giovedì 18 luglio 2024

L’attentato a Trump - note di orientamento modificate

 

Queste note sono la trascrizione di una nota audio a caldo, trascritta nel modo peggiore possibile... Ci autocritichiamo per questo, e' stata rivista per renderla più chiara        

Che effetto ha nel concreto nella campagna elettorale americana l'attentato a Trump? Unisce e compatta l'elettorato di Trump che diventa più aggressivo, più determinato, ma non crediamo che allarghi le prospettive elettorali di Trump. Il tentativo di Trump di usare in questo senso l'attentato non ha nessuna chance. Dall'altro lato alimenta nell'elettorato non trumpista la paura di quello che può succedere con Trump. E quindi dovrebbe rafforzare Biden? Ma Biden con la sua politica in particolare sul fronte della guerra, ha perso ogni possibilità di raccogliere intorno alla sua presidenza tutte quelle fasce della popolazione che l'avevano votato in senso anti Trump, cioè, ha perso a "sinistra", e nel popolo, qualsiasi tenuta del suo consenso, per di più con la crisi personale, spinge l’establishment a preoccuparsi realmente che non abbia non solo chance di vittoria, ma chance di governo tale che debbano cambiare il candidato.

Ma l'idea del cambiamento del candidato a fronte di una situazione che si è ulteriormente arroventata e avvelenata, sembra comunque non in grado di cambiare le cose. Tenendo conto che poi, alla fine, è vero che contano gli editoriali dei giornali, gli attori e così via, ma queste forze sono di opinione pubblica che incide casomai sul voto, ma chi decide è pur sempre la Convention del partito e la Convention del partito non ha trovato alternative. La scelta di Kamala Harris l'hanno già fatta, ma sostituirla a Biden a tre mesi dalle elezioni sembra difficile a invertire la rotta

Quindi tutto questo dibattito sulla rinuncia di Biden alla fine non inciderà nel voto. Se lo cambiano ci sarà una parte dell'elettorato che sarà molto ringalluzzito da questo cambiamento - tutti coloro che votarono Biden in senso anti Trump, convinti che era la soluzione meno reazionaria hanno visto tutta la politica di Biden centrata sulla guerra, sul sostegno a Israele nel genocidio palestinese ecc.; questo ha spiazzato le altre correnti che fanno parte dell'elettorato Biden, non solo quelle a sinistra, ma anche quelle filoeuropeiste… 

D’altra parte se Trump è rimasto in sella, è dipeso solo in parte dalla tenuta del suo elettorato che era di 70 milioni di persone alle elezioni precedenti, ma perché una serie di interessi industriali, finanziari sono con Trump. In un certo senso Biden sul fronte dell'industria bellica ha spinto molto anche sulla possibilità di togliere appoggi a Trump sul piano di interessi industriali legati all'industria bellica, ma nella sostanza non ha avuto grande esito questa campagna. La sponsorizzazione di Trump è fatta anche da un Elon Musk, per esempio, in maniera molto esplicita. Quindi si tratta di tutta una serie di interessi economici, una frazione consistente dell'imperialismo americano comunque vuole Trump.

In Europa, i governi filo Trump sono più di prima. Tutto lo spostamento a destra significa che sono molti i governi  pronti a passare a Trump; quindi Biden neanche e' il candidato sostenuto dalle potenze imperialiste europee in forma compatta rispetto alla politica isolazionista o avventurista di Trump, tale che abbiano interesse a che Trump non diventi Presidente, … Netanyahu, per esempio, sa che con Trump avrà la copertura integrale del piano genocida.

Quindi, in sostanza, per noi l'attentato non incide in maniera significativa nella campagna elettorale. Per di più le caratteristiche di questo attentato sono un segnale di alcunché. Purtroppo, fanno parte dello stato delle cose, del sistema, della democrazia americana - tutte le campagne, le crociate contro la lobby delle armi si sono spuntate, non hanno avuto alcun esito.

Sul fronte dei lavoratori, poi, anche in America il fronte dei lavoratori non è stata certo la carta vincente di Biden, ma fu in una certa fase la carta vincente di Trump nella precedente elezione.

L’unico movimento, anche in America, di influenza generale è il movimento per la Palestina,… Sui movimenti degli afroamericani la situazione non resta nello stesso stato perché considerare gli afroamericani al di fuori delle classi è una vecchia storia, non è una storia attuale, attualmente una parte rilevante della classe dominante americana è afroamericana e questa si schiera con Trump e o con Biden. Altre componenti dell'immigrazione non si sono mai distinte per una particolare posizione progressista, sia quelle provenienti dall'America Latina, sia quelle provenienti dall'Asia. 

In sostanza, non si vede all'orizzonte un movimento di popolo in grado di cambiare l'esito elettorale. E siamo sempre di più a rimedi peggiori del male che rendono, per esempio, assolutamente diversi, anche di fronte a uno scenario di vittoria di Trump, gli Stati Uniti dalla Francia…  Si sa che Trump guarda con sospetto i governi europei, si sa che Trump non considera Putin il diavolo, Putin il reazionario è trumpista. Quindi qualche influenza ci potrà essere nella politica verso l'Ucraina. Per il resto, per quanto riguarda la Palestina, Trump è più filo Netanyahu di Biden. 

Lo stato delle cose è che le masse non hanno la possibilità di contare nel voto in maniera che sia un luogo in cui esprimano la loro opzione politica, nei limiti di coscienza e organizzazione - non è la situazione francese. Sarà importante in questo momento vedere la posizione dei movimenti che sono a cavallo tra il non voto e il voto. Questo fronte che ebbe una posizione antitrumpista come priorità, oggi è pienamente in lotta contro Biden, quindi, non si vede come alle elezioni - in forma anti Trump - si metta a votare. Non ci sono queste condizioni.

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