La
corsa sfrenata alla produzione di armi è un dato di fatto quotidiano
soprattutto per i paesi imperialisti che si preparano, e senza tanti fronzoli,
alla possibile terza guerra mondiale per la ri-spartizione dei mercati.
E
si tratta di quel settore produttivo che continua a raccogliere ordini per
miliardi e macinare profitti. In questa corsa un posto di rilievo se lo è
conquistato la Leonardo spa che continua a battere record sui ricavi e i
profitti e gli ordini in portafoglio come riportano quotidiani come Il Sole 24
Ore e altri.
In
Borsa il titolo sale del 3%, dopo la pubblicazione dei conti del 2024; il “margine
operativo lordo (ebitda)” e cioè i profitti lordi ai quali bisogna ancora
togliere le tasse ecc. è di 1,525 miliardi di euro nell’esercizio 2024, in
miglioramento del 12,9%; i ricavi sono cresciuti dell’11,1% rispetto al
2023 a 17,8 miliardi di euro. E sono andati ancora meglio di quanto la
stessa azienda non avesse preventivato che li stimava a 16,8 miliardi e cala
pure l’indebitamento a 2 miliardi di euro. Gli ordini sono cresciuti del
12,2% a 20,9 miliardi (pari a un book-to-bill di 1,2) portando il
portafoglio ordini a oltre 44 miliardi. Negli ultimi 12 mesi le azioni di
Leonardo hanno guadagnato oltre l’80% in Borsa...
Ma la Leonardo spa, di cui il governo italiano è il maggiore azionista, non si limita a questi risultati, è
in corsa per battere la concorrenza e per questo vuole comprare altre aziende (ha già previsto l’acquisto di “aziende più piccole attive nello stesso segmento di business”) e i soldi non mancano visto che in cassa ci sono contanti per 826 milioni, e fondersi con le più importanti come la Rheinmetall tedesca, ma anche l’alleanza con il gruppo turco Baykar sui droni e per quanto riguarda lo spazio con Airbus e Thales.Proprio
per questo il suo attuale amministratore delegato, Cingolani, soffia sul fuoco
dell’aumento delle spese militari. C’è la necessità per l’Europa, dice, “di
aumentare la spesa per la difesa raggiungendo o superando il 2% del Pil”,
rimarcando che su questo ha il “pieno supporto del Mef (cioè del governo)
alla nostra strategia”.
Dall’altro
lato la fusione con la Rheinmetall sembra cosa fatta visto che c’è stato il via
libera dall’Antitrust tedesco. Un’autorizzazione arrivata “rapidamente” come
dice uno dei dirigenti tedeschi: “Considerata la situazione geopolitica
attuale, ci sono notevoli movimenti nell’industria della difesa (così chiamano
l’industria della guerra) …” e anche gli eventuali problemi sulla concorrenza
sono stati superati perché “le attività di Rheinmetall e Leonardo sono
complementari: non ci sono sovrapposizioni significative nelle loro attuali
attività commerciali”. E ancora più esplicitamente: ”… nessuna delle due
aziende sarebbe stata in grado di soddisfare da sola gli ordini previsti dal ministero
della Difesa italiano. Leonardo non possiede le piattaforme necessarie per
la produzione di carri armati principali e Rheinmetall non sarebbe stata
in grado di soddisfare il requisito di realizzare il 60% del lavoro a valore
aggiunto in Italia”.
È
con la forza lavoro degli operai in Italia che si fanno i profitti! E come dicono
loro stessi il “valore aggiunto”, cioè il profitto, appunto, raggiunge in
questo caso il 60%.
Sulla
guerra, come si vede, è tutto in moto e tutto va veloce. Nessuna illusione che
questa tendenza possa cambiare direzione, anzi!, e il risultato di queste
manovre, sotto gli occhi di tutti, è lo spostamento di quantità di miliardi:
dalla spesa sociale alla spesa per la guerra.
Continuare
le manifestazioni contro la Leonardo e la produzione di morte, mentre la lotta contro
il governo fascista e guerrafondaio diventa sempre più urgente e necessaria.

Nessun commento:
Posta un commento