martedì 19 novembre 2019

pc 19 novembre - Grecia repressione a Exarchia – 46 anni dopo il massacro del Politecnico la Polizia invade il quartiere


Sono state settimane di tensione per gli studenti di Atene, la Grecia sta vivendo un nuovo autunno caldo. La revoca dell’asilo universitario, legge che salvo casi eccezionali impediva alla polizia di entrare nelle università, ha scatenato i primi atti repressivi delle forze dell’ordine (MAT). Il neonato governo di destra ha cancellato quindi una norma introdotta all’indomani della caduta della dittatura dei colonnelli, avvenuta a seguito delle rivolte nel Politecnico del novembre del 1973. Il tempismo è stato infatti fatto notare soprattutto per la vicinanza con la data di ieri, ricorrenza della strage al Politecnico stesso.
Lunedì scorso la Polizia di Atene ha fatto irruzione nell’Università lanciando gas lacrimogeni e arrestando due giovani studenti. È seguita la stessa sera una grande manifestazione. Poi un’altra
giovedì pomeriggio. La scorsa settimana è stata denunciata l’aggressione esercitata da un gruppo di agenti su alcuni giornalisti e reporter, un triste capitolo della nuova fase storica dell’antica capitale della democrazia ateniese.
Allo stesso tempo, il Primo Ministro – che aveva promesso di normalizzare il quartiere autonomo e resistente di Exarchia in poche settimane – ha inaugurato negli ultimi mesi un’inaudita stretta repressiva, iniziata con lo sgombero di alcuni squat e con l’inasprimento delle pene per reati legati alle dinamiche di piazza. Quest’anno occupazioni abitative e di primo soccorso per migranti hanno subito irruzioni da parte della polizia, la stessa sorte è toccata ad alcuni squat come il Vox.

La situazione già drammatica è contornata dall’estrema povertà diffusa in tutta la Grecia; la capitale risente ancora degli effetti della crisi e delle politiche di austerità imposte dall’Unione Europea, i giovani emigrano e la città continua a svuotarsi, lasciando palazzi sventrati e pericolanti a pochi metri dagli angoli più ricchi e attraversati dal turismo. L’arrivo di nuove droghe pesanti (altamente tossiche, ma economiche e facili da reperire) ha lasciato per strada tutta quella generazione di sfrattati e sottoproletari che, già senzatetto, ora oscilla pericolosamente tra la vita e la morte.
Si tratta in particolare dell’arrivo nelle piazze di spaccio della “Sisa”, soprannominata “droga dell’austerity”, un mix letale di metanfetamine tagliate con il liquido della batteria delle automobili, shampoo, olio di motore e sale. La “Sisa” si smercia e si consuma alla luce del sole, spesso anche sotto gli occhi incuranti delle forze di polizia, lasciando a chi ne è dipendente una prospettiva di pochi mesi di vita. A seguito del tracollo economico del 2009, il settore della Salute e della prevenzione ha subito tagli sconcertanti, al punto che sono esponenzialmente aumentati i casi di dipendenza e di contrazione di HIV poiché non esistono più i servizi necessari per gestire un fenomeno così capillare e di tale entità.
Exarchia è uno dei quartieri più colpiti da questa piaga e negli ambienti anarchici si dice che sarebbe proprio la polizia a indicare a dipendenti e pusher di spostarsi nella zona, salvo poi dislocarli di tanto in tanto in aree più periferiche, perché siano meno degradanti agli occhi del turismo cittadino.
Intanto i compagni hanno aperto una campagna di sensibilizzazione contro Airbnb che, nel processo di gentrificazione in corso, acquista gli ultimi blocchi di case prima abitati da ateniesi e li riaffitta in funzione dell’aumento del turismo di massa. In questo quadro i governi, da Syriza a Nea Dimokratia, intervengono con forza marziale su tutte quelle persone e comunità che tentano quotidianamente di costruire una realtà alternativa e più vivibile.

Domenica 17 novembre, a 46 anni dalla terribile notte del massacro al Politecnico, decine di migliaia di studenti e manifestanti sono scesi in piazza per la ricorrenza in tutta la Grecia. Solo ad Atene 25mila persone hanno attraversato le vie del centro per dirigersi verso l’ambasciata degli Stati Uniti, complici all’epoca della Giunta dei colonnelli. Dopo il corteo, concluso verso le 19, gli abitanti di Exarchia si sono trovati il quartiere occupato da quasi 5.000 poliziotti in assetto anti-sommossa che, in un intervento coordinato tra elicotteri, droni e blindati, hanno reso impossibile l’accesso e l’uscita dal distretto.
Se in precedenza Exarchia ha avuto realmente la capacità, non solo per fama, di tenere la polizia lontana dai suoi spazi e dalle case, la scorsa notte gli agenti hanno perquisito ogni angolo, fino ai tetti e ai balconi. Se prima è stato possibile proteggere gli abitanti e i manifestanti con la celebre resistenza di strada, per la prima volta, in occasione di queste commemorazioni, il quartiere è caduto in mano al braccio repressivo dello Stato, la polizia. Quest’ultima, nell’esuberanza di trovarsi per la prima volta padroni delle strade, ha dato il via a una caccia all’uomo oltre che a pestaggi violenti a giornalisti, manifestanti e passanti.
Nel panico causato dai rastrellamenti sono stati arrestati una trentina di compagni, portati via in fila indiana sotto gli sguardi scioccati di chi dalle finestre era riuscito a mettersi in salvo.
Verso la mezzanotte un ultimo gruppo di persone radunatosi per resistere alla retata è stato definitivamente caricato e allontanato. Questi ultimi avvenimenti non hanno precedenti nella lunga storia politica di questo quartiere.
Nicolas Seegatz

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