Grottesca giustificazione di Contropiano della posizione russo/cinese -Massima critica e denuncia di questa posizione e dei loro sostenitori nelle assemblee e nelle manifestazioni
proletari comunisti
A ORE 12 Controinformazione Rossoperaia nei prossimi giorni le implicazioni di questo nella mobilitazione proletaria e internazionalista a sostegno del popolo palestinese e della Resistenza
Gaza. L’ONU approva la risoluzione statunitense. Contrari palestinesi e Israele
Il testo è stato modificato più volte durante i negoziati, è passato con 13 voti a favore e l’astensione di Cina e Russia. Con il piano viene autorizzata una forza militare internazionale di “stabilizzazione” per la Striscia di Gaza, che dovrebbe anche provvedere al disarmo dei combattenti di Hamas.
Le organizzazioni della resistenza palestinese – e non solo Hamas – hanno respinto la risoluzione, ribadendo la sua “pericolosità” e “il tentativo di sottomettere la Striscia di Gaza all’autorità internazionale”. Le organizzazioni palestinesi respingono qualsiasi clausola che preveda il disarmo di Gaza o che possa ledere “il diritto del popolo palestinese alla resistenza”.
Ma anche Israele si è detta contraria al piano previsto dalla risoluzione approvata ieri dal Consiglio di Sicurezza.
Netanyahu ha ribadito che Israele resta contrario alla nascita di uno Stato palestinese e ha promesso di
smilitarizzare Gaza “con le buone o con le cattive”. “Se accelerano il riconoscimento dello Stato terroristico palestinese, e l’ONU riconosce uno Stato palestinese, dovrebbero essere ordinati assassinii mirati di alti funzionari dell’Autorità Palestinese, che sono terroristi a tutti gli effetti”, ha minacciato il ministro ultrasionista Ben Gvir.In sede di Consiglio di Sicurezza dell’ONU la Russia aveva presentato una bozza alternativa che cancellava dal testo ogni riferimento alla smilitarizzazione di Gaza, si opponeva alla permanenza di Israele oltre la cosiddetta linea gialla, non citava il Board of Peace incaricato dell’amministrazione transitoria dell’enclave – un organismo presieduto dallo stesso Trump – e trasferiva nelle mani del segretario generale dell’Onu il compito di valutare “le opzioni per il dispiegamento della Forza internazionale di stabilizzazione”, togliendo così agli Stati Uniti il ruolo centrale nell’attuazione del piano. Inoltre riaffermava la necessità di procedere con il riconoscimento dello Stato palestinese. Su questa posizione si erano allineati anche paesi come Cina e Algeria.
Ma la posizione dei paesi arabi e islamici coinvolti nell’attuazione del Piano Trump – dagli Emirati al Qatar, dalla Turchia alla stessa Autorità Nazionale Palestinese – e favorevoli al piano stesso, ha convinto la Russia a ritirare la propria bozza di risoluzione e a confidare che la contrarietà di Israele al piano possa far esplodere le contraddizioni ben visibili nel piano Trump.
Israele aveva fatto un ultimo tentativo all’ONU affinché gli Stati Uniti eliminassero qualsiasi menzione dello stato palestinese, anche se solo come aspirazione nazionale.
Il fatto che gli Stati Uniti abbiano infine mantenuto il passaggio sullo stato palestinese segnala che l’amministrazione Trump intende mantenere i suoi rapporti con i paesi arabi nonostante l’opposizione di Israele.
E’ iniziata quindi una trattativa sul testo della risoluzione, nel cui testo finale è scritto che gli Stati membri del Consiglio di Sicurezza potranno partecipare al Board of Peace – il cui mandato durerà fino al 31 dicembre 2027 – ma soprattutto si introduce un passaggio politico, simbolico ma assai indigeribile per Israele: “Le condizioni potrebbero finalmente essere mature per un percorso credibile verso l’autodeterminazione e la statualità palestinese, una volta che l’Autorità Palestinese avrà attuato un programma di riforme e che la ricostruzione di Gaza sarà in fase avanzata”.
Sul campo, oltre l’escalation di aggressioni dei coloni contro i palestinesi in Cisgiordania e l’emergenza umanitaria a Gaza aggravata dall’arrivo dell’inverno, resta poi ancora aperta l’emergenza dei circa duecento combattenti palestinesi nascosti nei tunnel al di là della linea gialla che segna le aree della Striscia sotto il controllo militare israeliano.
I combattenti palestinesi hanno dichiarato che non accetteranno alcuna iniziativa che li costringa ad abbandonare i loro nascondigli se non attraverso un percorso scelto da loro stessi e che gli consenta di andarsene da Gaza con dignità.
______________________________________________________________________
Il timbro dell’ONU sul piano colonialista e schiavista di Trump per Gaza e la Palestina - estratti
17 novembre, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione 2803, che recepisce il piano Trump per Gaza. Tredici i voti a favore, due gli astenuti: Cina e Russia.Quello che abbiamo da subito definito un piano schiavista e colonialista – nel silenzio di molti – porta adesso l’imprimatur definitivo dell’ONU. Quest’organizzazione, ritenuta anche da tanti “insospettabili” il tempio di un “diritto internazionale” accreditato come cosa buona, si mostra ancora una volta per quello che realmente è: copertura e strumento ausiliario per la difesa degli interessi di dominio e di sfruttamento delle grandi potenze, USA in testa.
Cos’altro è, infatti, il cosiddetto “piano di pace” yankee, accettato da Netanyahu nei punti essenziali, e guardato con fastidio solo per le residue ambiguità lessicali e per la velleità trumpiana di coinvolgere maggiormente i regimi arabi complici del genocidio sionista, e il rivoltante collaborazionismo dell’ANP di Abu Mazen?
L’ISF, la Forza di Stabilizzazione Internazionale, e il Board of Peace previsti dalla risoluzione dell’ONU saranno gli strumenti per stabilizzare non una pace inesistente – che continua a seminare massacri e carestia fra la popolazione di Gaza – ma un’ancor più soffocante occupazione coloniale sionista-occidentale. E con essa il disarmo della resistenza palestinese e la protezione delle forze di repressione interna al servizio dei sionisti, rafforzando al contempo la separazione fra Gaza e Cisgiordania, proprio mentre quest’ultima è pesantemente sotto attacco da parte dei coloni israeliani spalleggiati dall’IDF.
Il Board of Peace, a sua volta, col meccanismo dei “donatori volontari” e la copertura di docili “tecnocrati” palestinesi, si incaricherà di dirigere l’amministrazione coloniale di Gaza, avendo cura di soffocare ogni istanza di autodeterminazione.
E Cina e Russia? Non dispongono forse del diritto di veto come membri permanenti del Consiglio di Sicurezza? Washington lo ha usato innumerevoli volte per proteggere il regime sionista anche nei suoi più luridi interessi. Perché mai loro non l’hanno usato?
Un conto è pronunciare qualche frase demagogica per criticare “gli eccessi” israeliani; un contro è criticare gli “sbilanciamenti” di Washington; ben altra cosa è mettersi realmente di traverso alle grandi manovre sioniste-statunitensi per soffocare la resistenza palestinese. Cina e Russia non ne hanno la minima intenzione. Perché per tutte le potenze imperialistiche senza eccezioni, come per tutti i regimi arabi e “islamici”, una vittoria sul campo di questo popolo proletarizzato e irriducibile sarebbe un precedente troppo pericoloso per tutti.
da pungolo rosso
Nessun commento:
Posta un commento