Ursula von der Leyen ha proposto "di attivare la clausola di
salvaguardia per gli investimenti nella difesa”: le relative spese non
andrebbero a pesare sul debito degli Stati Ue. Come il segretario
generale della Nato Rutte, la presidente della Commissione ipotizza di
portare fino al 3% del Pil gli investimenti per il comparto militare.
Per l'Italia significherebbe sborsare 30 miliardi di euro in più.
DIFESA, CLAUSOLA SALVAGUARDIA PER SPESA MILITARE IN UE?
- La spesa dei Paesi Ue per la difesa dovrebbe uscire dal Patto di stabilità? Se così fosse, come chiede l’Italia, significherebbe che i soldi spesi per il settore militare non finirebbero nel loro debito. L'ipotesi è stata rilanciata dalla presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen:
“Posso annunciare che proporrò di attivare la clausola di salvaguardia
per gli investimenti nella difesa”.

SALE SPESA MILITARE UE
- Da sottolineare come negli ultimi cinque anni la spesa militare in Europa sia già salita considerevolmente, arrivando a toccare i 326 miliardi di euro nel 2024.
- Tuttavia, con lo spettro della guerra in Ucraina sempre ben presente, Von der Leyen, - così come il segretario generale della Nato Mark Rutte - ha ipotizzato che ogni Stato arrivi a spendere il 3% del proprio Pil per la difesa. Le regole dell’Alleanza atlantica al momento impongono già ai membri di spendere almeno il 2%, ma non tutti i Paesi membri, Italia inclusa, lo fanno.

- In effetti l'Europa non è un piccolo produttore di armi: un terzo delle armi nel mondo vengono esportate da Paesi europei




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