venerdì 5 luglio 2024

pc 5 luglio - Editoriale - Le gravi dichiarazioni di Piantedosi

Non hanno avuto il giusto risalto sulla stampa le gravissime dichiarazioni fatte in parlamento dal Ministro degli Interni Piantedosi, chiamato in causa dall'inchiesta Fanpage che ha messo in luce senza alcuna ambiguità il carattere fascista, nazista e antisemita della sedicente organizzazione dei giovani meloniani di Fratelli d'Italia. Una inchiesta fatta nello stile del miglior giornalismo, certo poco usuale per i giornali italiani, in particolare per la grande stampa sempre più legata al governo, alla classe dominante e, di conseguenza, oggi al governo reazionario, moderno fascista della Meloni.

Una inchiesta importante che inchioda senza alcun ombra di dubbio non solo il carattere fascista dell'organizzazione giovanile coinvolta, ma di una fetta largamente maggioritaria di FdI e ampiamente rappresentata nel governo, nelle Istituzioni e sempre di più anche nei mass media e settori "culturali" di questo partito. 

Chi si ostina anche nel nostro campo a ridimensionare, sottovalutare e perfino ignorare il carattere fascista di questo governo copre e aiuta il governo che certo si intende combattere ma su posizioni o economiste o comunque che non ne analizzano la natura ideologica, politica e pratica.

Tornando al dibattito parlamentare. Le dichiarazioni di Piantedosi sono molto gravi sia sull'inchiesta Fanpage, ma ancor più su quello che dice in merito alle manifestazioni di solidarietà con la Palestina.

Innanzitutto, come segnalano anche articoli di stampa e interventi in parlamento, evita ogni riferimento al fascismo e neo fascismo; e questa è un'infamia politica e istituzionale con la quale il Ministro degli

Interni nasconde la sostanza della questione: il fascismo non è un'opinione ma un crimine, in contrasto con la Costituzione e alcune leggi specifiche del nostro attuale ordinamento democratico borghese. E l'organizzazione giovanile di FdI non è di giovani che esprimono un "libero pensiero" ma appunto un'organizzazione nazionale che inneggia al fascismo e al nazismo e rientra perfettamente nei criteri sanciti dalla legge di "organizzazioni vietate, da sciogliere". Su questo sappiamo che lo Stato borghese e i suoi governi precedenti al governo Meloni, in parlamento hanno finora evitato di sciogliere organizzazioni fasciste e naziste che non solo sono costituite ma si sono rese protagoniste di innumerevoli azioni di stampo squadrista, razzista, antisemita, con covi, depositi di armi e sicuramente una serie di azioni che giustificherebbero eccome il loro scioglimento. Ma con i criteri definiti dal "difensore d'ufficio", Piantedosi, perchè tale è, è evidente che nessun tipo di azione verrà intrapresa contro l'ostentazione fascio/nazista e antisemita rilevati nell'inchiesta. 

Quando un governo, un suo ministro, esprime chiaramente questo carattere, giustifica eccome la definizione di fascista dell'intero governo o di parte di esso. E questo è perfettamente in linea con gli innumerevoli atti, opinioni che il governo Meloni ha prodotto dal suo insediamento fino ad oggi.

Quindi, anche se non avesse fatto seguire dichiarazioni e azioni ancora più gravi, solo per questo Piantedosi meriterebbe una mozione di sfiducia parlamentare che ne richiedesse le dimissioni e alimentasse anche in questo senso la necessaria azione politica, sociale, di massa e nelle Istituzioni che pretendesse le dimissioni e la caduta di questo governo. E nessuno nel movimento e nel parlamento che si tenga al di sotto di questa posizione e azione politica è assolto. 

Certo, ci chiama a fare molto di più come proletari, antifascisti e comunisti per affermare questa posizione e costruire le condizioni per tradurla nei fatti.

Ma se queste dichiarazioni di Piantedosi sono già gravi, decisamente infami e ancora più gravi sono le dichiarazioni del Ministro sulla questione dell'antisemitismo. 

Dopo il "buffetto" verso i giovani fascio-nazisti organicamente antisemiti di FdI, Piantedosi definisce tout court antisemite tutte le manifestazioni di solidarietà con la Palestina prodottesi in questo paese da quando è in atto il piano genocida nei confronti del popolo palestinese; per questo lurido personaggio diventano antisemitismo l'incendio di bandiere israeliane nel corso delle manifestazioni, chiaramente volto a denunciare lo Stato sionista di Israele e il governo Netanyahu che gestisce questo Stato insieme alla peggiore feccia razzista, sionista e di stampo nazista costituita da alcuni partiti ed esponenti di questo governo. Mai il bruciare delle bandiere di uno Stato che perpetra invasione, occupazione, massacri, crimini contro l'umanità, crimini contro i diritti sociali, va considerato negativo e in nessun maniera coinvolge la religione e le masse di questi Stati i cui governi si rendano responsabili. 

Così come è del tutto evidente che non hanno alcun carattere antisemita le contestazioni avvenute in eventi pubblici di giornalisti, intellettuali difensori, a volte in modo provocatorio, dei massacri e del genocidio in Palestina. 

Particolarmente ignobile è poi il riferimento alle manifestazione del 25 aprile. Il 25 aprile è e resta nel nostro paese una data fondante della resistenza che ha liberato questo paese dal fascismo e dall'occupazione nazista, dalle leggi razziali e dagli autori dell'olocausto; quindi il più alto e storicamente affermato atto di solidarietà e liberazione nei confronti degli ebrei, come persone e come religione.

Tutti coloro che partecipano alle manifestazioni del 25 aprile sono in qualche maniera la testimonianza storica della battaglia per liberare gli Stati, le società, l'intera umanità dal mostro dell'antisemitismo. E' proprio in nome di questa battaglia universale che il 25 aprile rappresenta, che quest'anno non poteva non esprimere la solidarietà col popolo palestinese davanti alla minaccia agente di un nuovo genocidio. E' proprio in questo senso che si è espressa in forme massicce e combattive la contestazione della "brigata ebraica" che tradendo la lettera e lo spirito, oltre che la storia, oggi difende lo Stato di Israele e il suo governo, e proprio per questo non ha diritto nè di presenza, nè di parola alle manifestazioni del 25 aprile. In questo senso le aree militanti della solidarietà palestinese, a cui noi tutti ci sentiamo di appartenere, in forme intransigenti, determinare e agenti, hanno prodotto una contestazione attiva, che poi ha visto l'intervento della polizia, non certo per difendere la manifestazione dall'antisemitismo ma per reprimere, sotto gli ordini del governo e del Piantedosi di turno, l'ala solidale e non ipocrita con la Palestina che incarna i valori della Resistenza sanciti dalla nostra stessa Costituzione.

Invece il Piantedosi ostenta la repressione verso questa manifestazione, la minaccia agente di repressione verso i compagni attivi in questa manifestazione e contestazione.*

* E' in corso una campagna di solidarietà con Sebastiano Lamera, operaio militante, attivista        riconosciuto in questa battaglia, ignobilmente colpito da un "Foglio di via" per impedirgli di    partecipare alle altre manifestazioni per la Palestina e in generale a tutte le attività sociali e politiche nel territorio di Milano. Una forma di odiosa persecuzione politica su cui si va esprimendo e si dovrà esprimere un'ampia solidarietà.

Piantedosi inoltre alza il tiro della repressione evocando l'attività del "Comitato analisi strategica antiterrorismo" che afferma e collega di fatto l'attività di solidarietà con la Palestina al terrorismo, mostrando un'azione pianificata in corso per colpirla in generale e nei suoi attivisti più impegnati. 

Condividiamo evidentemente le critiche a questo intervento di Piantedosi fatte nella Camera dalla componente AVS. Ma certamente la consideriamo decisamente al di sotto delle necessità a fronte della gravità delle dichiarazioni del Ministro su cui si riconosce certamente l'intero governo e le conseguenze pratiche di queste dichiarazioni. 

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