288 giorni di genocidio, oltre 38000 morti, almeno 10.000 le donne uccise dal 7 ottobre, 90000 feriti, 2 milioni di sfollati. E nel 40° sabato a Milano, con il popolo palestinese e la sua legittima resistenza, con rabbia e decisione almeno un migliaio nel corteo da piazzale Loreto alla Stazione Centrale per tenere viva la denuncia contro i crimini nazi sionisti, il genocidio, la crudeltà e la vigliaccheria delle truppe di occupazione israeliane, l’imperialismo mandante e protettore, e accesa la solidarietà e il sostegno alla resistenza, la lotta contro la repressione nel nostro paese, anche con un appello a non mollare l’importante piazza antisionista di Milano, a tenere alta l’attenzione, collaborare a far circolare le iniziative ‘anche in questo periodo di ferie’, a partire dal prossimo 27 luglio.
E dal palco organizzato sul camioncino gli interventi hanno toccato per forza la sentenza della Corte Internazionale dell’Aja, che aggiunge una conferma allo stato di occupante le terre dei palestinesi per Israele, ma per puntare il dito verso lo stato di Israele illegale dalla sua nascita, come tutta l’occupazione dal 1948, non solo per le terre della Cisgiordania. Due popoli due stati? Non vogliamo pace con i criminali assassini prima di aver ottenuto giustizia, non solo per i 38.000 morti, ma per tutte le persone uccise in 76 anni di occupazione continua...Il 7 ottobre è solo una conseguenza di questo, dovete capire quello che è successo al popolo palestinese, smettetela di piangere, dovete aiutare il popolo palestinese, viva la resistenza.
E' stata portata l'accusa per il sosteno
dato ai terroristi israeliani da molte associazioni, organizzazioni internazionali e istituzioni, nella raccolta di soldi per finanziare
i coloni che sono illegali. Mentre le associazioni palestinesi che
operano per dare un sostegno alla popolazione, ai bambini, alle
vedove, sono perseguitate delle poste e dalle banche, dalle
istituzioni che bloccano i conti.
E' stata salutata la resistenza che non arretra, i combattenti yemeniti, libanesi, iracheni. L’imperialismo americano dopo il 7 ott è nel pantano, e nel nostro paese dobbiamo lavorare perché cresca la spinta delle masse, degli operai, contro le istituzioni complici, contro il governo italiano, che ancora nei giorni scorsi ha incontrato il ministro del commercio israeliano per nuovi accordi.
E ribadito: la fine dell’occupazione vuol dire diritto al ritorno e autodeterminazione, vuol dire fare i conti con Israele fondato sui massacri, e sulle galere. Sono più di 20000 i prigionieri palestinesi, tra parlamentari, intellettuali, medici, accademici, universitari, lavoratori, donne e bambini nelle carceri israeliane trattati con sadismo e torture atrocità che ci dicono che i sionisti, disumani e vigliacchi criminali stanno superando i nazisti.
Ed è stata portata anche la denuncia che quella che si sta combattendo è anche una guerra tra una parte venduta agli israeliani e quella parte che resiste e combatte e a volte vince. Perché anche in Cisgiordania succedono fatti molto gravi. Quella che si fa chiamare polizia palestinese, pochi giorni fa ha ucciso un uomo che stava consegnando delle lettere, durante un tentativo di arresto di alcuni membri della resistenza. Grazie al popolo l’operazione è fallita e sono entrati in un villaggio sicuro. I palestinesi hanno dalla loro parte i popoli, i governi sono schierati con Israele, anche quello italiano che sta detenendo Anan Ali e Mansuor perché è fascista e sostiene gli israeliani.
E nel 20 luglio è stato ricordato l’assassinio di Carlo Giuliani, in quel 20 luglio 2001 del G8 di Genova, dove ancora le bandiere palestinesi hanno sventolato nelle tre grandi giornate anitimperialiste, contro la globalizzazione, che con il sionismo sono il cancro della terra. Assassinato dalla mano di un carabiniere, al comando dei fascisti che oggi sono arrivati al governo, e forte si fa sente la repressione, come verso i compagni di Napoli, 18 denunce e 4 obblighi di firma caricati.
Repressione che oggi ha al centro la lotta per la Palestina, ma per li governo fascista della Meloni è programma contro le opposizioni e le lotte. Repressione che chiede la solidarietà per tutti i compagni colpiti, la denuncia per tutti i fatti, e risposte con campagne di sostegno legale e di mobilitazione. Con questo spirito nel nostro intervento (video sotto) abbiamo letto un passo dell'appello di Sebastiano contro la repressione, colpito da un foglio di via da Milano per le contestazioni del 25 aprile 24 in piazza del Duomo.
Sono pericoloso perché sono un sindacalista che fa un tipo di attività sindacale che non è conforme a quella che viene fatta dai sindacati confederali. Sono pericoloso perché partecipo alle manifestazioni pro Palestina e quindi in qualche modo mi discosto da l'opinione comune sulla questione Israeliana Palestinese, etc... Ecco, questo è la pericolosità sociale, non è una reale pericolosità sociale, è appartenenza a categorie che in qualche modo danno fastidio perché cercano di opporsi allo stato di cose.
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