L'infaticabile presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca ha fretta e spinge politica e istituzioni per determinare il futuro di milioni di persone alle esigenze del capitale e ci spiega anche perché: produce il 25% del valore aggiunto manifatturiero italiano....
12.09.2015 Corsera pag.29
Rocca - Area Expo citta della ricerca, decisione da prendere subito
Sviluppo Assolombarda ha presentato un progetto sul quale si sono innestate le proposte dell'Università Statale e di altri soggetti. La Cassa depositi e prestiti ha esposto agli enti competenti un documento di fattibilità. Un rinvio sarebbe sbagliato e dannoso Caro direttore, Expo è un successo nazionale. Contribuisce al rilancio dell'Italia. Offre l'immagine di un Paese che crede in se stesso, nella sua eccellenza e nel suo futuro. Ora dobbiamo compiere un passo avanti. Expo dimostra che determinazione, collaborazione fra istituzioni, organizzazione adeguata con persone trasparenti e competenti, producono grandi risultati. È ora importante che il successo di Expo produca un altro successo. Sto parlando dell'utilizzo, successivo all'evento, del milione di metri quadrati dell'area Expo. Come imprese, siamo convinti della straordinaria opportunità di vincere insieme a Milano e all'Italia una nuova sfida di eccellenza e di attrattività. Per questo abbiamo lanciato una proposta ormai un anno e mezzo fa, ispirata ad alcune considerazioni strategiche: 1) Expo si trova al centro di un'area supermetropolitana che in un raggio di 60 chilometri addensa 8,5 milioni di persone, e produce il 25% del valore aggiunto manifatturiero italiano. Al centro di una Regione che esporta il 40% del suo Pil. Come la Germania. E più della metà verso Paesi extraeuropei. 2) Le connessioni all'area sono eccezionali. Malpensa dista 30 km, Orio al Serio 50. Ottimo è il collegamento con le adiacenti autostrade, nonché quello diretto con le reti ferroviarie: metropolitana, trasporto regionale e Alta Velocità. 3) L'area, dal punto di vista energetico e telematico, ha oltre 200 km di fibra sul sito che consentono nuovi servizi a larghissima banda. 4) La città metropolitana e tutto il Paese hanno bisogno di una grande spinta verso l'innovazione. La Grande Milano è sede del 40% delle multinazionali presenti nel Paese.
Conta 8 Università, con 45 facoltà, 180.000 studenti di cui 13.000 stranieri, e 285 centri di ricerca, da cui proviene il 24% dei brevetti italiani. Ma nelle graduatorie internazionali dobbiamo recuperare il gap sui brevetti e sul trasferimento tecnologico, che si aggrava se non acceleriamo. La cooperazione tra imprese, università, laboratori, centri di ricerca, incubator} di start up, a Milano è già realtà ed è la leva per velocizzare la sua trasformazione in Smart City. 5) I vincoli posti dal Comune di Milano, relativi a quasi metà dell'area da destinare a verde e housing sociale, sono compatibili con lo sviluppo di un grande campus tecnologico. Abbiamo atteso che le cose facessero il loro corso. Ma ora o si recupera molto rapidamente il tempo perduto, oppure il rischio è che Milano perda l'occasione di uno straordinario moltiplicatore di crescita e attrattività per gli anni a venire. Rinviare le decisioni necessarie significa compromettere il miglior uso di un'area che oggi rappresenta la punta avanzata dell'infrastrutturazione fisica e digitale della Grande Milano. Assolombarda ha presentato il progetto Nexpo, un grande hub scientifico-tecnologico, che comprenda imprese, laboratori, centri di ricerca. Un progetto nel quale si sono innesta te le proposte dell'Università Statale, della ricerca agro-alimentare, del reinsediamento di servizi pubblici milanesi. Cassa Depositi e Prestiti ha consegnato a Comune di Milano, Regione Lombardia, Fondazione Fiera e Comune di Rho, soci di Arexpo, un documento che illustra la fattibilità economico-finanziaria del progetto, e indica le criticità che occorre risolvere. A ciò si aggiunge che il governo ha dichiarato la propria volontà di far parte della partita. È una disponibilità di fondamentale importanza. Come Expo ha avuto uno straordinario significato e ricadute nazionali, la stessa cosa accadrà se per il «dopo Expo» faremo la scelta giusta. Dobbiamo lavorare tenendo in mente che se l'Italia vuole tornare ad avere un Pil che cresce del 2% l'anno, la Grande Milano deve crescere a tassi doppi. Ciò significa attirare investimenti e capitale umano anche e soprattutto dall'estero, come si propone la nostra idea di un grande hub della tecnologia e delle start up. Bisogna concentrare tutti gli sforzi sulla governance. L'attuale compagine di Arexpo è frenata dai vincoli di recupero finanziario. E al contempo non ha i poteri commissariali straordinari grazie ai quali Expo si è realizzato. Se non si interviene subito la struttura guidata da Giuseppe Sala resterà vincolata all'impegno dello smantellamento del più dei padiglioni e delle strutture realizzate per Expo. Occorre un commissario anche per Nexpo, e su questo il governo nazionale e i 4 Enti soci di Arexpo sono chiamati a concordare subito le procedure e le scelte da affidargli, e innanzitutto una personalità di profilo tale da garantire la realizzazione del nuovo pezzo fondamentale della Milano del XXI secolo. Si può fare, a patto di volerlo fortemente. Non è una preoccupazione che esprimiamo solo a nome di migliaia di imprese che a Milano operano, n rettore della Statale, Gianluca Vago, è stato altrettanto chiaro nell'indicare che i tempi sono limitati. Se passa l'autunno, la Statale non potrà che far marcia indietro. Anche le risorse finanziarie necessarie allo sviluppo del progetto dipendono dal tempo della scelta. Prima avverrà e più certo sarà il ritorno sull'investimento rispetto al tempo di realizzazione. Per tutte queste ragioni, lanciamo un appello a Milano e al governo. Facciamo insieme del Dopo Expo un altro passo che parli al mondo della ripresa italiana. Non diamoci altro tempo. Il momento di decidere è ora. Presidente di Assolombarda
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