mercoledì 12 novembre 2025

pc 12 novembre – 2mila miliardi: profitti sempre più alti e salari sempre più bassi… la lotta per gli aumenti salariali è urgente e necessaria

 

La polemica di questi giorni sui salari bassi e fermi da trent’anni per gli operai e le operaie, le lavoratrici e i lavoratori e nella sostanza di quasi tutto il mondo del lavoro salariato, e su chi sono i ricchi di questo Paese ottiene una ulteriore risposta, che dovrebbe essere definitiva, da un articolo del Sole24Ore di oggi.

Il titolo è chiaro! “Dividendi record: nel 2025 saliranno sopra la barriera dei 2mila miliardi” a livello globale!!! E infatti l’articolo comincia con una bella soddisfazione: “E’ stata davvero un’estate da ricordare quella dei dividendi”. Si tratta di 518,7 miliardi solo nel terzo trimestre.

I “dividendi” sono di fatto i profitti che vengono distribuiti a chi è in possesso di azioni. E proprio le banche, che incassano miliardi, fanno la parte del leone in questa “spartizione” incassando quasi la metà

dell’incremento globale avvenuto nel terzo trimestre, il doppio (11%) di tutti gli altri settori (5,5%).

Ai lamenti dei padroni delle banche e delle assicurazioni per il “contributo” che dovrebbero versare (e poi riprendersi) per dare una mano al governo per il varo della legge finanziaria (che ruba ai poveri per dare ai ricchi) di quest’anno, fa da contraltare l’enfasi del rapporto della Capital Group sui dividendi: “Siamo a quatto anni di massimi trimestrali … I progressi sono stati diffusi, visto che l’88% delle 1.600 società prese in considerazione (le più grandi al mondo, che rappresentano circa l’85% delle capitalizzazione di mercato globale) ha migliorato o mantenuto costante rispetto all’anno precedente l’ammontare di denaro versato ai soci”.

Se “… gli incrementi sono stati diffusi in particolare negli Stati Uniti…. le sorprese positive sono arrivate da Taiwan, Hong Kong e dall’Europa continentale. Quest’ultima vede una crescita a doppia cifra … per l’Italia Eni e Enel che insieme hanno distribuito agli azionisti…” oltre 4 miliardi di dollari. Mentre le banche Intesa Sanpaolo e Unicredit oltre 10 miliardi!!! E perfino la Stellantis che si dice in crisi ha distribuito nel primo trimestre miliardi!

Dall’altro lato della barricata abbiamo i salari, argomento che vede una discussione quotidiana, almeno sui giornali e nelle trasmissioni televisive. Da questo punto di vista la novità è data dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che conferma la direttiva sul salario minimo, ma non entra nel merito di quanto deve essere questo minimo, e “annulla due disposizioni” scrive la Repubblica: “L’elenco dei criteri obbligatori che gli Stati con salario minimo legale avrebbero dovuto considerare per fissarlo e aggiornalo: costo della vita, livelli salariali e loro distribuzione, tasso di crescita dei salari, produttività di lungo periodo. E la regola che impediva la riduzione del minimo in presenta deflazione e di meccanismi automatici di indicizzazione” perché sarebbero “ingerenze indirette” nel livello delle retribuzioni, competenza che i Trattati riservano agli Stati membri”.

Questa sentenza lascia invariata la questione del salario minimo per quanto riguarda l’Italia, dando ancora una volta una mano al governo moderno fascista della Meloni, perché per la sua introduzione sarebbe decisiva la percentuale di lavoratori coperti dalla contrattazione collettiva che in Italia sarebbe oltre il 90%, “ed è questo l’argomento con cui il governo Meloni ha finora rifiutato  l’idea di un salario minimo legale…”. E questa è una delle altre balle della Meloni, perché è proprio la “contrattazione nazionale” “concertata” in tutti questi anni da governi e sindacati confederali che non ha garantito affatto i salari! Ed è proprio per questo che a fronte dei profitti sempre più miliardari che arricchiscono la borghesia, la lotta per aumenti salariali, oltre che per l’introduzione di un salario minimo, devono essere all’ordine del giorno della classe operaia!

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