da ORE 12
Controinformazione Rossoperaia -
Il riarmo imperialista è diventato la priorità politica, economica, sociale, culturale, ideologica, dell'Europa.
La risposta dell'Europa ai diktat di Trump è un rimedio peggiore del male, i paesi imperialisti europei, i loro governi seguono Trump sulla sua stessa strada. L'unità che essi realizzano all'interno del contesto europeo è un'unità al servizio del riarmo nell'immediato, della guerra interimperialista in generale.
Dice Ursula von der Leyen: “mobilitare le immense risorse dell'Europa a difesa della democrazia e ripristinare la deterrenza contro coloro che cercano di farci del male”.
Le “immense risorse dell'Europa”? Ma non era un'Europa in crisi economica? Non erano i governi europei impegnati in una guerra commerciale, in una riduzione degli effetti dell'economia green per salvare posti di lavoro e reddito delle masse popolari in Europa? Non erano per gli investimenti in materia sociale? Non erano per il PNRR visto come volano dello sviluppo? Non era lì che si dovevano concentrare le risorse secondo le loro stesse parole?
Tutto questo viene buttato nel cesso, come fanno sempre i padroni, i governi, i loro servi, i loro Stati quando c'è da salvare l'interesse generale del sistema capitalistico e dell'insieme dei padroni, non hanno che una strada, quella della contesa con gli imperialismi maggiori, in questo caso l'imperialismo russo, ma anche con il social imperialismo cinese.
Tutto per le armi, e le cifre qui sono “immense”, come dice Ursula von der Leyen, con buona pace di salari, lavoro, salute, sanità, case, trasporti, scuola, con buona pace della cosiddetta “politica green” necessaria per fronteggiare la crisi climatica che pure molti di loro dicono che è devastante, minacciosa,
per inseguire, per dare una risposta alle Grete Thunberg, salvaguardando profitti e divisioni tra padroni, operai, tra capitalismo e masse popolari.Tutto è per il riarmo, tutta la shock economy diventa l’economia per le armi, l'economia di guerra a tutela dell'Europa e di ogni paese, a tutela della nazione.
Ma cos'è l'Europa se non un insieme di Stati capitalisti e imperialisti? L’ Europa è divisa in classi, è divisa, secondo l'analisi scientifica delle società europee, come società capitalistiche/imperialiste. Cosa sono i singoli paesi europei? se non dei paesi capitalisti e imperialisti divisi in classi, da una parte i ricchi, i padroni, i ceti dominanti e tutta l'area di consenso a questi padroni, alla borghesia imperialista che li rappresenta tutti, che rappresenta la finanza, le banche, l'intelligenza artificiale, l'industria. E dall'altra parte i proletari, le masse popolari, dall'altra parte tutta una serie di settori di piccola e in certi casi anche di media borghesia che viene impoverita e si deve piegare agli interessi delle multinazionali, dei monopoli di Stato e privato, all'interesse generale della classe dominante che coincide con gli interessi della borghesia.
Quindi di quale Europa ciancia la maledetta opposizione? La Repubblica, Schlein, Conte e tutta quella banda di giullari della politica che da un lato, con i loro disastri economici, hanno favorito l'ascesa delle forze di estrema destra e di stampo moderno fascista e in molti casi ne hanno anticipato le operazioni, basta pensare a Minniti rispetto all'immigrazione, basta pensare alla difesa delle spese militari e agli interventi italiani militari nei vari scacchieri del mondo, basta pensare a porsi al servizio delle grandi industrie della guerra che sono diventate le uniche che fanno i profitti, pensiamo alla Leonardo e a tutto ciò che si muove intorno alla Leonardo.
La loro politica, quella della cosiddetta “sinistra”, del centrosinistra, è stata una visione pallida di ciò che ora l'estrema destra con i governi di stampo moderno fascista stanno facendo; e anche oggi vorrebbero "moderare" la situazione difendendo la cosiddetta “Europa della democrazia”. Ma di quale democrazia? La democrazia dei decreti sicurezza? la democrazia della caccia agli immigrati, dei naufragi nel mare, la democrazia di un voto truccato dove i partiti che hanno una minoranza di voti diventano partiti di tutto, del governo, dello Stato, della cosiddetta “nazione”?
Il proletariato non ha nazione! Il proletariato è una classe sociale internazionale che in ogni paese, nei grandi paesi imperialisti come nei paesi oppressi dall'imperialismo, si muove come classe internazionale in opposizione al sistema imperialista e capitalista, a ogni singolo Stato, a ogni singolo governo.
Il proletariato non ha nazione. Nazione è una parolaccia, parleremmo di "nazione" - ma certo non in questi termini - se il proletariato e le masse popolari fossero al potere nei paesi in cui vivono, al potere nei paesi oppressi dall'imperialismo, al potere nei paesi imperialisti, al potere dopo che hanno conquistato il potere politico e costruito uno stato di transizione verso uno Stato dell'uguaglianza, della libertà, della democrazia per il popolo, per le masse popolari; quindi solo allora si dovrà difendere il paese, ma chiaramente lo si difenderà non per eternizzare e dividere le nazioni ma per essere un avamposto internazionale di tutti i proletari e le masse popolari nel mondo, come lo è stata la Comune di Parigi, come lo è stata la Rivoluzione d'Ottobre, come lo Stato della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria susseguente alla Rivoluzione nel più grande paese del mondo dell'epoca: la Cina Rossa.
Quindi il proletariato non ha nazione e quindi non ha nessuna Europa, nessuna nazione. NO alle manifestazioni a difesa dell'Europa che è l'Europa imperialista.
NO alla salvaguardia della nazione, della patria, del paese, comunque lo chiamate.
Il proletariato difende i suoi interessi di classe sul terreno economico, politico, sociale, ma anche di cultura, di civiltà, rispetto alla barbarie del sistema capitalistico e alla avidità scientificamente determinata dal sistema delle classi dominanti, dalle classi affamate di profitti, di ricchezze, affamate di banche, di industrie, di potere, classi alla Musk maniera.
Il proletariato non ha nazione/Internazionalismo/Rivoluzione: parole d'ordine non di estrema sinistra - anche se chiaramente chi, se non i comunisti e i rivoluzionari, potevano rivendicarle? - parole d'ordine che sono il segno di una civiltà, di un potere, di una società, di un mondo alternativo che ci faccia uscire dalle barbarie attuali.
Internazionalismo significa unità con i proletari e i popoli del mondo, in primis oggi la Palestina. La Palestina è la nostra patria, molto di più che la gentaglia al governo e al potere, molto di più delle classi dominanti, molto di più dei bordelli alla Vanna Marchi. Questa non è la nostra patria, la nostra nazione, è la feccia, è la barbarie del nostro paese e della nostra nazione. Noi siamo tutti palestinesi come siamo tutti proletari ucraini, come siamo tutti proletari e masse popolari americane, purché si ribellino alla dittatura oligarchico-fascionazista di Trump.
Questa è la nostra patria, la nostra patria è la classe operaia e i proletari del mondo.
È chiaro che la classe operaia e i proletari del mondo si devono muovere insieme, ma tutto ciò non succede perché il veleno seminato tra le masse, dai governi, dalle classi dominanti, dai loro servi, della stampa, della televisione, ha fatto danni estremi, ha creato guerra fra poveri, divisioni nei proletari e nelle masse popolari.
Oggi lo stadio elementare per ricostruire l'unità proletaria e l'unità fra proletari e proletari e masse popolari si chiama sciopero generale per dire NO al riarmo, all'economia di guerra, alla devastazione e distruzione ambientale.
Sciopero generale per dire NO all'avanzata moderno fascista degli Stati, dei governi, alla repressione, ai decreti sicurezza, al razzismo.
Sciopero generale per unirci ed essere un avamposto, una parte del proletariato, delle masse popolari, nel resto dei paesi.
Sciopero generale come in Grecia recentemente, come in Francia alcuni mesi fa.
Come base minima. Senza la lotta per lo sciopero generale manca la base minima per costruire gli strumenti per rovesciare l'intero sistema, in ogni paese e su scala internazionale.
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