da la stampa
Il ministro di Ben-Eliyahu: “Tutta Gaza sarà ebraica”. Netanyahu ritira la delegazione da Doha
Witkoff è in Sardegna, possibili negoziati su Gaza a bordo di un mega yacht in Costa Smeralda. La Striscia è allo stremo e oltre 100 Ong parlano di carestia di massa

Mentre crescono l'indignazione e gli appelli della comunità internazionale a Israele a fermare il massacro di Gaza, gli Stati Uniti tentano ancora una volta di chiudere un accordo tra lo Stato ebraico e Hamas, nonostante lo stallo nei colloqui che si trascinano da settimane a Doha.
L'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff è arrivato in Sardegna per incontrare il ministro e capo negoziatore israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, Paese mediatore insieme a Usa ed Egitto. Se i colloqui dovessero andare bene, riferiscono diverse fonti, l'inviato di Donald Trump potrebbe poi proseguire per Doha nel fine settimana. Witkoff
intraprende questo viaggio con "la ferma speranza di raggiungere un nuovo cessate il fuoco" e di aprire "un corridoio umanitario per l'ingresso di aiuti che le due parti hanno, di fatto, accettato", ha annunciato la portavoce del dipartimento di Stato, Tammy Bruce, nell'annunciare la missione.La proposta sul tavolo prevede un cessate il fuoco di 60 giorni e la liberazione di 10 ostaggi israeliani ancora vivi (che Trump aveva annunciato come imminente nei giorni scorsi) in cambio della scarcerazione di centinaia di detenuti palestinesi. Ma Hamas vuole anche il ritiro dell'esercito israeliano dalla Striscia e la fine della guerra, mentre l'obiettivo di Israele è distruggere l'organizzazione palestinese e prendere il controllo dell'enclave. «Se non verranno rilasciati presto gli ostaggi, si apriranno le porte dell'inferno», ha minacciato il ministro della Difesa Israel Katz.
le pressioni internazionali su Israele non si fermano, con sempre più Paesi europei che chiedono alla Commissione Ue di esaminare delle misure contro lo Stato ebraico. La Francia ha inoltre accusato il governo israeliano di essere all'origine del "deteriorarsi della situazione umanitaria, segnata dalla malnutrizione e dal rischio di carestia. Questa situazione è il risultato del blocco imposto da Israele''.
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