giovedì 17 novembre 2022

pc 17 novembre - L'incidente della Polonia - una nota


L’”incidente” della Polonia - Una miccia accesa da Zelensky per spingere verso la guerra mondiale.

Per alcune ore nella giornata di ieri un incidente di oscura natura accorso per la caduta di un missile in Polonia, ha cercato di diventare la Serajevo dei giorni nostri.

Come in automatico, sono scattati tutti i meccanismi di colloqui di pace e incontri di Vertice mentre si accendevano i motori dell’intervento diretto di Nato/Usa e a seguire di tutti gli altri paesi imperialisti che inevitabilmente avrebbe trasformato il potenziale conflitto generale in conflitto reale.

L’incendiario di turno, il terrorista di governo Zelensky, che sapeva molto bene quello che in realtà era accaduto, invece ha scatenato in pieno G20 una criminale fake news che avrebbe trasformato quello che è potenziale dal primo giorno in cui è scoppiata la guerra, innescata dall’intervento “difensivo”

dell’imperialismo russo in Ucraina, in accelerazione e salto di qualità che è nella natura della contesa inter imperialista mondiale.

La miccia è stata, nella stessa giornata che include la notte con il fuso orario, disinnescata. Ma serve a comprendere la realtà delle cose e a svegliare chi non vuole intendere.

E qui non intendiamo i governi imperialisti che dal grande al piccolo sono attivi in questa guerra a diversi gradi, ma i proletari e i popoli del mondo che dai teatri di guerra all’intero globo vengono visti come destinatari e vittime finali di una nuova guerra imperialista mondiale.

Tocca a noi comunisti, due o due milioni che siano, fare comunque la propria parte, che è innanzitutto denuncia e chiarimento, quindi paziente spiegazione che ha tanto più valore e ascolto se fusa e attiva con le lotte proletarie e popolari, che chiaramente sono già dentro le ricadute della guerra in corso attraverso gli effetti sui loro salari e condizioni di vita; e nello stesso tempo costruzione degli strumenti per opporre alla guerra imperialista la rivoluzione proletaria e socialista, a partire dal Partito della rivoluzione da costruire nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse, il fronte unito e soprattutto. nella logica della “guerra alla guerra”, la forza militante armata dei proletari e delle masse.

Tutto questo oggi è ad uno stadio embrionale ma necessario, allo stadio di nascita perché nessuno dei tre strumenti esiste a livello in cui sono necessari.

Chiaramente il primo problema è liberare le fila delle avanguardie proletarie e di lotta, nei movimenti esistenti, degli agenti del nemico, dei demagoghi e degli opportunisti, che non sono nel cielo delle idee ma purtroppo nella terra bruta della lotta quotidiana.

Gli agenti del nemico sono innanzitutto tutti coloro che non comprendono la natura inter imperialista della guerra in corso. Sedicenti “sostenitori dell’Ucraina”, del “popolo dell’Ucraina”; “nazione oppressa dall’orso russo”…, portano avanti posizioni che servono l’imperialismo e la Nato e sono il megafono del regime nazifascista ucraino che tutto difende tranne che la nazione oppressa dei proletari e popolo ucraino.

I demagoghi sono coloro che strillano “guerra alla guerra” - che pure sarebbe una parola d’ordine giusta - pensando che basti gridarla allo stadio attuale delle masse per fare un solo passo in avanti su questa strada.

Demagoghi sono anche i sostenitori della lotta dei proletari e delle masse come se fosse già lotta contro la guerra, lotta internazionalista, quando sanno bene che così non è. Si tratta solo di una forma di auto esaltazione, auto incensamento che distoglie dai compiti reali e necessari qui ed oggi. I nuovi cultori de “il movimento è tutto e il fine è nulla”, che purtroppo come l’”autonomia operaia” ha già dimostrato lasciano solo macerie ,che da illusioni si trasformano in delusione.

Gli opportunisti sono coloro che sanno quello che c’è da fare ma agiscono come “renitenti alla leva”, renitenti all’andare controcorrente per assolvere i compiti difficili, complessi a cui la guerra imperialista ora ma soprattutto in prospettiva ci chiama.

Il punto chiave nella guerra imperialista è comprendere due cose: primo che imperialismo è guerra, imperialismo è reazione, ovvero guerra interna, dittatura di classe che si fa moderno fascismo:

Secondo che il nemico è in casa nostra, ovvero il nostro governo imperialista, che grande o media potenza che sia, è il principale obiettivo della lotta proletaria e popolare, politica e sociale e la forma concreta dell’internazionalismo.

L’”incidente” polacco è solo un episodio, ma è una delle scintille che possono incendiare la prateria del nemico di classe.

Sta a noi con coraggio, impegno e determinazione, a noi proletari e comunisti operare perché le scintille nel nostro campo incendino la prateria della lotta di classe.

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