mercoledì 15 ottobre 2025

pc 15 ottobre - Il comizio di Trump è quello di una "tigre di carta", un "gigante dai piedi di argilla". Dalla Palestina al mondo, È giusto ribellarsi! Osare lottare, osare vincere!

da ORE12/Controinformazione rossoperaia del 14.10.25

Vedere masse palestinesi accogliere 1968 detenuti palestinesi che Israele ha fatto uscire dalle carceri come previsto dagli accordi; vedere le masse palestinesi comunque alleggerite dal carico giornaliero di bombe che hanno seminato morte, distruzioni, in tutta la Striscia di Gaza, in particolare a Gaza City; vedere passare un giorno, forse due, senza piangere morti, donne, bambini, per il gigantesco genocidio, prodotto in questi due anni dal 7 ottobre, dello Stato sionista di Israele con le armi rivendicate innanzitutto dall'imperialismo americano, non può che essere anche per noi fonte di gioia perché quando il popolo festeggia noi siamo con il popolo. Quando non ci sono morti nel popolo, noi siamo con il popolo. Quando resistenti e combattenti tornano a casa dalle carceri palestinesi, noi siamo con il popolo.

Le guerre dei popoli contro l'imperialismo sono fatte di vittorie e di sconfitte, di avanzate e ritirate, di accordi di pace e di offensive, tutte le guerre di liberazione hanno questa dinamica. Noi siamo dentro questa dinamica dalla parte della resistenza, finché essa è resistenza, organizzazione del popolo in armi per liberarsi.

Siamo dalla parte dei popoli quando sono aggrediti e massacrati dall'imperialismo, siamo dentro questo processo perché il mondo oggi è caratterizzato da tre grandi contraddizioni: la contraddizione tra imperialismo e nazioni e popoli oppressi; la contraddizione tra proletari e padroni e borghesie all'interno dei paesi imperialisti e all'interno anche degli stessi paesi oppressi; la contraddizione interimperialista che sta portando il mondo verso una nuova guerra mondiale, di cui anche tutte le vicende in corso nel Medio Oriente a Gaza come in Ucraina, come in tanti altri angoli del mondo sono un segno evidente.

Quindi per noi comunisti, per i proletari, per le persone che vogliono ragionare con la propria testa, secondo i propri interessi e che fanno parte del proletariato, delle masse popolari, è necessario oggi più

che mai avere una visione concreta e lucida, tattica e strategica, di quello che sta avvenendo nel mondo e in particolare in questi giorni, in queste ore a Gaza.

Questo ci dice che la resistenza è in piedi, il piano di sua cancellazione non è riuscito. Questo ci dice che l'espulsione di tutto il popolo da Gaza non è passata e che il popolo, pur pagando un tributo di morti senza precedenti nella recente storia del mondo, ha comunque mantenuto alta la bandiera e la dignità, ha risposto a sofferenze e morti con la testa alta, con la piena intenzione di non lasciare la propria terra ai mostri sionisti che l'hanno occupata da 75 anni, sotto gli auspici dell'imperialismo, di tutti gli imperialismi, dal primo all'ultimo.

Questo ci dice che la partita è aperta tra popolo, Stato sionista e imperialista, imperialismo americano e tutti i paesi imperialisti e le borghesi arabe, che anche loro sanno da che parte stare.

La partita è aperta e non va chiusa, ma giorno dopo giorno, passo dopo passo, le sorti di questa partita sono ancora da un lato nelle mani dell'imperialismo che si sente forte, e dall'altra nelle mani delle masse popolari e della loro resistenza, che non rinunciano ai loro obiettivi: la fine della guerra d'aggressione in corso, la fine dell'occupazione e la prospettiva di uno Stato di Palestina, libero, democratico, “dal fiume al mare”, perché la storia della Palestina è dal fiume al mare e l'occupazione di una parte di essa, dello Stato sionista, è illegittima.

Per questo è ben necessario rivendicare uno stato di Palestina, che è il contrario dei due stati in cui ci sarebbe un solo vero stato, lo Stato sionista di Israele, e una sorta di enclave di segregazione dei palestinesi autogestiti sotto la forma del cosiddetto “Stato”.

L'ingiustizia sarebbe legalizzata a fronte di una situazione che tuttora, anche all'interno delle attuali regole dell'ONU e del sistema che regola le relazioni mondiali, non è tale. Lo Stato sionista resta tuttora uno stato illegittimo, così come resta il crimine di genocidio sancito dalla Corte penale internazionale.

Trump dalla Knesset, il parlamento israeliano, dice al presidente Herzog di annullare i procedimenti giudiziari contro Netanyhau, perché Netanyhau non è solo un boia genocida ma anche un politicante corrotto, e perfino gli israeliani, quelli che non sono ottusi e accecati dall'odio razzista, sanno bene che è un farabutto, un criminale anche all'interno del cosiddetto “Stato di Israele”.

Salvare Netanyahu dai processi “fa da pendant” all'impegno di Trump e di tutti i suoi servi, Meloni compresa, di salvare Netanyahu dal giudizio della Corte penale internazionale. Ma non è salvarlo dal giudizio della storia, questo è stato già sancito dall’urlo, dalle grida non solo del popolo palestinese - assassini, assassini, giù le mani dai bambini” - ma dai popoli del mondo che sono scesi a migliaia, a milioni, in piazza, in ogni angolo del mondo, e hanno detto di stare dalla parte del popolo palestinese, sia perché sono contro il genocidio, sia perché molti popoli oppressi dall'imperialismo lottano contro l'imperialismo per gli stessi diritti che rivendica il popolo palestinese.

Quindi la lotta continua in Palestina come nel mondo e noi dobbiamo essere ancora più attivi nelle forme concrete che le circostanze concrete del dopo-accordo o dell'accordo in corso pongono nel sostenere il popolo palestinese e la sua resistenza.

Come fronteggiare questa situazione?

Dice Trump che Israele ha vinto con le armi e che ora deve vincere con la pace, ma il disegno di Trump e di Israele e di tutti i suoi alleati è di vincere, “stravincere”, per quello che per loro significa "vittoria";  cancellazione della Palestina, e Israele come 'Grande Israele', gendarme mondiale nei confronti di tutto il mondo arabo nel Golfo Persico e anello indispensabile degli schieramenti per una futura guerra mondiale.

Ma occorre fare i conti con un dato di fatto: il comizio sbagliato, allucinato e allucinante di Trump fatto al Parlamento israeliano, un comizio di stampo nazista di chi si crede padrone del mondo, anche quando la crisi mondiale dell'imperialismo ha mostrato che gli Usa padroni del mondo non lo sono più, o, meglio, non lo sono in forma unilaterale, dato che esistono altri paesi imperialisti, la Russia, la Cina, il sistema dei paesi imperialisti d'Europa, che chiaramente sta stretto in un dominio mondiale dell'imperialismo Usa, per di più sotto il tallone di ferro del fascio-imperialismo targato Trump.

Un inciso: la Russia e la Cina sono paesi imperialisti, nonostante tali non siano considerati da compagni che sbagliano anche nel nostro paese e che vanno criticati, perché non ritenere la Russia e la Cina imperialisti, anche di fronte allo strapotere aggressivo dell'imperialismo americano, è anch’esso, oltre che un errore, un crimine nei confronti degli interessi reali dei popoli. Russia e Cina non hanno espresso una parola reale di sostegno, un aiuto materiale di nessun genere al popolo palestinese e, silenti, si sono uniti al coro di Trump sul beatificare questo passaggio del cosiddetto “accordo di pace”, che "pace" non è, com'è facile immaginare.

Tolto questo inciso, il caporione dell'imperialismo, una figura che se non fosse tragica sarebbe farsesca, ha concionato per 75 minuti distribuendo elogi a tutti i macellai israeliani e avendo parole mielate per tutte le borghesie arabe che evidentemente vengono considerate alleati importanti, una specie di forziere temporariamente depositato nelle loro casse ma che va usato secondo gli interessi dell'imperialismo per finanziare armi e ricostruzione anche a Gaza, per mantenere i poteri dei signori del petrolio, delle ricchezze sproporzionate, per mantenere le diseguaglianze sociali tra ricchi e poveri che in zone come la Palestina diventano stridenti.

Il "padrone del mondo" - o colui che si crede il padrone del mondo - ha recitato uno show televisivo che se non fosse tragico sarebbe farsesco.

Ma perché c'è stato questo show televisivo? Che cosa sta avvenendo nel mondo che origina la produzione di questi mostri al potere?

Bisogna ritornare all'analisi che ha prodotto il fascismo, il nazismo di Hitler. Il capitalismo nella sua forma imperialista non cambia mai, anche quando passa attraverso devastazione e guerra si ricostruisce, diremmo più forte di prima, più forte nella sua immagine, non nella realtà della dinamica del sistema mondiale.

Dopo Hitler, Mussolini e tutti i vari fascismi nel mondo, si è pensato che quella pagina fosse cancellata per sempre, che avrebbe vaccinato l'umanità e le sue classi dirigenti. Il sistema capitalista e le sue leggi invece hanno dimostrato che si ripropone in forme adatte ai tempi di oggi; ma in forme adatte non significa meno orrende, non significa non avere classi dominanti che celebrano la ricchezza e il potere mentre la gente muore di fame o muore sotto le bombe, classi dominanti che vedono anche in Gaza, distrutta, massacrata, un'opportunità di affari, la ricostruzione come “grande affare”, come fonte del profitto, perché dietro alle guerre ai popoli c'è il profitto, dietro le guerre tra Stati c'è il profitto, dietro i progetti di "pace" e di ricostruzione c'è sempre - e solo – il profitto del capitale.

Senza attaccare le leggi di fondo del capitalismo questi orrori diventeranno orrori senza fine.

“Senza fine”?, noi non lo pensiamo affatto. Pensare che il capitalismo, l'imperialismo si siano ridotto a uno show televisivo di un guitto che fa concorrenza a Crozza nei suoi discorsi, nei suoi atteggiamenti, è una cosa che ci dovrebbe rallegrare perché mostra che l'imperialismo è alla frutta, è una tigre di carta, è “nu guappo ‘e cartone” come si dice al sud d’Italia, che ostenta tutta la sua forza, la esercita con arroganza ma perché il suo terreno è fragile, sa che il loro mondo non può continuare in eterno, perché il loro mondo è parte di una classe morente che altro non sa che regalarci che guerre, genocidi, povertà, distruzione.

L'umanità quando si è trovata ai bivi della storia ha trovato sempre la strada per uscirne e ci ha provato tanto, anche in un periodo in cui non era così grave la situazione del capitalismo e dell'imperialismo e che ha prodotto la prima e la seconda guerra mondiale. La prima e la seconda guerra mondiale sono state occasioni per rivoluzioni e liberazione dei popoli.

Una terza guerra mondiale sarà la nuova opportunità per i popoli di liberarsi dell'imperialismo, del capitalismo e delle sue leggi. Opportunità, non certezza, perché questa opportunità si regge sulla coscienza organizzata dei popoli e la coscienza organizzata dei popoli significa Partiti del popolo, del proletariato, della classe più sfruttata tra le classi del popolo, significa Fronte Unito di tutte le masse popolari, compresi coloro che sono stati dalla parte dei governi, degli Stati e della classe dominante ma che di fronte ai bivi della storia passano dalla parte del popolo e fanno parte del Fronte Unito.

La questione delle armi.

Il comizio di Trump è stato tutto centrato sulle armi, "abbiamo armi meravigliose, abbiamo dato armi meravigliose, i generali sono stati meravigliosi". Il primato delle armi.

Il compagno Mao Zedong ci ha sempre insegnato, praticandolo nella liberazione della Cina Rossa, che il fattore determinante sono gli uomini e non le armi, e noi lo dobbiamo dire forte e chiaro oggi anche di fronte a questo trionfo delle armi celebrato dal comizio sguaiato di Trump.

Certo, per liberarsi del potere delle armi bisogna armarsi, senza la resistenza palestinese niente esisterebbe in questo momento, né la tregua provvisoria, né Gaza non ancora cancellata dalla sua popolazione, né i prigionieri liberati, il popolo armato giammai sarà schiacciato.

Oggi più che mai occorre respingere i signori della guerra e delle armi e combattere ciò che sono i governi e gli Stati che ne sono il comitato d'affari.
Ma questo può avvenire solo con il popolo armato, perché le ragioni del popolo sono più forti dell’orrore senza fine del sistema dominante a cui Trump ieri in questo Parlamento ha dato la sua rappresentazione più spudorata, arrogante e grottesca, del genere hitleriano.

Quindi guardare nel basso, quello che realmente sta significando questo accordo nella sua dinamica quotidiana è importante, perché non si tratta di gridare” avanti, avanti” e “viva, viva” indipendentemente dalla dinamica reale della lotta di classe, della resistenza, della lotta di liberazione. Guardare molto in basso a ciò che succederà nella vita quotidiana, innanzitutto dei palestinesi, nelle prossime ore, giorni, ma guardare con la prospettiva di tutto ciò che questo rappresenta: una sorta di paradigma dello scontro mondiale che è in corso e delle ragioni degli uni e delle ragioni degli al

E i proletari in qualsiasi luogo che siano, lontani o vicini alla Palestina, coscienti o non coscienti di quello che è il sistema-mondo, sappiano che questa cosa tocca a noi.

Barbarie o socialismo. Potere eterno dei padroni, degli imperialisti e dei suoi grotteschi rappresentanti, assassini, boia, criminali come Trump, Netanyahu e tutti quelli che si sono riuniti a Sharm el Scheik, in Egitto, per celebrare questo accordo, per farsi le foto di rito e farsi i ringraziamenti reciproci; o mondo libero dallo sfruttamento, dalla guerra, dai genocidi, dalla miseria, dalle morti sul lavoro, dalla sanità che uccide. Questo bivio è dentro questa vicenda quotidiana.

Il comizio sguaiato di Trump ci invita ad alzare la testa e a considerare che anche oggi vale la legge di sempre: mai più! E “mai più” significa lottare per il rovesciamento rivoluzionario di questo sistema su scala mondiale.

Oggi tutti onorano Trump, è grottesco vedere tutti i giornali, giornalisti, persone che si dichiarano intelligenti, istruiti, inneggiare al discorso di Trump, presentandolo come “uomo della pace”; e anche quando viene espressa una critica, si esprime indirettamente ammirazione per quello che ha fatto. I giullari di corte della stampa e della televisione, questi giullari di corte sappiano che abbiamo visto altri giullari di corte, abbiamo visto Hitler e Mussolini e ricordiamo quello che è successo, e ricordiamo Piazza Loreto, come ricordiamo la liberazione di Auschwitz e la tragica e grottesca fine del presunto padrone del mondo, Hitler.

Ecco, da Gaza viene un messaggio di lotta e di speranza e di resistenza, a cui innanzitutto la resistenza palestinese deve guardare, e su questo occorrerà fare un altro ragionamento.

Ma oggi fino in fondo sappiamo da che parte stare, dalla parte della resistenza e del popolo e soprattutto sappiamo la parte che dobbiamo combattere: quella espressa, a nome di tutti i padroni del mondo e dei governi di merda del mondo, da Trump nel suo discorso al Parlamento israeliano.

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