sabato 29 febbraio 2020

pc 29 febbraio - CORONAVIRUS: DAL FRONTE INTERNO... Fare controinformazione - quali "misure"

Continuare a dare una giusta e corretta informazione. Una contro-informazione di parte, nel senso: dal punto di vista e nell'interesse della gente, dei lavoratori, che devono essere protagonisti e non semplici spettatori o ricettori passivi di ordinanze - Su questo un esempio, anche da seguire, è il lavoro che sta facendo un compagno lavoratore dell'Istituto tumori di Milano dello Slai cobas sc (di cui riportiamo sotto un breve resoconto).

Questo è importante anche sul fronte del che fare: da un lato ci sono le ordinanze e decisioni assunte dai decreti del governo, dall'altra quelle "nostre", di classe - alcune, le riportiamo di seguito in sintesi.
Altra questione necessaria per la contro-informazione è lo stato della ricerca per contrastare il coronavirus, il problema dei vaccini, ecc. Su questo è quasi calato il silenzio, e invece è necessario sapere.
Tornando alle indicazioni (come abbiamo scritto in un post)...
"Prima di tutto, siamo contrari che i lavoratori vengano mandati a casa - anche nelle zone più a rischio. Così le aziende si scaricano del problema, e mentre per loro stanno ottenendo con l'ultimo decreto una serie di misure, per i lavoratori si pongono solo ammortizzatori sociali-cassintegrazione ordinaria, con cui comunque avrebbero i salari tagliati.
Ma soprattutto questo aggira il fatto che le aziende devono loro provvedere a tutelare la salute dei lavoratori, adottando misure in azienda sia normali (previste dal TU 81/08 - per esempio, revisione del Dvr - documento valutazione dei rischi) sia straordinarie, presenza costante di medici in azienda, sanificazione degli ambienti di lavoro, ecc. Diversamente o si creano lavoratori di serie A (quelli che possono lavorare da casa) e lavoratori di serie B (mandati a casa o costretti a lavorare a maggior rischio) 
Infine, dalle informazioni e denunce dall'interno delle strutture sanitarie circa il pochissimo personale sia medico che infermieristico che addetto ai servizi, emerge chiaro che tra le misure che il governo dovrebbe porre come urgenti è l'assunzione straordinaria di personale medico, operatori sanitari. Tantissimi giovani sono in attesa di lavoro, ora devono essere assunti".  

DAL LAVORATORE DELLO SLAI COBAS SC MILANO
"Scrivo queste poche righe, per condividere cosa ha suscitato la diffusione del nostro comunicato fatto non il classico volantinaggio ad inizio turno, ma distribuito tra gli infermieri, colleghi oss,
medici delle 3 equipe di reparto, ecc.; mentre con i pazienti e i loro familiari mi sono "limitato" a parlare. Il comunicato l'ho diffuso anche tra i lavoratori/ci della ristorazione e pulizie dell'Istituto, e tra lavoratori di altri reparti come dei laboratori, andando in giro per fare il mio lavoro. 
La prima cosa che ho notato è stato il fatto che, nonostante per ragioni di spazio il carattere del testo era piccolo (cosa che di norma e giustamente i lavoratori non gradiscono) appena leggevano il titolo o li invitavo a leggerlo, quasi non smettevano di leggere, quasi "dimenticandosi" che stavano lavorando, alcuni mi hanno detto che una copia la tenevano per sè per farne altre o per attaccarla nella bacheca di reparto, cosa che è effettivamente avvenuta. Nella mensa, il comunicato è stato accolto con sguardi sorridenti e ammiccanti; qui una lavoratrice aveva fatto una buona diffusione e anche lettura collettiva. Anche un operaio della manutenzione si è attivato per diffonderne copie. Lavoratori mi hanno detto che era pienamente d'accordo col contenuto e che se avevo bisogno "lui c'era". 
Questo lavoro di contro-informazione l'ho continuato anche fuori dal lavoro, dovunque mi trovassi. Per esempio, in una panetteria ho centrato la discussione sulla questione comunicazione o non comunicazione istituzionale, spiegando che lavoro in sanità e quali sono le problematiche che viviamo dal di dentro, soprattutto i tagli fatti dai vari governi, in particolare proprio in Lombardia e Veneto. Qui è come se si è fermata l'attività; sia il panettiere sia clienti si sono fermati a sentirmi parlare; una signora ha parlato del senso di responsabilità della comunità cinese..."

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