lunedì 19 luglio 2021

pc 19 luglio - Con il popolo libanese in rivolta contro il proprio regime corrotto e l'imperialismo (Francia, UE/USA e FMI)

Dopo 9 mesi di trattative il premier Saad Hariri rinuncia e rimette in mano al capo di Stato, il generale Aoun, l'incarico di formare il governo.

Attaccata l'abitazione del ministero degli interni.







info dalla stampa borghese: 

Da alcuni giorni sono riprese le proteste contro la crisi economica e il carovita in Libano. A Tripoli, seconda città del paese e uno dei centri urbani più poveri del Medio Oriente, dopo l’uccisione di Fawas Fouad al-Samman per mano dell’esercito il 27 aprile, manifestanti provenienti da tutto il paese si sono riuniti per protestare, nonostante la minaccia del virus, agitando le foto del ventiseienne ucciso. A Tripoli dove gran parte della popolazione già prima della crisi del Coronavirus era sotto la soglia della povertà, e molti vivono di lavori precari e alla giornata, il lockdown imposto dal governo per far fronte all’emergenza ha peggiorato la situazione e in poco tempo molti hanno perso le loro fonti di reddito. La paura della fame, più forte di quella del virus, ha fatto sì che restare a casa fosse un privilegio che in molti non potevano permettersi.

Libano: cibo, medicine, elettricità "ci manca tutto", "Ora viviamo con meno di 4 ore di energia al giorno

La carenza di carburante e altri beni di prima necessità è peggiorata nell'ultimo mese.

Con la penuria di carburante, il rischio più temuto da tutti è il blackout totale. Venerdì scorso, le due principali centrali elettriche del Paese, quelle di Deir Ammar e Zahrani, che insieme assicuravano circa il 40% dell’energia, sono state spente.

Con un drastico effetto domino sugli altri settori, dall’alimentazione al rifornimento dell’acqua. La corrente fornita dallo Stato copre ormai un’ora sola al giorno. 

Di questo passo diventa inevitabile l’esplosione di una rivolta generale.

I familiari delle vittime dell’esplosione al porto si sono scontrati alcuni giorni fa con la polizia sotto casa del ministro dell’interno Fahmi, ritenuto tra i responsabili della micidiale trascuratezza che ha portato all’esplosione, ma che continua a sottrarsi alla giustizia. Ad oggi nessun passo avanti anche nel processo.

Il gip incaricato delle indagini, Tarek Bitar, ha chiesto al Parlamento di revocare l'immunità a tre deputati che avevano ricoperto incarichi ministeriali "al fine di sporgere denuncia per potenziale intento omicida [e] negligenza e violazioni" . Il Parlamento ha quindi chiesto ulteriori "prove" prima di revocare l'immunità, richiesta respinta dal giudice.

Un'indagine locale non ha ancora prodotto risultati, poiché nessun funzionario è stato chiamato a rispondere. La protesta, indetta dai parenti delle vittime dell'esplosione che accusano i leader politici di interferire nelle indagini, avviene dopo che il signor Fahmi ha respinto all'inizio di questo mese una richiesta del giudice istruttore, Tarek Bitar, di ascoltare Abbas Ibrahim, il direttore della potente direzione generale della sicurezza generale.

"Rifiutando di revocare l'immunità di Abbas Ibrahim, il ministro degli Interni interviene tra noi, i parenti delle vittime e la giustizia", ​​ha lamentato Paul Najjar, che nel dramma ha perso la figlia di 3 anni. "Ci sta uccidendo una seconda volta" , ha detto Najjar, presente alla manifestazione, all'Agence France-Presse. I manifestanti hanno squarciato le porte dell'ingresso del condominio del signor Fahmi, hanno mostrato i ritratti delle vittime e hanno collocato bare bianche di fronte all'edificio. "La gente vuole la caduta del regime", hanno cantato.

Ultima ondata Covid bomba a orologeria

Il Paese è distrutto e anche i farmaci essenziali sono da tempo introvabili. Crescono i contagi e si teme il caos negli ospedali già disastrati. Persino i farmaci comuni sono introvabili e fuori dalla portata economica dei più: «aspirine, antidiarroici, paracetamolo contro febbre e dolori, fino agli antibiotici prescritti contro il Covid, senza parlare dei medicinali di base per malati cronici, come i diabetici e i cardiopatici». Varianti virus, 517 nuovi casi positivi, di cui 35 provenienti dall’estero. Più di mezzo milione di contagi, 7mila 900 morti.

Libano tra le 10 peggiori crisi umanitarie

L’inaudito crollo economico del Paese dei cedri è stato già inserito dalla Banca mondiale tra i “top ten” delle peggiori crisi umanitarie al mondo dal 1850. «Di questo passo diventa inevitabile l’esplosione di una rivolta generale, quando saranno tolti del tutto i sussidi governativi», segnalano fonti politiche ed economiche incrociate ma unanimi. Con il governo che sta prendendo dal ‘fondo obbligatorio’ dagli istituti di credito nella Banca Centrale, in altre parole dai soldi stessi dei libanesi bloccati in banca.


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