martedì 27 settembre 2022

pc 27 settembre - EDITORIALE - Elezioni, nuovo governo e azione di proletari comunisti

Le elezioni politiche hanno sancito la prevedibile vittoria del centrodestra, così come la sconfitta dei sostenitori dell’”Agenda Draghi”, in primis il PD di Letta, la ruota di scorta ‘Sinistra italiana’ e ‘Verdi’, l’alleato-non alleato Calenda/Renzi. Il M5S a guida Conte con una campagna mirata a difesa del Reddito di cittadinanza e secondariamente contro l’aumento delle spese militari, è riuscito nel corso della campagna elettorale a recuperare i voti necessari per essere il terzo partito e l’unica vera opposizione al nuovo governo di centrodestra.

Come prevedibile, irrilevante è stato il voto alle altre liste di destra presenti alle elezioni – paragone e la lista rossobruna di Rizzo e gli insignificanti sedicenti “partiti comunisti”.

Unione Popolare a guida De Magistris non è riuscita ad entrare in parlamento e vano è stato il tentativo di intercettare voti democratici e popolari nel campo dell’astensione.

Risultati elettorali abbastanza scontati e ampiamente previsti dai sondaggi.

Ciò non toglie che altri dati hanno un certo interesse.

Innanzitutto la crescita di oltre il 10% dell’astensionismo, anche se questo dato va tarato dal fatto che nelle precedenti consultazioni elettorali di vario tipo l’astensionismo era ancora maggiore.

Si tratta in generale di un astensionismo passivo, specchio della passività di ampi settori delle masse popolari; ciononostante esso contiene al suo interno l’astensionismo militante, una parte rilevante di astensionismo popolare, un massiccio astensionismo giovanile.

L’astensionismo è importante per misurare il grado di consenso effettivo della Meloni, del centrodestra contro la logica, incentivata anche dall’attuale sistema elettorale che permette al partito che ottiene la maggioranza di voti validi di ottenere di fatto la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari.

Comunque i votanti non sono numeri ma persone e i dati reali sono questi:
oltre il 37% di astenuti - 26,1 per cento alla Meloni, corrispondenti a circa 17,38% di voti effettivi dell'intero elettorato - e pur aggiungendo i voti del centrodestra si arriva  al 27,09 dei voti effettivi di tutto il centrodestra - quindi circa  il 82% non ha votato Meloni e circa il 73% non ha votato il centro destra

Il secondo elemento importante è che la vittoria della Meloni avviene nel quadro di un crollo della Lega di Salvini e di un ulteriore ridimensionamento di Forza Italia. Questo alimenterà le contraddizioni interne, sia a breve che a medio-lungo periodo, nella composizione e compattezza del nuovo governo.

Abbiamo già espresso nell’intervento che ha preceduto il voto la posizione e l’analisi di proletari comunisti, che evidentemente confermiamo perché pensiamo non smentita dai risultati del voto (leggi il post: https://proletaricomunisti.blogspot.com/2022/09/pc-23-settembre-sulle-elezioni-la_24.html).

Nella sostanza si tratta di ripartire dalla posizione proletaria e popolare per così dire “extraparlamentare” che se scende in campo sulle rivendicazioni economiche e sociali e nella lotta contro la guerra, l’economia di guerra ha la possibilità di essere punto di riferimento e di attrazione del movimento proletario, popolare, antifascista, antirazzista, antimperialista, del movimento a difesa della Costituzione e, in misura assai importante, del movimento delle donne, che è una sorta di “bersaglio principale”, “nemico principale” del primo governo a guida di una donna al servizio dei padroni, delle classi dominanti e del sistema capitalista, imperialista.

Questa opposizione deve esprimersi in modo coraggioso, determinato e visibile da subito e deve misurare tatticamente e strategicamente l’azione del nuovo governo e la sua marcia verso una dittatura del capitale ancora più aperta che sarà di tipo oggettivamente e soggettivamente moderno fascista.

La prospettiva è la nuova Resistenza che richiede il Partito proletario e comunista, come reparto d’avanguardia organizzato, il fronte unico proletario e popolare, la lotta partigiana a difesa della repressione e come reparto di un esercito rivoluzionario con base di massa.

La situazione appare abbastanza chiara, la marcia è difficile e tortuosa ma non ha alternative.

proletari comunisti/PCm Italia

27-9-2022

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