mercoledì 13 dicembre 2023

pc 13 dicembre - Stellantis: volantino diffuso dallo Slai cobas sc nell'intervento a Mirafiori di lunedì 11 dicembre





OPERAI, OPERAIE,

nel gruppo Stellantis niente di nuovo. La sostanza, oscurata da molti articoli e molte parole a vuoto, nasconde una realtà semplice: i padroni dichiarano profitti e continuano a scaricare sui lavoratori la crisi generale, la guerra commerciale che avviene nel mercato mondiale. Mentre negli stabilimenti vanno avanti riduzione dell’occupazione e intensificazione dello sfruttamento per abbassare il costo del lavoro che è in realtà aumento dell’estorsione di plusvalore di tutti gli operai.

Al di là delle promesse, Tavoli e progetti annunciati, Stellantis considera l’Italia una sorta di anello debole del suo sistema multinazionale. La produzione di auto di questo gruppo nel nostro paese è scesa sotto le 500mila unità, e ora è all’8° posizione in Europa, dietro anche quella in Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca.

Da mesi fino ai giorni scorsi, Stellantis, governo e sindacati dicono che vogliono approntare un piano per raddoppiare la produzione in Italia a 1 milione di autovetture. Ma, come scrive il Sole 24 Ore, questo piano è ancora solo un proposito e sottoposto a condizioni: che ci sia un sostegno per l’acquisto delle auto elettriche, un intervento sulla normativa “Euro 7” e infine, una riduzione del costo del lavoro “per fronteggiare la concorrenza asiatica e cinese”.

Il Tavolo al Mimit, lungi dal trovare una soluzione, ha ulteriormente indicato queste condizioni.

Clamoroso comunque è stato il fatto che mentre Tavares annunciava che Pomigliano continuerà a produrre la Panda, la Meloni incontrando il presidente della Serbia veniva a conoscenza che è in Serbia che sarà prodotta in gran parte la nuova Panda elettrica negli stabilimenti del gruppo di Kragujevac. Inutile dire che la Meloni su questo non ha avuto nulla da dire.

Così come da tempo, mentre si chiede a Torino chiarezza sui modelli effettivi da produrre affinchè si abbiano garanzie occupazionali, intanto la Maserati viene messa in vendita con una Immobiliare.

E’ la linea generale di Stellantis espressa con l’annuncio della proposta di uscite volontarie di 15mila impiegati, un terzo della forza lavoro, dopo un accordo sindacale che ne prevedeva già 2mila.

Un recente articolo de Il Fatto Quotidiano del 5 dicembre da un quadro abbastanza esatto degli effettivi piani di Stellantis che sono rafforzare il vertice della filiera green in Francia e Usa; investimenti, quindi, solo all’estero, con piani dall’America all’Africa.

A Mirafiori gli operai vengono mandati a casa fino a dopo le feste, negli altri stabilimenti avviene anche di peggio. A Cassino vengono annunciati 850 esuberi strutturali, ovvero un terzo del personale e nello stesso tempo viene chiesto ai restanti operai di lavorare di più – dovranno lavorare anche il sabato perdendo una quota importante di salario dovuta al turno unico. A Melfi abbiamo comandate obbligatorie, ricatto: o il trasferimento a Pomigliano o la cassaintegrazione a Melfi, per chi va a Pomigliano significa 5 ore di viaggio per 8 ore di lavoro sulle linee, chi non è contento può dare le dimissioni - mostrando che alla fine il vero obiettivo di Stellantis è spingere gli operai a licenziarsi per ridurre il personale.

Il gruppo Stellantis investe ma fondamentalmente non in Italia; il gruppo Exor è diventato ormai il vero business della famiglia Agnelli/Elkan. Il giornale di Milano Finanza annuncia 138milioni di dollari per finanziare Ursa Mayor, società americana considerata principale fornitore di razzi a propulsione, con un ruolo fondamentale nella costruzione della base industriale di difesa degli Stati Uniti. E’ qui, in sostanza, nei missili Usa, nell’industria degli armamenti, oltre che nella Finanza, il cuore della famiglia Agnelli.

In questo stato delle cose, per gli operai non c’è alternativa alla lotta generale in tutto il gruppo. Solo questo può cambiare lo stato delle cose. A partire dalle condizioni quotidiane, contrastare ogni riduzione dell’occupazione diretta o mascherata, abbassare i ritmi, opporsi ai piani generali e particolari in ogni stabilimento.

Nessuna fiducia nelle trattative al Mimit. Nessuna fiducia nei piani annunciati da padroni e governo. E obiettivamente nessuna fiducia si può avere nella linea attuale dei sindacati confederali, che, alcuni più di altri, non sono autonomi dai padroni e nè dal governo.

Gli operai possono costruire la loro unità alla base.

Servirà nel prossimo anno un duro lavoro per l’organizzazione di classe, in un quadro attualmente di difesa e che in prospettiva possa permettere una lotta vera per cambiare i rapporti di forza e la situazione, che faccia riferimento alla grande lotta dell’auto in questi mesi negli Stati Uniti.

11.12.23

SLAI COBAS per il sindacato di classe

slaicobasta@gmail.com – WA 3519575628 - WA 3407226074

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