Lunedì 6 settembre il G7 (il coordinamento delle principali 7 potenze imperialiste mondiali, USA, Regno Unito, Germania, Francia, Canada, Giappone e Italia) ha rilasciato un breve comunicato sugli ultimi eventi in Tunisia (vedi resoconto della nostra iniziativa pubblicato la settimana scorsa su questo blog).
Nel comunicato si afferma che i rapporti bilaterali e multilaterali tra i singoli componenti del G7 e quest'ultimo da un lato ed il paese nordafricano dall'altro sono legati alla necessità "di rispondere alle legittime richieste del suo popolo per un migliore e onesto standard di vita ed una governance efficace e trasparente", subito dopo nel comunicato si chiede con urgenza il ritorno al funzionamento del parlamento e alla nomina di un nuovo capo di governo da parte del presidente della Repubblica Kais Saied, che attualmente ha assunto direttamente il potere esecutivo. Tale nuovo governo dovrebbe, secondo il G7, dare risposte concrete alla crisi economica e sanitaria nel paese nonchè intraprendere un dialogo sulle riforme costituzionali ed elettorali. Infine vengono richiamati i "valori democratici condivisi" come conditio sine qua non per il mantenimento di rapporti tra le parti.
Da quale pulpito viene la predica verrebbe da dire!
I paesi del G7 infatti sono i principali responsabili della dipendenza economica della Tunisia (ed in particolare Francia, Italia e Germania), il controllo diretto e indiretto di sfruttamento di materie prime e di interi settori dell'economia in particolare con lo strumento degli Investimenti Diretti Esteri, l'apertura di aziende offshore, mantengono il paese in una continua dipendenza ad un'economia export oriented cioè orientata alla produzione ed esportazione di beni richiesti nei mercati dei paesi imperialisti mentre
non si producono i beni necessari alla polazione né si sviluppano industrie strategiche per il paese. Gli USA tendono anche a trasformare il paese in un'aperta piazzaforte della NATO, la Tunisia ne è già un paese associato.A tutto ciò si aggiunge il fatto che ad un'approfondita penetrazione economica occidentale con ingresso di capitali e uomini d'affari stranieri, fa da controaltare il divieto alla maggioranza del popolo tunisino di viaggiare liberamente verso i paesi del G7 e altri, data l'oggettiva impossibilità di ricevere un visto turistico e anche di studio viste le elevate restrizioni, questa chiusura delle frontiere è la causa della continua strage di migranti nel Mediterraneo.
Il G7 non dovrebbe quindi permettersi a nessun titolo di parlare delle aspirazioni del popolo tunisino che, al contrario da quanto espresso dal comunicato, gli eventi del 25 luglio scorso hanno parzialmente soddisfatto: congelare un parlamento dominato da forze reazionarie ed eletto dalla minoranza, licenziare un governo che oltre ad aggravare i problemi economici non si era neanche preoccupato di organizzare la campagna vaccinale sono fatti positivi che ampi settori della società tunisina chiedevano da mesi; di contro dopo il 25 luglio in un mese e mezzo sono state organizzate già 5 open day vaccinali con una media di mezzo milione di persone vaccinate in ognuno di essi alcune misure sono state prese contro alcuni speculatori, rappresentanti della borghesia compradora tunisina come nel settore dei fosfati e del ferro.
La preoccupazione del G7 è evidente, i partiti che sedevano in parlamento ed il governo a guida Ennahda in particolare, garantivano gli affari con i paesi del G7, adesso l'esito è incerto anche se ancora è molto presto per cantare vittoria, ma l'incertezza per gli imperialisti rappresenta la certezza che un passo giusto è stato fatto il 25 luglio.
Adesso sta alle forze popolari, proletarie e rivoluzionarie tunisine spingere in avanti e sbarrare la strada ai reazionari interni sostenuti dagli imperialisti stranieri.
Intanto si susseguono le pressioni esterne, non solo dal G7 ma anche direttamente da alcuni paesi imperialisti che ne fanno parte e non solo...
In questo contesto, un segnale positivo è stato la fredda accoglienza ricevuta da una delegazione di parlamentari americani venuti per incontrare Kais Saied e alcuni partiti politici tunisini, il primo ha semplicemente "rassicurato" la delegazione, i secondi hanno rifiutato di incontrarli eccetto qualche singolo parlamentare a titolo individuale, molti dei quali hanno appoggiato le posizioni del presidente. Il giorno in cui il G7 pubblicava il proprio comunicato, l'ex partito di governo Enanhdha ne pubblicava un altro chiedendo di ripristinare il parlamento ed il governo "legittimi", ma dato l'esito di questi ultimi incontri è chiaro che le pressioni di Ennahdha verso gli americani sono momentaneamente fallite, evidentemente quest'ultimi prendono tempo cercando di capire se gli ultimi sviluppi permetteranno alla Fratellanza Musulmana di rappresentare un partner governativo che faccia i loro interessi.
Il segretario generale del sindacato unico UGTT, Tebboubi, in una recente dichiarazione ha denunciato tutti i tentativi di ingerenza straniera, affermando che il popolo tunisino è in grado di risolvere le proprie questioni interne da solo.
Oltre alle pressioni diplomatiche vi sono però anche quelle militari con manovre nella vicina Libia di miliziani ostili con il supporto della Turchia che occupa da più di un anno una importante base militare al confine libico-tunisino nella località di al-Watya nonchè nel porto di al-Khumz, tentativi di infiltrazioni della frontiera e di rimpatri di "tunisini sospetti" hanno portato Kais Saied a ordinare la chiusura delle frontiere, ufficialmnte per contenere la pandemia...
Attualmente si sta profilando quindi un largo fronte eterogeneo (non scevro di contraddizioni al proprio interno) G7/UE-Turchia/Qatar contrastato dagli interessi di due potenze regionali l'Algeria e l'Egitto che invece appoggiano gli sviluppi politici diretti dalla presidenza della repubblica tunisina, in funzione anti Fratellanza Musulmana e allo stesso tempo sono uniti anche sulla questione libica anche in chiave anti-turca.
All'interno della Tunisia, gli islamisti estromessi dal potere hanno quindi un largo sostegno internazionale, è invece ancora incerta l'agibilità ed efficacia politica dello schieramento di forze progressiste e rivoluzionarie e nazionaliste che attualmente sostengono teoricamente il processo politico in atto ma che attualmente sembrano essere in uan fase di attesa, ciò potrebbe risultare "fatale" perchè in questa fase il tempo è tutto, ulteriori ritardi potrebbero portare ad un oggettivo passo indietro nella contraddizione rivoluzione-controrivoluzione nel paese.
I marxisti-leninisti-maoisti italiani sostengono le aspirazioni del popolo tunisino contrastando le politiche generali e migratorie dell'imperialismo italiano in Italia e sostengono le forze rivoluzionarie tunisine, ed in particolare quelle M-L-M nello scontro in atto, lavorando concretamente per l'unione dei comunisti delle due sponde nella lotta contro la borghesia imperialista italiana ed i suoi lacchè della borghesia burocratica e compradora tunisina.
info/contatti materiali provenienti dalla Tunisia ecc.- pcro.red@gmail.com
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