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Cpr di Corso Brunelleschi: capienza dimezzata dopo i disordini e via ai trasferimenti. I migranti verso Potenza, Bari e Brindisi
Sono rimasti solo 30 posti e gli anarchici incitano ancora alla ribellione
La situazione dell’ex caserma di via Santa Maria Mazzarello resta esplosiva. Il centro è già stato teatro di due tentativi di rivolta. Il primo è avvenuto nella notte tra il 1 e il 2 maggio e ha permesso a un
28enne marocchino, rimasto ferito, di evadere dall’ospedale. L’ultimo, nella notte tra venerdì e sabato, si è concluso con materassi e suppellettili in fiamme nell’«area bianca». Alle origini di una serata particolarmente movimentata ci sarebbero le lamentele per la difficoltà comunicare con l’esterno.Secondo i migranti i telefoni sarebbero pochi e non sempre funzionanti. A innescare la rabbia è stato il nuovo tentativo di fuga di due uomini che, dopo essersi arrampicati sulle inferriate, sono stati bloccati dalla guardia di finanza. Alcuni materassi sono stati dati alle fiamme e gli ospiti si sono arrampicati sui tetti. Almeno un migrante e quattro finanzieri sono rimasti feriti (uno ha riportato un serio trauma cranico).
E ieri pomeriggio, fra bombe carta e fumogeni, oltre 50 attivisti di area anarchica si sono radunati in corso Brunelleschi per una nuova manifestazione di protesta contro i Cpr organizzata e per incitare gli ospiti a continuare la «ribellione».
La chiamata a raccolta è stata lanciata via social dal centro sociale Gabrio: «Sappiamo che avete provato a dare fuoco a questo lager — hanno spiegato al megafono i manifestanti, cercando di mettersi in contatto con le persone all’interno del centro —. Noi siamo qua fuori, vi sentiamo e vi siamo vicini. Già una volta questo Cpr è stato chiuso grazie alle rivolte di chi si trovava all’interno: è la dimostrazione che chiudere questi luoghi non è affatto impossibile».
Della questione Cpr si è parlato ieri anche al Salone del Libro e, dopo una presentazione, la consigliera regionale di Avs Giulia Marro si è spostata in via Mazzarello e ha tentato di superare il cancello, ma senza successo: «Questi luoghi continuano a creare tensioni a causa delle condizioni disumane nelle quali i ristretti (o “ospiti” come vengono chiamati dagli addetti ai lavori). Sono andata al Cpr per avere notizie delle condizioni delle persone trattenute e dei trasferimenti avvenuti a seguito dell’incendio di venerdì notte e la conseguente inagibilità dell'area bianca. Ma non ci è stato concesso l’accesso al centro e non ci è stata data alcuna informazione. Continueremo a vigilare e a tenere l’attenzione alta».
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