Inchiesta a Taranto sulla Marina militare «Indagate anche a Spezia»
Il ministro della Difesa Pinotti e L’ammiraglio Giuseppe DeGiorgi durante la cerimonia di avvicendamento al vertice della Marina Militare.(Roma 22 Giugno 2016). Ora, un’ inchiesta tarantina sembra arrivare in Liguria
La Spezia - Dici Marina
Militare, e pensi a Spezia. E ogni volta che una Procura indaga sulla
Marina, il nome della città rispunta. Sempre. Era già successo nel caso
delle presunte “spese folli” del capo di stato maggiore della Marina, De Giorgi.
Dossier anonimi, all’attenzione
della Procura di Potenza, sostengono che l’ammiraglio – che smentisce -
avesse preteso modifiche milionarie su una fregata in allestimento alla
Fincantieri del Muggiano. E vive a Lerici, l’alto ufficiale Ernesto
Nencioni, che si sarebbe dimesso per protesta.
Ancora: sulle navi da guerra,
nel nostro Arsenale, De Giorgi aveva il vezzo di farsi servire champagne e
mandorle appena tostate. E poi, nelle intercettazioni, parla spesso con volti
noti spezzini: come la manager Sitep – estranea all’indagine - Cristiana
Pagni. E quel Nicola Colicchi indagato nel filone sugli intrecci d’interesse sul
petrolio in Basilicata, è titolare al 50% della discarica di Saturnia, che
Comune e Acam vogliono riaprire.
Tangenti
Tocca Spezia, ora, una nuova
inchiesta tarantina, opera del pm Maurizio Carbone. E’ nata dalla
denuncia di una società, Le.De., stanca di pagare un pizzo del 10%, ad
ogni appalto della Marina. Ha messo a nudo un sistema, basato sulle mazzette. E
molti protagonisti, hanno operato a lungo qui.
L’imprenditore che ha fatto
denuncia, ed è fallito, perché estromesso dalle gare, sostiene che
l’imposizione del 10% di tangente fosse una prassi, una disposizione che
veniva dai superiori.
Malavitosi
Il giudice di Taranto, Pompeo
Carriere, dice che i militari “chiedevano il pizzo con brutale e sfacciata
protervia”. Come “malavitosi”, a botte da 2500 euro. Era la mazzetta base, da
consegnare già imbustata.
Il primo a finire in manette è
stato l’ex comandante di Maricommi Taranto, Roberto La Gioia, 45
anni: gli contestano oltre 44 mila euro di mazzette. Poi, sono scattate
ordinanze di custodia cautelare, all’indirizzo dei capitani Alessandro Dore e
Giovanni Caso, e Attilio Vecchi, 54 anni, Riccardo Di Donna, 45, Marco
Boccadamo, 50, Giovanni Cusmano, 47, e Giuseppe Coroneo, 46. E del luogotenente
Antonio Summa, 53 anni, e del dipendente civile Leandro De Benedictis, 55.
In flagranza
L’alto ufficiale Giovanni Di
Guardo è stato arrestato con la mazzetta in mano: i soliti 2.500 euro. Li stava
prendendo da Vincenzo Pastore, imprenditore, arrestato anch’egli: per un appalto
per le pulizie. E’ scattato l’arresto anche per l’ufficiale Fabrizio Germani.
Di Guardo e Germani sono
molto conosciuti, qui. Di Guardo è stato per anni alla base navale della
Spezia, e s’è occupato – anche qui – di gare e di appalti. Deve rispondere del
patto che avrebbe fatto per pilotare un appalto da 11 milioni: una tangente da
200 mila euro, più auto di lusso. Ci sono ancora, sulla Gazzetta della
Repubblica, i bandi spezzini che ha curato. E ci sono, sul suo profilo
Facebook, le foto in barca, a Lerici e a Portovenere.
Ci sono poi scatti nelle
località di tendenza, come Saint Tropez, e alla Fashion Week di Milano, alle
sfilate. E spesso, con auto di lusso. Fabrizio Germani è proprio spezzino. Nella
sua carriera ha alternato incarichi qui, e a Taranto. Alla base navale spezzina,
era dirigente del commissariato della Marina.
È conosciuta alla Spezia anche
il tenente di vascello Francesca Mola. Ha 31 anni, e collaborava con Di
Guardo. E’ accusata di aver preso parte alla richiesta di tangenti: la sua parte
– per l’accusa – era di 12.500 euro, per il bando sulle pulizie. E’ il primo
militare donna italiano, accusata di questo tipo di reato.
Solo a Taranto?
È inevitabile chiedersi se sia
possibile, che “la prassi” degli ufficiali corrotti valesse solo quando erano a Taranto: specie
se è vero quel che dice l’accusa, che il sistema era “imposto” dai vertici.
Possibile che il vizietto del pizzo sia stato sempre e solo tarantino?
Con l’Arsenale di
Taranto, Spezia condivide moltissimo: anche i tragici casi di mesotelioma,
per esposizione all’amianto. Nessuno disse nulla, all’epoca: né là né qui..
Certo: qui, nessuna ditta ha mai denunciato niente.
Nessun malcostume. Fatto sta:
in Rete ci sono post in cui di militari e civili della Difesa, che scrivono che
“ci sia da indagare anche alla Spezia”, e raccontano anche presunti episodi di
malcostume. Come il sottocapo di poppa, che “di notte vedeva sbarcare
impunemente le provviste migliori, imbarcate di giorno”. E “al parcheggio,
vedeva solo automobili di grossa cilindrata”. Si tratta solo di leoni da
tastiera?
Nessun commento:
Posta un commento