martedì 20 maggio 2025

pc 20 maggio - La risposta dello Stato e del governo alla lotta nei Cpr e contro i CPR è trasferire i migranti da nord a sud

 info stampa

Cpr di Corso Brunelleschi: capienza dimezzata dopo i disordini e via ai trasferimenti. I migranti verso Potenza, Bari e Brindisi

Sono rimasti solo 30 posti e gli anarchici incitano ancora alla ribellione

Sono passati meno di due mesi dalla riapertura del Cpr di corso Brunelleschi e la capienza è stata già più che dimezzata. Rivolte e incendi hanno lasciato macerie, devastazioni e una sola area utilizzabile, vista l’inagibilità di quella «bianca». Dei 70 posti inizialmente previsti — e affidati in gestione per due anni a Sanitalia con un appalto da 8 milioni e mezzo di euro —, ne sono rimasti disponibili solo 30 e al momento sono 26 i migranti in attesa di rimpatrio presenti nella struttura. Da ieri sono infatti iniziati i trasferimenti verso Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, ma nei prossimi giorni altre persone verranno ricollocate in altre strutture, probabilmente a Brindisi e Bari. Ma non sono previsti spostamenti verso l’Albania.
Primavera di rivolte

La situazione dell’ex caserma di via Santa Maria Mazzarello resta esplosiva. Il centro è già stato teatro di due tentativi di rivolta. Il primo è avvenuto nella notte tra il 1 e il 2 maggio e ha permesso a un

28enne marocchino, rimasto ferito, di evadere dall’ospedale. L’ultimo, nella notte tra venerdì e sabato, si è concluso con materassi e suppellettili in fiamme nell’«area bianca». Alle origini di una serata particolarmente movimentata ci sarebbero le lamentele per la difficoltà comunicare con l’esterno. 

Secondo i migranti i telefoni sarebbero pochi e non sempre funzionanti. A innescare la rabbia è stato il nuovo tentativo di fuga di due uomini che, dopo essersi arrampicati sulle inferriate, sono stati bloccati dalla guardia di finanza. Alcuni materassi sono stati dati alle fiamme e gli ospiti si sono arrampicati sui tetti. Almeno un migrante e quattro finanzieri sono rimasti feriti (uno ha riportato un serio trauma cranico).

Il ruolo dei centri sociali

 E ieri pomeriggio, fra bombe carta e fumogeni, oltre 50 attivisti di area anarchica si sono radunati in corso Brunelleschi per una nuova manifestazione di protesta contro i Cpr organizzata e per incitare gli ospiti a continuare la «ribellione».

La chiamata a raccolta è stata lanciata via social dal centro sociale Gabrio: «Sappiamo che avete provato a dare fuoco a questo lager — hanno spiegato al megafono i manifestanti, cercando di mettersi in contatto con le persone all’interno del centro —. Noi siamo qua fuori, vi sentiamo e vi siamo vicini. Già una volta questo Cpr è stato chiuso grazie alle rivolte di chi si trovava all’interno: è la dimostrazione che chiudere questi luoghi non è affatto impossibile».

Della questione Cpr si è parlato ieri anche al Salone del Libro e, dopo una presentazione, la consigliera regionale di Avs Giulia Marro si è spostata in via Mazzarello e ha tentato di superare il cancello, ma senza successo: «Questi luoghi continuano a creare tensioni a causa delle condizioni disumane nelle quali i ristretti (o “ospiti” come vengono chiamati dagli addetti ai lavori). Sono andata al Cpr per avere notizie delle condizioni delle persone trattenute e dei trasferimenti avvenuti a seguito dell’incendio di venerdì notte e la conseguente inagibilità dell'area bianca. Ma non ci è stato concesso l’accesso al centro e non ci è stata data alcuna informazione. Continueremo a vigilare e a tenere l’attenzione alta».

Nessun commento:

Posta un commento