Ancora: "tale condotta è anche più grave là dove si pensi che gli odierni ricorrenti sono tutti soci di cooperative a prevalente finalità mutualistica... quindi partecipano anche alla vita sociale e alle scelte organizzative della stessa... le Cooperative (con la catena degli appalti- ndr) hanno la possibilità di distribuire occasioni di lavoro a centinaia di soci lavoratori, così realizzando il fine ultimo mutualistico peculiare di ciascuna società cooperativa...".
E poi: (i lavoratori) "...si sono affiliati allo Slai cobas per ottenerne tutela secondo le forme ordinariamente "aggressive" (per usare un eufemismo) tipiche di questo sindacato...".

Nessun commento:

Posta un commento