venerdì 24 novembre 2023

pc 24 novembre - Sindacati in tutto il mondo boicottano le forniture di armi a Israele - info

Marc Vandepitte | morningstaronline.co.uk
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/11/2023

I sindacati palestinesi hanno lanciato un appello ai loro colleghi di tutto il mondo per il boicottaggio delle forniture di armi a Israele. Questo appello viene ora ascoltato in molti Paesi.


Manifestanti chiedono un cessate il fuoco nella guerra di Israele contro Hamas durante il passaggio dell'auto del presidente Joe Biden che partecipa a un evento dell'United Auto Workers

Quando Israele ha scatenato la sua spietata guerra di vendetta contro la popolazione di Gaza, i sindacati palestinesi hanno lanciato un appello ai loro corrispettivi di tutto il mondo per il boicottaggio delle forniture di armi a Israele:

"Mentre Israele intensifica la sua campagna militare, noi sindacati palestinesi chiediamo alle nostre controparti a livello internazionale e a tutte le persone di coscienza di porre fine a qualsiasi forma di complicità con i crimini di Israele, interrompendo con la massima urgenza il commercio di armi con Israele, tutti i finanziamenti e la ricerca militare. Il momento di agire è adesso: le vite dei palestinesi sono sul baratro".

I sindacati belgi sono stati i primi a dare il buon esempio. In un comunicato stampa congiunto, hanno chiesto di fermare le spedizioni di armi destinate a Israele. Si sono rifiutati di contribuire all'uccisione di vittime innocenti e hanno chiesto un cessate il fuoco immediato: "Noi, i vari sindacati attivi nel settore dell'assistenza a terra, chiediamo ai nostri iscritti di non movimentare più i voli che trasportano materiale militare verso la Palestina/Israele, come prevedevano accordi e regole chiare all'inizio del conflitto con la Russia e l'Ucraina ".

L'esempio belga è seguito da molti Paesi. L'elenco si allunga ogni giorno.

Negli Stati Uniti, una parte della United Auto Workers (UAW), che attualmente sta conducendo una dura battaglia per ottenere aumenti salariali, chiede il boicottaggio di Israele.

"Assistiamo con orrore all'invio di truppe statunitensi per sostenere l'invasione terrestre israeliana di Gaza. Piangiamo la perdita di vite civili. Rifiutiamo categoricamente il sostegno degli Stati Uniti all'omicida regime israeliano nel suo continuo genocidio dei palestinesi, che dal 7 ottobre ha ucciso più di 7.000 [...] persone e ne ha ferite altre 16.000 [...] in attacchi aerei e ha tagliato acqua, cibo ed elettricità alla popolazione di Gaza. Chiediamo all'UAW di sostenere e attuare il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS)".

La United Tech and Allied Workers of the United Kingdom and Northern Ireland (parte della CWU) si unisce agli appelli dei sindacati palestinesi affinché il movimento sindacale internazionale ponga fine a ogni complicità e intraprenda azioni concrete contro le forniture di armi a Israele.

Il Central Trade Union Council of India, che rappresenta oltre 600.000 lavoratori, si appella ai sindacati affinché boicottino le forniture di armi a Israele.

"Estendiamo il nostro pieno sostegno all'appello lanciato dai sindacati palestinesi a tutti i lavoratori del mondo e ai loro sindacati affinché si uniscano e boicottino la produzione o il carico di armi e attrezzature militari destinate a Israele e alla sua brutale guerra".

In Brasile, la CUT, la più grande federazione sindacale che rappresenta oltre 7,4 milioni di lavoratori, ha approvato una risoluzione in cui si impegna a sostenere incondizionatamente i palestinesi.

L'Unione canadese dei dipendenti pubblici, il più grande sindacato del Paese con 75.000 iscritti, ha adottato una risoluzione in solidarietà con il popolo palestinese, che chiede al governo di "porre fine alla vendita di armi a Israele".

In Giappone, il National Railway Motive Power Union della città di Chiba (un milione di abitanti) ha risposto all'appello dei sindacati palestinesi: "Il governo giapponese intende fornire armi e aiuti finanziari a Israele, tra le altre cose. L'associazione ferroviaria vuole impedirlo. Sosteniamo pienamente la lotta del popolo palestinese e ci batteremo con tutte le nostre forze per rovesciare l'amministrazione Kishida, membro dell'imperialismo internazionale - causa dell'oppressione del popolo e causa della guerra".

In Colombia, il sindacato dei minatori vuole sospendere la fornitura di tutti i minerali e i combustibili a Israele. Come ha osservato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, questi eventi "non avvengono nel vuoto". Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione; ha visto la sua terra costantemente inghiottita dagli insediamenti e tormentata dalla violenza.

"La loro economia è stata soffocata, la loro gente sfollata e le loro case distrutte. Le speranze di una soluzione politica alla loro situazione stanno svanendo.

"La risposta del governo israeliano è stata descritta dal presidente Gustavo Petro come una situazione simile a quella vissuta nei campi di concentramento nazisti. È un genocidio. Alla luce di questa barbarie, il nostro presidente ha richiamato ieri l'ambasciatore colombiano in Israele per consultazioni.

"Appoggiamo pienamente queste decisioni e incoraggiamo il governo a sospendere le spedizioni di carbone colombiano e di tutti i metalli e minerali verso Israele come leva per un immediato cessate il fuoco, come richiesto dalla società civile, dalle organizzazioni per i diritti umani, dalle chiese e a cui ci uniamo come organizzazione sindacale. Cessate il fuoco ora!".

A Barcellona, i lavoratori portuali hanno deciso di non permettere l'invio di materiali destinate al conflitto nella Striscia di Gaza. Lo fanno per "l'unico scopo di proteggere la popolazione civile, indipendentemente dal territorio. Nessuna ragione giustifica il sacrificio di civili".

I lavoratori portuali considerano un "obbligo" collettivo difendere la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo "con le unghie e con i denti". Criticano il fatto che molti Paesi sembrano aver dimenticato di aver firmato la Dichiarazione. Sottolineano che questi diritti umani sono "attualmente violati in Ucraina, Israele e nei territori palestinesi".

I portuali chiedono un cessate il fuoco immediato e soluzioni pacifiche ai vari conflitti.

In Polonia, la più grande confederazione di sindacati, l'OPZZ, chiede la fine della cooperazione militare con Israele.

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