martedì 6 ottobre 2020

pc 6 ottobre - Pandemia in Italia: no allo "stato di emergenza" con uso anche dell'esercito

I dati della pandemia nel nostro paese confermano pienamente l’analisi fatta da proletari comunisti sulla situazione. Essa va inserita nel quadro internazionale della pandemia, per il quale rimandiamo all’editoriale pubblicato nell’ultimo numero del giornale ‘proletari comunisti’ in uscita e in diffusione in questi giorni. 

Quello che vogliamo segnalare e che manca da parte del governo e anche della stampa uno sforzo di informazione corretta che permetta di interpretare i numeri in forme efficaci e anche scientifico; perché per noi è estremamente importante dati che analizzino la presenza del covid sui posti di lavoro, nelle fabbriche, nella logistica, nei luoghi di concentrazione dei lavoratori, che monitorizzino l’effettiva presenza dei dispositivi di sicurezza per fare realmente il punto della situazione e orientare le richieste dei lavoratori a tutela della loro salute e quella più generale.

Non possiamo accettare una pandemia che viene diffusa per contagio perché è stato dato un via libera quest’estate, né perché si debbano tutelare in via esclusiva gli interessi di commercianti, ristoratori, discotecari, ecc. 

Un governo che voglia fronteggiare la pandemia deve fare delle scelte nette in questa direzione.

L’altro fronte sono le scuole, i trasporti. L’apertura delle scuole è giusta e necessaria e deve essere

mantenuta, ma le condizioni di sicurezza restano insufficienti, e la risposta non è chiuderle ma renderle sufficienti. Il sistema dei trasporti richiede misure di emergenza non per ridurli ma per aumentare mezzi, corse, e così via.

Per questo respingiamo un generico “stato d’emergenza”, per di più “garantito” dai controlli dell’esercito. 

L’emergenza sanitaria domanda un’azione mirata. E su questo lavoratori e studenti non possono essere spettatori passivi di provvedimenti governativi ma soggetti attivi che con lotte e rivendicazioni difendano realmente la salute  e impongano al governo e ai padroni e padroncini che gli stanno dietro misure d’emergenza adeguate.

Appare chiaro che i prossimi mesi possono essere molto duri, e non ci pare affatto che le strutture sanitarie siano state potenziate, nonostante tutte le promesse, annunci, in condizione di fronteggiare l’emergenza.- Però anche qui troviamo preoccupante il silenzio e passività di lavoratori e operatori della sanità che dovrebbero a nostro giudizio farsi sentire molto di più.

E’ inutile dire che la questione dei soldi disponibili, annunciati sta diventando una farsa, in cui alcune cose sono chiare: i padroni, e in primis la Confindustria vogliono soldi per sé, e questi soldi non arrivano per fronteggiare un’emergenza ma per ripristinare sotto il tallone di ferro del capitale la logica di socializzare le perdite e privatizzare i profitti. 

E’ esattamente il contrario di quello che operai e masse popolari devono richiedere, pretendere. 

proletari comunisti/PCm Italia

7 ottobre 2020

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