I guerrafondai in Europa e nel mondo non si sono fatti certo
distrarre dalle elezioni europee e continuano a ragionare su come continuare la
guerra.
Charles Michel, attuale presidente del Consiglio europeo, ha
illustrato in un incontro con i giornalisti, tra cui Il Sole 24 ore che ne
riporta il contenuto, il programma politico della prossima legislatura
che sarà fondato su tre pilastri: principi democratici, competitività
dell'economia, sicurezza e difesa. È sulla difesa però che si concentra,
e cioè sulla preparazione per la guerra. Michel dice che quasi tutti i capi di
stato e di governo adesso sono convinti ad affrontare la questione insieme e ha
aggiunto che la nuova agenda strategica deve rimettere in discussione i “vari
tabù”.
I tabù da superare sono soprattutto quelli legati ai soldi: “In
un canovaccio del documento che sarà approvato il 27 28 giugno”, preparato
quindi prima delle europee “si parla di un nuovo fondo dedicato alla difesa
con cui finanziare progetti faro a livello europeo, tra cui uno scudo
per la difesa aerea” perché “l'Unione europea” è “dinanzi a un cambiamento
paradigmatico”.
Per questo “cambio di paradigma” che sarà argomento
del prossimo “bilancio comunitario 2008 2034” si dovrà discutere dell’aumento
del fondo per la “difesa” che per adesso è dell’1% del Pil.
Lo stesso giorno in cui Michel
illustra il piano strategico, il Fatto quotidiano riporta una affermazione del capo della Difesa norvegese il
generale Eirik Kristoffersen, a proposito della guerra in
Ucraina: “Abbiamo una finestra per i
prossimi 2-3 anni per ricostruire le nostre forze e i nostri arsenali,
mentre sosteniamo Kiev”, ha argomentato il generale.”
“La stima che arriva della
Norvegia (Paese che non è nell’Ue ma è membro dell’Alleanza atlantica) – dice il
giornalista - è molto inferiore alle stime precedenti fatte dal ministro
della Difesa Boris Pistorius, che aveva
affermato di ritenere che Mosca avrebbe potuto attaccare un Paese dell’Alleanza
tra “5-8 anni”.
E questo
mentre il tedesco “cancelliere Olaf Scholz garantiva ai media nazionali” di essere convinto
“che il cambio di rotta occidentale sul consenso all’uso di armi Nato per
colpire obiettivi in Russia “non comporta rischi di escalation” del conflitto!
L’escalation
c’è eccome! E ogni giorno sia con i fatti (l’addestramento e l’invio di soldati
in varie forme in Ucraina e le esercitazioni nucleari della Russia…), che con
le dichiarazioni si confermano i passi in avanti verso la terza guerra mondiale,
che sarà l’argomento principale che al G7 che si tiene in Puglia nei prossimi
giorni.
Le
manovre per la guerra tra i paesi imperialisti per la nuova spartizione del
mondo si scaricano sui proletari, i popoli e le masse popolari del mondo
intero.
È necessario
opporsi con ogni mezzo ai piani di guerra dei padroni del mondo.
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