Alae Al Said al Salone: «A Gaza c’è un genocidio dal 1948».
L'incursione pro Palestina
Momenti di tensione all’ingresso del Salone del Libro. Alcuni attivisti pro Palestina sono riusciti con un calcio a sfondare i lucchetti di un cancello, provando ad introdursi al Lingotto per contestare la conferenza «La cultura dell’odio» di Nathan Greppi. Gli agenti della Digos hanno riportato la calma dopo una carica dei reparti mobili.
Al Campus Einaudi attivisti pro Pal contro la conferenza pro Israele.
Contestata soprattutto la scelta della data, la ricorrenza della Nakba
Un centinaio di attivisti pro Palestina ha contestato lo svolgimento della conferenza «Il manifesto nazionale per il diritto allo studio - per l'università come luogo di dialogo, di democrazia e di contrasto all'antisemitismo», in programma alle 16 al Campus Einaudi di Torino. I manifestanti si
sono introdotti all’interno dell’aula, lasciando la parola ai professori Michele Lancione e Sofia Venturoli.«Siamo antisionisti, significa essere antirazzisti: vuol dire rivendicare una politica dello stare al mondo antirazzista — ha spiegato Lancione —. Il sionismo è una politica di Stato basata sul razzismo. Essere antisionisti non vuol dire affatto essere antisemita, è tutta un’altra cosa. Quando mi dichiarò antisionista non posso odiare l’altro, per definizione, anche se l’altro è un ebreo».
La situazione è degenerata quando una donna si è alzata in piedi, interrompendo i relatori e mostrando il cartello «Liberate gli ostaggi». La tensione tra le parti è cresciuta e i relatori della conferenza pro Israele hanno provato a cambiare aula. Gli attivisti pro Palestina sono riusciti a introdursi anche nell’aula magna, contestando una data «infelice e provocatoria» per l’incontro. «Nel giorno della Nakba, vogliono provare a giustificare un genocidio. Dovete andare via, fuori dalla nostra università. Sei mesi fa ci hanno negato un’aula per parlare di Palestina, dicendo che il tema era divisivo. Nel giorno della Nakba si concede quella più grande a chi difende Israele», hanno spiegato i manifestanti.
Al Salone del Libro tensioni per il corteo di Torino per Gaza, attivisti tentano di forzare posto di blocco
Manifestazione indetta contro la presenza di un “giornalista sionista” al Salone
TORINO – Lo avevano già annunciato ieri, gli attivisti di Torino per Gaza ha messo in atto una protesta davanti ai cancelli del Lingotto, nel pomeriggio di oggi, durante il primo giorno del Salone Internazionale del Libro di Torino.
Contestazioni tramite cori e striscioni hanno accompagnato le bandiere palestinesi sventolate dagli attivisti durante la manifestazione indetta contro la presenza di un “giornalista sionista” al Salone.
Qualche momento di tensione poi con le forze dell’ordine quando alcuni manifestanti hanno tentato di forzare un posto di blocco per riuscire a entrare nel Salone. La situazione però è presto tornata alla calma. Alla mobilitazione hanno preso parte anche attivisti del Collettivo universitario autonomo, di Potere al popolo e di Rifondazione comunista.
Sabato però potrebbe esserci una nuova protesta.
Spunta una bandiera della Palestina sul tetto del Lingotto durante il Salone del Libro di Torino
Secondo l’ANSA si tratta di un’iniziativa dello street artist “Orlando”
TORINO – Nel pomeriggio di oggi, giovedì 15, è comparsa una bandiera della Palestina sul tetto del Lingotto, la struttura dove in questi giorni si sta svolgendo il Salone del Libro. Sulla bandiera c’è scritto “Si esita a chiamarli vivi: si esita a chiamar morte la loro morte, davanti a cui essi non temono perché sono troppo stanchi per comprenderla”, tratta da “Se questo è un uomo” di Primo Levi (pagina 93). Secondo le fonti dell’ANSA, il gesto è dello street artist “Orlando”.
Nessun commento:
Posta un commento