giovedì 16 novembre 2023

pc 16 novembre - Diciamo agli operai: Sosteniamo la resistenza palestinese fino alla vittoria, combattiamo il nostro governo complice del genocidio

Intervento dell'operaio dello Slai cobas per il sindacato di classe, della Tenaris Dalmine ad una assemblea on line indetta dal Si.Cobas per preparare la giornata del 17 novembre - Da Controinformazione rossoperaia del 15/11

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Già in campo da una settimana, come Slai cobas per il sindacato di classe, abbiamo preparato delle iniziative nei posti di lavoro, perché riteniamo importante iniziare a far schierare gli operai.

Abbiamo indetto la giornata nazionale per il 17 perché è importate portare la battaglia della lotta di liberazione della Palestina agli operai delle fabbriche.

Faremo presidi dove siamo presenti nelle fabbriche, all’ex Ilva, alla Fincantieri di Palermo, alla Marcegaglia di Ravenna, e alla Tenaris Dalmine che è direttamente coinvolta con le enormi piattaforme come Leviatan, con i tubi per il petrolio, piattaforme sporche di sangue che sono davanti al mare di Gaza, dove ci sono tutte le più grandi piattaforme petrolifere.

È importante dire agli operai che noi non possiamo essere complici di questo genocidio.

Stare con i palestinesi vuol dire essere contro la Meloni, queste due cose sono collegate all’interno delle mobilitazioni, come a Ghedi, dove è diventata centrale la lotta di liberazione della Palestina.

Qui ho visto un pò di distinguo, io l’ho detto anche in altri interventi che ho avuto l’opportunità di fare alle manifestazioni, in particolare in quella bellissima di Milano: ma chi siamo noi per decidere quello che il popolo palestinese ha deciso di fare?

Uniamoci sulle questioni importanti, è giusto dirlo anche ai lavoratori: il 7 ottobre è un punto centrale, è stata una giornata in cui tutti gli oppressi, tutti i lavoratori, devono essere contenti perché ha rialzato la battaglia per la liberazione della Palestina, che è simbolo per la liberazione di tutti gli oppressi, di tutti i popoli e anche di tutti gli operai, quindi dobbiamo sostenere la resistenza palestinese fino alla vittoria.

La lotta di liberazione della Palestina si inserisce in una fase di guerra interimperialista, dove noi dobbiamo combattere all’interno del nostro paese il nostro imperialismo e, anche nella questione palestinese con al centro – come è stato messo giustamente dai Giovani palestinesi nelle manifestazioni, e non solo da loro - il ruolo dell’imperialismo italiano e del suo governo.

Bisogna attaccare e smascherare il nostro governo che sta con gli oppressori, che ci schiaccia come operai. Dobbiamo iniziare a portare questa battaglia nei luoghi di lavoro e far schierare gli operai

Il 20 ottobre c’è stato uno sciopero generale, ma veramente lo è stato? Noi dobbiamo arrivare a costruirlo un vero sciopero generale e la questione della Palestina ci dà una mano per fare un salto di qualità nelle nostre battaglie quotidiane.

I popoli di tutto il mondo stanno con gli oppressi e dobbiamo portare avanti nel nostro paese il sostegno alla Palestina perché è un simbolo.

Tutti i popoli stanno lottando, quello palestinese, in India, per liberarsi dal giogo dell’imperialismo, dobbiamo lavorare qui per unire attorno a questa battaglia internazionalista, la classe operaia, i lavoratori. Il Vietnam lo ha dimostrato. E' il modo per sconfiggere e sostenere la nostra azione di internazionalisti,

di lavoratori che lottiamo per difendere le nostre condizioni di lavoro e di vita; ma lottiamo perché dobbiamo abbattere questo sistema che genera guerra, nazismo, sfruttamento l’apartheid, le forme più barbare di oppressione, come si manifesta in Israele.

Lo stato sionista in Israele è un problema, è frutto dell’imperialismo e non ci può essere liberazione della Palestina senza mettere in discussone lo Stato sionista di Israele.

Così come in Italia non ci può essere liberazione se non mettiamo in discussione il governo fascista Meloni che stringe le mani a Netanyahu, responsabile del genocidio del popolo palestinese.

Nelle piazze queste cose si sentono e si vedono e dobbiamo ringraziare le masse arabe, palestinesi, che stanno scendendo in piazza in modo massiccio, e Milano ogni volta riempie il cuore. Ma dobbiamo lavorare per portare in piazza il proletariato italiano, gli operai, gli oppressi, gli sfruttati, i precari, i disoccupati, perché abbiamo un mondo da conquistare.

Sono i popoli che scrivono la storia, Resistenza fino alla vittoria.

Noi dobbiamo unirci perché deve esserci una guerra popolare

Le masse devono lottare per abbattere questo sistema.

Nella lotta ogni giorno contro i padroni dobbiamo trovare linfa anche dall’insegnamento che ci è stato dato dalla Palestina che in questo momento è il cuore di questa battaglia per la Rivoluzione.

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