domenica 23 giugno 2019

pc 23 Giugno - Con la lotta delle donne prigioniere palestinesi



Le prigioniere palestinesi dichiarano le loro richieste e pianificano uno sciopero collettivo a partire dal primo luglio
Le prigioniere palestinesi detenute nel carcere di Damon hanno consegnato una lettera ufficiale all'amministrazione carceraria israeliana per informare della loro intenzione di lanciare uno sciopero della fame a partire dal 1° luglio se le loro richieste non verranno prese in considerazione.

In una dichiarazione, l'ex prigioniera Mona Qa'adan ha annunciato che 13 prigioniere avrebbero lanciato lo sciopero, guidate dalla rappresentante delle prigioniere di Damon, Yasmin Shaaban. Alla protesta di uniranno altre donne detenute che scontano lunghe condanne come Shorouq Dwayyat, Amal Taqatqa, Nurhan Awad e Malak Salman. Inoltre ha dichiarato che tutte le donne prigioniere sono pronte a unirsi allo sciopero.

Lo "Strike of the Free Women", il nome dato alla lotta dalle donne prigioniere, si concentrerà su una serie di richieste, tra cui:

Rimozione di telecamere di sorveglianza intrusive dal cortile della prigione
Estensione del tempo di allenamento a otto ore tra le 4:00 e le 16:00
Restauro dei cortili per eliminare i pericoli
Apertura di una biblioteca per i detenuti e un'aula per le ragazze
Una stanza privata vicino alla "mensa" per la preparazione del cibo
Migliori condizioni per le visite dei familiari
Restituzione dei libri confiscati e delle foto di famiglia

Queste richieste sono state precedentemente e ripetutamente sottoposte riscuotendo però solo ulteriore repressione, perciò non c’è altra scelta che lottare per la conquista dei loro legittimi diritti. Qa'adan ha osservato che si tratta di richieste semplici, ma molto importanti per le donne palestinesi detenute, che sottolineano il loro diritto alla dignità umana e ad una vita dignitosa, ed esorta tutti a solidarizzare con le donne prigioniere impegnate in questa lotta.

Il messaggio delle prigioniere rappresenta anche un invito al popolo e alle masse palestinesi, non solo ai funzionari e alle istituzioni, a prendere urgentemente posizione affinché non sia necessario ripetere questo sciopero per difendere i diritti ottenuti dai prigionieri attraverso la lotta.

L'annuncio è arrivato dopo che la scrittrice Lama Khater, 43 anni, è stata condannata a 13 mesi di prigione israeliana dalla corte militare di Ofer. Khater è stata sequestrata dalla sua abitazione ad al-Khalil il 24 luglio 2018. È stata sottoposta a un duro e violento interrogatorio nel centro di detenzione di Ashkelon e gli è stato negato il sonno per giorni. Khater è stata accusata di "incitamento" per le sue pubblicazioni sulla stampa e social media; è stata anche accusata di sostenere un'organizzazione bandita. Tutti i principali partiti politici palestinesi sono vietati dall'occupazione israeliana.

La sentenza d’appello presso l’alta corte di Gerusalemme dello scorso 11 giugno ha ridotto la condanna per Nurhan Awad a 10 anni, secondo quanto riferito da Asra Media. Awad, 19 anni, ne aveva solo 17 quando fu condannata a 13 anni nel carcere israeliano. Una tra i tanti minori palestinesi presi di mira da sentenze estreme, in particolare per gli abitanti di Gerusalemme. Nurhan è stata accusata di aver tentato con suo cugino quattordicenne Hadeel di pugnalare un uomo con le forbici. Hadeel è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco dai soldati israeliani e Nurhan è stata colpita da due proiettili. Dopo che suo cugino fu giustiziato in via extragiudiziale, Nurhan fu imprigionata.

Samidoun Palestinian Prisoner Solidarity Network invita tutti i sostenitori della Palestina e del popolo palestinese ad aderire alla campagna per sostenere la lotta delle donne prigioniere, sempre in prima linea nel movimento dei prigionieri nel corso degli anni e delle lotte susseguite nelle prigioni. Samidoun invita ad organizzare iniziative, rilasciare dichiarazioni e costruire campagne per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro lo stato di occupazione israeliano. Le prigioniere palestinesi stanno lottando per i loro diritti fondamentali, la dignità e la giustizia...è fondamentale sostenere con determinazione i loro sforzi.


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