Tenaris Dalmine - giovedì al cambio turno delle 13.00 e venerdì all’ingresso delle ditte e del turno di giornata presidio a Tenaris Dalmine, dove le ristrutturazioni i nuovi ritmi gli accordi sindacali per la produttività sono un pericolo costante.
Montello - Venerdì alle 13.00 la campagna è stata portata all’interno dell’assemblea sindacale già indetta al cambio turno delle 13.00 L’assemblea significativamente è stata trasformata in sciopero per rispondere ad una attacco alle libertà sindacali, che pretende di limitare l’uso delle assemblee e mettere in discussione il riconoscimento dei delegati sindacali.
Same - Spikeraggio per raggiungere i lavoratori che nella nuova portineria ristrutturata in maggioranza entrano in auto con diffusione del numero 25 Controinformazione Rossoperaia.
Reagiamo! Ancora due morti operaie alla Toyota, non è una fatalità, con le indicazioni di mettere in RETE, una Rete Nazionale per la Salute e la Sicurezza nei posti di lavoro, le energie a partire dalla fabbrica con l’iniziativa autonoma dei lavoratori, di chi si attiva veramente per la sicurezza anche dentro le associazioni, con la denuncia che i morti in fabbrica sono i morti della guerra del profitto, dei padroni, del governo, mai come il fascista Meloni pienamente dalla parte dei padroni, con l’indicazione dell’elezione diretta degli RLS, RLS che devono essere sottratti alle mani dei sindacati confederali.
TOYOTA ANCORA DUE OPERAI MORTI!!
RISPONDIAMO ALLA GUERRA DI CLASSE DEL CAPITALE CON LA LOTTA AUTONOMA DEGLI OPERAI DA GOVERNO E PADRONI.
Due operai sono morti sul lavoro nella fabbrica Toyota Material Handling a Borgo Panigale (Bologna) e 11 feriti sono ricoverati in gravi condizioni.
Si chiamavano Lorenzo Cubello, di 37 anni, e Fabio Tosi che aveva 34 anni, entrambi di Bologna.
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe esprime la sua solidarietà e la sua vicinanza ai lavoratori e alle famiglie degli operai di questa fabbrica uccisi dalla logica del profitto padronale.
Secondo le prime ricostruzioni, la causa dell’infortunio mortale sarebbe da ricondurre al malfunzionamento di un compressore, che, esplodendo, ha provocato il crollo parziale della struttura.
Era previsto uno sciopero per la sicurezza proprio per domani, indetto dai confederali, due ore a fine turno. "Qui - denuncia un'operaia interinale - ci sono sempre problemi, soprattutto alla linea 1. Si fanno spesso tanto male, in molti. Si vede da quando uno entra che c'è qualcosa che non va".
L'esposizione al rischio-sicurezza degli operai era grave in quella fabbrica, se i confederali erano arrivati a proclamare uno sciopero addirittura prima che avvenisse la strage. E vuol dire che questa è ancora una volta una strage annunciata.
Ma appunto non sono le perizie che ci possono aiutare a lottare contro le morti sul lavoro: la sicurezza, la manutenzione nelle fabbriche sono un costo per i padroni, da tenere più basso possibile, aumentando le condizioni perchè gli operai si infortunino o mettano a rischio la propria vita lavorando nelle aziende!
E' una guerra contro i lavoratori, dove i morti sono di parte operaia e i profitti dei padroni. Una guerra a senso unico e così deve essere considerarla per poterla rivoltare in una guerra all’ultimo sangue contro il sistema omicida capitalista.
Sistema dove il governo, oggi il governo fascista Meloni, che non ha certo creato i morti in fabbrica agisce organicamente a sostegno del profitto delle aziende, tagli che paralizzano gli enti di controllo, leggi che rendono liberi gli appalti, sub appalti a cascata, che aumentano la precarietà come il prossimo Decreto Lavoro in arrivo. È il programma annunciato da Meloni ‘lasciamo lavorare liberamente i padroni che producono’ e i morti ne sono una delle terribili conseguenze.
Sistema dove i sindacati confederali sono quelli del giorno dopo, quelli che dicono ‘non è una fatalità’ ma nulla fanno in fabbrica per organizzare la forza degli operai per la sicurezza. Sono quelli dei protocolli istituzionali per la sicurezza, che non sono in grado di fermare i padroni ma danno solo un ruolo a loro che si siedono ai tavoli. Sono quelli che blindano e controllano gli RLS, che invece vanno ‘assediati’ dai lavoratori, con segnalazioni dirette e verifica delle iniziative messe in campo.
La difesa della vita degli operai nei luoghi di lavoro ha bisogno di un'altra prassi che non sia solo in ambito aziendale e territoriale. Tutti gli sforzi, degli operai in fabbrica, che si organizzano in autonomia, delle associazioni, di tutti quelli che voglino lottare veramete per la salute e la sicurezza, devono essere messi in una RETE NAZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA NEI
LUOGHI DI LAVORO E SUL TERRITORIO.
Per portare avanti la loro logica criminale dei profitti, i padroni agiscono all'interno di un sistema che porta avanti i loro interessi, con i governi, con le istituzioni, con i sindacati complici che lavorano per loro. E' ora che gli operai prendano in mano la lotta contro tutto questo sistema criminale basato sul profitto e uniscano attorno ad essi tutti coloro che si impegnano concretamente su questo terreno su di un piano nazionale.
Slai Cobas per il sindacato di classe
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