È notizia dell’ultima ora che subito
dopo l’inizio della tregua tra Israele e Libano, “L'esercito israeliano ha
per la seconda volta in poche ore aperto il fuoco nel sud del Libano in
direzione di civili che tentano di tornare alle loro case distrutte a ridosso
della linea di demarcazione tra i due paesi … i militari di Israele hanno
sparato contro la località di Adaysse, nel settore centrale.” (rainews)
Ma questo nuovo atto di barbarie è
il risultato scontato dall’accordo sulla tregua che dà ad Israele il compito di
controllare se questa viene violata e di poter intervenire in qualsiasi momento…
e Israele non si lascia certo sfuggire la possibilità di creare il momento
per continuare a massacrare. In questo caso la scusa dell’esercito israeliano
genocida è che ha sparato sui civili perché si trattava di “sospetti”!
confermando subito che anche con la tregua Israele "manterrà la completa
libertà di azione militare".
Questa tregua comunque arriva 3.823 morti e 15859 feriti dopo! I dati sono del ministero della salute libanese. È una tregua “sporca”, quella che è entrata in vigore questa mattina alle 9 e che
dovrebbe durare 60 giorni, come dice il manifesto di oggi; sporca perché l’esercito israeliano ha continuato a bombardare fino ad un momento prima la zona di Beirut, ma colpendo anche in Siria (Il bilancio fornito da Damasco parla sei persone uccise, tra le quali due soldati e un volontario della Mezzaluna Rossa araba siriana, e di 12 feriti, compresi "donne, bambini e operatori della Mezzaluna Rossa araba siriana"); è una tregua con il trucco diciamo noi visto i termini dell’accordo: “Hezbollah e i gruppi armati affiliati che combattono nel sud del Libano non dovranno in alcun modo attaccare Israele e non dovranno riarmarsi … Israele controllerà il rispetto del cessate il fuoco e ‘risponderà con forza ad ogni violazione’ di Hezbollah” per citare solo alcuni passi.E ascoltando quel che dice il
genocida Netanyahu si tratta di una tregua che prepara la guerra! Cominciamo con
le “tre ragioni” della tregua: “prima tra tutte quella di potersi ‘concentrare
contro la minaccia iraniana’, secondo “permettere a Israele di ‘rinnovare’
e ‘riarmare’ le proprie truppe, ammettendo che - "non è un
segreto", ha detto - vi sono stati "grandi ritardi" nelle
forniture di armi”, terzo isolare Hamas. E se non si fosse compreso, aggiunge
ancora: "Presto ci armeremo con armi sofisticate che ci aiuteranno
a proteggere le nostre truppe e ci daranno ancora maggiore forza per
completare la nostra missione”, adesso “Hamas è lasciato da solo - ha detto
-, la nostra pressione su Hamas crescerà e questo ci aiuterà a portare a casa
gli ostaggi".
Naturalmente l’attenzione sull’Iran
è sempre totale: “Sulla «minaccia iraniana», Netanyahu si è detto «determinato
a fare tutto il possibile per impedire l’uso delle armi nucleari all’Iran. L’eliminazione
di questa minaccia è l’obiettivo principale al fine di garantire la
sopravvivenza dello stato di Israele».
Per eliminare la “minaccia”
iraniana, per eliminare Hamas, quindi, servono armi ancora più sofisticate e
naturalmente il totale appoggio degli Stati Uniti, con i quali Netanyahu lavora
"in pieno coordinamento … Netanyahu ha parlato con Joe Biden per ‘ringraziarlo
del coinvolgimento degli Usa per ottenere il cessate il fuoco in Libano e per
il fatto di aver capito che Israele manterrà la sua libertà di azione". È così
chiaro che è l’imperialismo americano che comanda, e Netanyahu lo dice
chiaramente, che è stato Biden a parlare direttamente dell’accordo nel suo
intervento alla Casa Bianca dopo il via libera. Biden ha spiegato che, sulla
base dell'accordo raggiunto, i combattimenti tra Hezbollah e Israele lungo il
confine ‘avranno fine domani (oggi, ndr.) dalle 4 del mattino ora locale’.
"Questo è stato designato per essere una permanente cessazione delle
ostilità", ha aggiunto il presidente americano, spiegando che "nei
seguenti 60 giorni l'esercito libanese riprenderà il controllo del proprio
territorio. Non sarà permesso che vengano ricostruite le infrastrutture
terroristiche di Hezbollah". Nel corso di questi 60 giorni, ha
aggiunto ancora Biden, "Israele ritirerà gradualmente le sue forze e i
civili di entrambe le parti potranno essere presto in grado di tornare in
sicurezza alle loro comunità e iniziare a ricostruire le loro case". "Fatemi
essere chiaro - ha poi sottolineato il presidente Usa -, se Hezbollah o
chiunque altro romperà l'accordo ponendo una minaccia diretta ad Israele,
allora Israele avrà il diritto di difendersi, in accordo con la legge
internazionale".
Il richiamo alla legge
internazionale da parte di Biden è davvero ridicolo, così come la promessa che
non saranno “dispiegate truppe americane nel sud del Paese dei Cedri” visto il
livello di presenza americana in tutta l’area mediorientale.
Nessuna “tregua” per Gaza,
invece! E se i palestinesi di Gaza possono esprimere felicità “per il popolo
libanese e ringraziano Hezbollah.” Sanno bene, però “che da oggi in poi saranno
ancor più soli e che Israele avrà le mani libere per continuare il suo attacco
a Gaza ... Non pochi pensano che Netanyahu manderà più truppe a Gaza per
completare l’occupazione come è avvenuto nelle zone settentrionali della
Striscia nelle ultime settimane».”
“Netanyahu non ha alcuna
intenzione di cessare l’offensiva militare. Anzi, è opinione diffusa tra i
palestinesi che il ritorno alla Casa Bianca a gennaio di Donald Trump, alleato
di ferro dello Stato ebraico, offrirà al premier israeliano l’opportunità di
realizzare piani per Gaza che all’Amministrazione Usa uscente, almeno a parole,
non ha approvato, inclusa la possibile ricolonizzazione del piccolo lembo di
terra palestinese” e la definitiva annessione della Cisgiordania.
Per quanto riguarda l’imperialismo
italiano, si è espresso subito il ministro degli Esteri, Tajani (che in questi
giorni si è detto preoccupatissimo per l’incolumità dei militari italiani
presenti in Libano con la missione Unifil, ripetendo più volte che “I militari
italiani non si toccano”): «Abbiamo lavorato molto per cercare di arrivare a un
cessate il fuoco in Libano, siamo sulla strada giusta»; sulla strada giusta di
cosa? Sulla tregua per il Libano Tajani
ha “lavorato” molto, mentre su Gaza che adesso conta “44.282 morti (33 nelle
ultime 24 ore) e 104.880 feriti”, ha espresso “solo un vago auspicio che possa
avvenire lo stesso”, confermando tutto il sostegno dell’imperialismo italiano al
sionismo israeliano e ai suoi propositi genocidi.
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