Giornalista scientifico
L’opinione pubblica israeliana incita al genocidio di un “gruppo inutile”, mentre quella occidentale tace
“Queste persone lì (a Gaza) meritano la morte. Una morte dura, una morte straziante. Avremmo dovuto vedere molta più vendetta, molti più fiumi di sangue” afferma Yehuda Shlezinger, giornalista...
Esperti di genocidio e giuristi di quasi tutto il mondo concordano: è genocidio. Così il Lemkin Institute For Genocide Prevention (qui la definizione giuridica): “Il genocidio di Israele contro i palestinesi comporta l’omicidio pianificato e del tutto intenzionale e lo sfollamento forzato di tutti i palestinesi dalle loro case ancestrali (…), con tutti i mezzi disponibili.” Intenzionalità, la parola chiave. Per il Lemkin (nome del giurista che coniò il termine) l’uso di “omicidio di massa” è un errore dei media occidentali: nasconde la volontà di eliminare un popolo in quanto tale.
Le dichiarazioni genocidarie note del governo israeliano sono poche. Meno quelle di media, religiosi, parlamentari, soldati, personaggi pubblici, politici. Ecco un breve estratto (database: Law4Palestine, più di 400 citazioni) di cosa dicono giornalisti e altre figure della comunicazione popolari in Israele.
Il ministro Amichai Eliyahu dichiarò che “dobbiamo trovare modi che siano più dolorosi della morte per i cittadini di Gaza”. Guadagnò un titolo sulla sua
valutazione dell’uso dell’atomica. Shimon Rikli, giornalista: “Perché esattamente abbiamo l’atomica?”, mentre per Naveh Dromi “i palestinesi sono un gruppo inutile”; Erel Segal gli fa eco: “[…] non dovremmo solo uccidere Hamas, ma eliminare ‘tutti i giocatori’”. E Yinon Magal: “I civili non sono ‘puliti’, la nostra vendetta è su di loro.” Un’intenzione trasversale in politica per Yotam Zimri: “[…] la nostra guerra non è contro Hamas, ma contro i palestinesi (…)”. E sempre Rikli sostiene che “(…) questa è un’occasione per (conquistare) tutta Gaza, perché accontentarci di [distruggere solo] Hamas?”. Per Yehuda Shlezinger: “Questa [immagine di un quartiere distrutto] è come dovrebbe apparire tutta Gaza, tutta Gaza”. Similmente Noam Fathi: “Quando vediamo le immagini di edifici bombardati (a Gaza) e cadaveri, dico: chi se ne frega?” Anzi:“[l’attacco] deve essere molto più forte”: nessun israeliano dovrebbe avere pietà per “questi abitanti di Gaza”.“Bello ballare, mentre a Gaza soffrono”
“Un sabato di lacrime di gioia” per Ishay Cohen, giornalista, l’8 giugno 2024, quando le Idf uccisero più palestinesi del solito. E se per Yinon Magal “C’è una giustizia poetica in una festa in trance che blocca gli aiuti umanitari a Gaza”, Tomer Kamerling dice “Chi viene a ballare a Gaza? Gaza scomparirà e io ballerò lì come non ho mai ballato prima.” Eytan Weinstein, popolare podcaster, afferma che “Se mi dessi un pulsante per cancellare Gaza, ogni singolo essere vivente a Gaza non esisterebbe più domani. Lo premerei in un secondo.” Lo dice a Naor Meningher (5 campagne per Netanyahu), che gli racconta: “Ieri siamo andati a un concerto, ci siamo divertiti un sacco, io e la mia ragazza […] è bello sapere che stai ballando a un concerto e centinaia di migliaia di abitanti di Gaza sono senza casa seduti in una tenda”.
“Le nostre vite valgono di più” - Roy Sharon ‘precisa’: “(…) ho detto che se, per eliminare una volta per tutte le capacità militari di Hamas (…), abbiamo bisogno di un milione di corpi, allora che ci siano un milione di corpi”. Non è il solo, e Ishay Cohen esplicita l’assunto di fondo di questa logica: “Anche mille palestinesi morti non valgono la vita di uno dei nostri rapiti”

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