sabato 20 dicembre 2025

pc 20 dicembre - Torino è stata una grande manifestazione e non è che l'inizio - Il 17 gennaio ci sarà una grande assemblea, prevista una grande manifestazione il 31 gennaio

Gli strilli della sua borghesia e dei suoi rappresentanti mostrano la forza della manifestazione e i concetti di fondo che abbiamo affermato nel comunicato di sostegno e solidarietà

cronache eloquenti

Lo Russo: «Condanna delle violenze e solidarietà a forze dell’ordine, cittadini e commercianti»

«Desideriamo condannare con fermezza gli episodi di violenza che si sono verificati durante il corteo di oggi, esprimendo solidarietà e vicinanza alle forze dell'ordine coinvolte nei disordini, chiamate a operare in un contesto molto complesso e delicato, ai commercianti e a tutte le cittadine e i cittadini che hanno vissuto disagi, peraltro a pochi giorni dal Natale». A dirlo il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, dopo gli scontri di questo pomeriggio alla manifestazione contro lo sgombero di Askatasuna. «Nulla - sottolinea il primo cittadino - può giustificare la violenza e i danneggiamenti, mai: si tratta di comportamenti inaccettabili che non solo violano la legalità, ma compromettono gravemente la credibilità, la forza e il senso stesso delle rivendicazioni, danneggiando profondamente la causa di chi è sceso in piazza per manifestare pacificamente le proprie idee, in modo legittimo e democratico».


Rosatelli: “Violenza ingiustificabile, Torino è città democratica e antifascista”

«Gli ingiustificabili atti di violenza si pongono in antitesi con valori e propositi del patto di collaborazione a cui abbiamo lavorato con spirito di servizio alla città, di dialogo e nonviolenza, e sono da condannare con fermezza perché inaccettabili e perché danneggiano la causa stessa per cui si scende in piazza». A dirlo è l'assessore comunale ai Beni Comuni, Jacopo Rosatelli, a proposito della manifestazione per Askatasuna. «Torino è una città di tradizione democratica e antifascista - aggiunge - e ha le risorse per unirsi e superare ogni difficoltà, restando fedele alla propria storia di conquiste sociali».

Salvini: “Ruspe sui centro sociali covi di violenti”

«Da una parte donne e uomini in divisa, che difendono la legalità. Dall'altra parte i soliti violenti, figli di papà frustrati e falliti, che oggi hanno mandato sette agenti all'ospedale. Lo sgombero di Askatasuna è solo l'inizio. Ruspe sui centri sociali covi di delinquenti». Lo ha scritto su Facebook il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, postando un video degli scontri alla manifestazione di oggi a Torino.

Sette feriti tra le forze dell’ordine

Al termine del corteo il bilancio, secondo quanto riferisce la questura di Torino, è di 7 poliziotti feriti

Sui muri scritte contro Meloni e il sindaco

A fine manifestazione, sui muri intorno alla Gran Madre, vengono proiettati slogan: “Sindaco Lo Russo servo infame, Meloni dimissioni e sbirri di merda”

Fine della manifestazione

Il corteo si sposta da corso Casale in piazza Vittorio Veneto. Una dei leader di Askatasuna, arrivati alla Gran Madre, annuncia la fine del corteo dando appuntamento alle prossime lotte: «Siamo diecimila».

Respinti i manifestanti violenti

Dopo attimi di tensione, la parte più violenta del corteo è stata respinta verso via Napione ma continua il lancio di grossi petardi e la risposta della polizia con gli idranti.

La polizia avanza

Incendiati i cassonetti

Lungo il corso vengono dati alle fiamme alcuni cassonetti portati a centro strada. Tutto il traffico viene bloccato dalle via laterali, compresa via Rossini.

Lancio di pietre

I due schieramenti si fronteggiano nel fumo dei lacrimogeni. Vengono lanciate pietre all’indirizzo della polizia.

Idranti e cassonetti incendiati, momenti di tensione

Idranti e lacrimogeni contro il corteo, poi partono pietre e cassonetti incendiati

“Vergogna fascisti”

Mentre la polizia procede con gli idranti, i manifestanti urlano “Vergogna fascisti!”

Idranti, petardi e lacrimogeni

Il corteo si avvicina al centro sociale sgomberato. La polizia tenta di tenere lontani con gli idranti i manifestanti che si sono avvicinati. Viene attivato un secondo idrante e lancio di lacrimogeni, i manifestanti rispondono con il lancio di cassonetti e bottiglie

Il punto caldo

Il corteo dopo aver percorso via Napione sta svoltando in corso Regina Margherita verso Askatasuna. Per la polizia dovrà rigirare in via Vanchiglia, sarà il punto più vicino ad Askatasuna

La partenza del corteo

L’assessore Rosatelli: «Sono qui per rivendicare il patto di collaborazione»

L’assessore comunale Rosatelli in corteo: «Sono qui per esprimere il mio profondo dissenso nei confronti dell’azione del governo e della sua visione. Sono qui per rivendicare il patto di collaborazione. Come ha detto il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, è un’idea che vogliamo rilanciare. Le città italiane progressiste sono sotto attacco da questo governo».

Corteo partito

Il corteo parte e si dirige verso corso Regina Margherita

Il professor Revelli: “La chiusura di Askatasuna è una meschina vendetta”

Presente anche il professor Marco Revelli: «Sono affezionato all’idea di una città che ha sempre una scintilla di ribellione e non voglio che venga spenta. La chiusura è una meschina vendetta di un ministro che conosce solo lo strumento della forza e della violenza. Mi sento agli antipodi rispetto a questa gente. Hanno scelto anche un giorno simbolico perché il 18 dicembre del 22 gli squadristi compirono la strage di Torino».

Dosio (No Tav): “Le lotte saranno portate avanti dalle nuove generazioni”

Al corte c’è anche Nicoletta Dosio, storica leader No Tav. Al microfono dice: «La lotta verrà portata avanti dalle nuove generazioni, guardate quanti giovani ci sono qui oggi»

Continua ad arrivare gente

Polacchi (Arci): “Siamo contro la repressione e la chiusura di spazi sociali”

Andrea Polacchi, presidente regionale dell’Arci Piemonte: «Siamo contro lo strumento della repressione soprattutto per la chiusura di spazi sociali. Pensiamo che non sia questa la soluzione: il Comune aveva avviato un percorso utile e importante anche per regolarizzare la situazione di Askatasuna, purtroppo interrotto da una forzatura ideologica da parte del governo. Speriamo che il sindaco e l’amministrazione possano riprendere il dialogo».

Alice Ravinale (Avs): «Hanno militarizzato Vanchiglia, questa non è sicurezza»

Tra i tanti presenti Alice Ravinale, capogruppo Avs in Regione. «In Vanchiglia ci vivo e il quartiere è devastato ed esasperato dalla militarizzazione di questi giorni. Oggi c’è una quantità di forze dell’ordine che annulla qualunque retorica del governo sulla sicurezza delle nostre periferie». Continua: «Non avevo dubbi che la partecipazione della città sarebbe stata ampia a questa manifestazione perché le persone che vedono capitare questa cosa sanno che questo non è un attacco ad Askatasuna, ma alla democrazia e all’autonomia delle città. È l’ultimo anello di una catena repressiva che noi in questa città non vorremmo vedere, fa male a tutti».

Presenti tutti i leader storici dell’Aska

Al corteo sono presenti tutti i leader storici di Askatasuna, anche chi nel tempo ha fatto scelte di vita diverse

Un residente: “Askatasuna ci ha sempre garantito spazi»

Un residente di Vanchiglia: «Per noi Vanchiglia è un quartiere vivo e Askatasuna ci ha sempre garantito gli spazi per le iniziative del quartiere. Ma questo non piace alla destra e all'assessore Marrone»

Vincenzo Morrone (Aska): “Questa non è legalità, è il sogno bagnato del governo di muovere i poliziotti”

Vincenzo Morrone (Aska): "Questa non è legalità, è una presa per il culo"

Tra i cartelli

Ogni strada sarà Askatasuna

e

Askatasuna=libertà

L’annuncio di nuove proteste

Il 17 gennaio ci sarà una grande assemblea, prevista una grande manifestazione il 31 gennaio. «Askatasuna non muore: rinasceremo ancora più forti con un progetto collettivo che metterà insieme tutti»

«Trasformeremo Torino nella Val Susa»

«Il governo Meloni ha fatto un colpo di mano e oggi Tajani è venuto a provocare» dicono gli attivisti al microfono. «Noi non ci stiamo a questo gioco e questa operazione non passerà. Metteremo in campo l’esperienza della lotta in Val Susa qui a Torino. Stanno distruggendo tutto e invitiamo la città a sostenerci».

Concentramento davanti a Palazzo Nuovo

Centinaia di persone si stanno radunando davanti a Palazzo Nuovo, luogo di partenza del corteo contro lo sgombero di Askatasuna. «Oggi siamo qui per un motivo preciso: da giovedì stanno cercando di sgomberare quella che è stata messa in atto come una vera e propria invasione delle forze dell’ordine. Torino è una città dove la gente ha imparato a lottare insieme». Ci sono famiglie che si riconoscono nel centro sociale Askatasuna perché ha messo insieme diverse anime cittadine. «Vogliono cancellare un presidio sociale e stanno usando ogni pretesto per cancellarci».

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