Ieri 9 settembre la Rete Campagna in Lotta e il Comitato dei
Lavoratori delle Campagne hanno preso parte al primo tavolo
istituzionale ottenuto dopo la manifestazione di venerdì scorso.
Permessi di soggiorno e residenza erano l’oggetto dell’incontro, al
quale hanno partecipato, oltre alla Prefettura, anche il Questore e la
Dirigente dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Foggia.
Ad accompagnare la delegazione, sotto il palazzo della Prefettura
sono accorsi molti lavoratori provenienti da diversi insediamenti in
Capitanata, per continuare a sostenere le
proprie richieste.
I lavoratori hanno rivendicato con determinazione la possibilità di
accedere a servizi e tutele – dai contratti di lavoro alla sanità, per
citare soltanto le questioni più salienti – attraverso il riconoscimento
di permessi di soggiorno, residenze ed altri documenti. Prefettura e
Questura si sono impegnate a garantire tutele minime attraverso
l’attivazione di diversi percorsi, tra cui:
- Riesame delle posizioni giuridiche dei lavoratori senza permesso di soggiorno da parte della Questura di Foggia
- Attivazione dell’iscrizione anagrafica per senza fissa dimora, valida come residenza e per il rinnovo dei permessi di soggiorno, presso tutti i comuni della provincia di Foggia.
- Verifica da parte delle autorità competenti di irregolarità relative al rinnovo del permesso di soggiorno (nella fattispecie requisiti, procedure e tempi di attesa), e al rilascio del titolo di viaggio.
Per i lavoratori stranieri scesi in piazza si tratta di una prima
importante conquista, ottenuta grazie ad una lotta portata avanti
nonostante pesanti ricatti. Chi lavora senza tutele né alternative, come
la maggior parte dei braccianti stranieri, ha messo in gioco la propria
sopravvivenza scegliendo di organizzarsi contro un sistema di
sfruttamento e isolamento.
Ieri 10 Settembre la Rete Campagna in Lotta e il Comitato dei
Lavoratori delle Campagne hanno preso parte al secondo tavolo
istituzionale ottenuto dopo la manifestazione di venerdì scorso.
L’incontro si è strutturato intorno alla questione lavorativa.
All’incontro erano presenti oltre alla Prefettura, anche il Questore, le
associazioni datoriali, i sindacati di categoria, la Guardia di
Finanza, i Carabinieri, la direzione provinciale del lavoro e alcune
associazioni di volontariato presenti sul territorio.
Anche ieri ad accompagnare la delegazione, sotto il palazzo della
Prefettura sono accorsi molti lavoratori provenienti da diversi
insediamenti in Capitanata, che hanno dimostrato solidarietà con i loro
portavoce impegnati nelle discussioni all’interno e hanno continuato a
sostenere le proprie richieste.
In questa seconda giornata di discussione i lavoratori in sit-in
sotto la prefettura hanno continuato a rivendicare con determinazione la
possibilità di accedere a servizi e tutele – dai contratti di lavoro al
trasporto sui campi, alla questione abitativa e la sanità, per citare
soltanto le questioni più salienti – ribadendo la necessità di lavorare
in parallelo sull’accesso ai documenti e la tutela dei diritti sul
lavoro.
La Rete Campagne in Lotta ed il Comitato dei Lavoratori hanno proposto al tavolo di concentrasi su tre questioni fondamentali:
1. Garantire il rispetto della normativa sul trasporto dalle
abitazioni ai luoghi di lavoro, con riferimento all’articolo 53 del
contratto provinciale sul lavoro, che già prevede che i lavoratori
abbiano garantito il trasporto gratuito. Offrire il trasporto verso i
luoghi di lavoro rappresenta un’azione concreta ed indispensabile per
attaccare frontalmente il fenomeno del caporalato. L’onere
finanziario – come citato dalla norma contrattuale – ricade sulle
aziende. Pur rimanendo centrale l’onere aziendale proponiamo, affinché
si affronti l’emergenza nell’immediato, una partecipazione pubblica al
finanziamento. Consideriamo di facile applicazione una formula che veda
la messa a disposizione dei mezzi di trasporto pubblici da parte della
COTRAP con una tariffa agevolata per le imprese. È necessario istituire
punti di raccolta da cui i lavoratori possono essere trasportati verso
le aziende agricole.
2. Affrontare la questione abitativa in quanto problema
strutturalmente legato all’organizzazione del lavoro nel settore
agricolo. Perciò rifiutiamo qualunque tentativo di risoluzione tramite
canali “emergenziali” quali l’istituzione di tendopoli “provvisorie” (si
veda il caso di Rosarno, dove la tendopoli si è rapidamente trasformata
in un nuovo ghetto) e lo sgombero di insediamenti più o meno informali.
Piuttosto ci rifacciamo all’esempio della Riforma agraria (1950)
riguardo la gestione massiva della questione abitativa e invitiamo a
riflettere insieme sul possibile recupero di stabili costruiti in quel
periodo, quali case consortili e casolari, che ad oggi rimangono in
disuso o addirittura già abitate nonostante le condizioni precarie dagli
stessi lavoratori. Questi stabili sorgono in posizioni strategiche
nelle campagne, facilmente collegabili con i luoghi di lavoro. Alcuni
esempi di queste strutture si possono trovare a Borgo Tressanti, Borgo
TreTitoli (Cerignola) e all’interno del Ghetto che sorge nel territorio
del comune di S.Severo. Proponiamo altresì il recupero dei molti hotel
in abbandono tramite l’acquisizione e la ristrutturazione di questi da
parte della Regione e delle organizzazioni datoriali.
3. Nell’attesa che la questione abitativa sia affrontata come
sopra, richiediamo l’istituzione immediata dei servizi minimi essenziali
e dei presidi sanitari pubblici all’interno degli attuali
insediamenti dei lavoratori in Capitanata. L’intento ancora una volta è
quello di uscire da una logica di gestione contingente ed emergenziale
in cui ancora oggi tali servizi vengono in parte forniti da
organizzazioni del terzo settore.
Vogliamo sottolineare come all’interno del tavolo le associazioni
datoriali ed i sindacati abbiano dimostrato la mancanza di volontà di
confronto con i lavoratori e di considerazione per le proposte concrete
che sono state portate da chi ha chiesto il tavolo. Tanto che durante
l’incontro non è stato possibile discutere nessuno dei punti sopra
elencati se non in maniera assolutamente superficiale.
L’unica proposta concreta strappata al tavolo è stata di organizzare
un incontro tecnico al fine di raggiungere un accordo sulla questione
dei trasporti. I lavoratori attendono da tempo una risposta a queste
questioni fondamentali, adesso è il momento di concretizzare le molte
promesse fatte dalle istituzioni, dai sindacati e dalle associazioni
datoriali. Ci auguriamo dunque che tale incontro possa tenersi nel piu
breve tempo possibile.
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