domenica 10 gennaio 2021

pc 10 gennaio - A COLLOQUIO OPERAIO E INTELLETTUALE MARXISTA - Da un incontro tenutosi a Bergamo nel 2019 tra operai e Prof. Di Marco

Operaio: come è possibile abbattere il capitalismo?

Intellettuale marxista: Il capitalismo lo devi abbattere sulla base delle condizioni che esso stesso ha creato. Un processo rivoluzionario si avvia nel paese più avanzato perchè deve avere i mezzi di produzione per poterlo fare. Ma allora non si può avviare altrove? Certo dice Marx nella misura in cui fa da segnale, deve arrivare comunque nel punto più avanzato. 

Una volta che il capitalismo si mise a crescere sulle sue basi ci fu un’ulteriore espropriazione. Questa volta non furono contadini e piccoli artigiani, ma molti capitalisti che sfruttano molti lavoratori furono espropriati da pochi capitalisti. A questo punto un’enorme centralizzazione dei mezzi di produzione, ti permette di avere un mercato mondiale.

Viene poi separata la proprietà dalla funzione del capitale. Il massimo della separazione è la società per azioni, dove azionisti anonimi hanno in mano la proprietà e poi c'è l’amministratore delegato nominato dagli azionisti.

Con l’aumento della ricchezza aumenta la massa della miseria e il plusvalore prodotto non si può realizzare nel prezzo. Perché il capitale ha questo tipo di contraddizione, proprio per una legge interna che genera la contraddizione. Dove è il problema? Che il capitale ha di mira il profitto perché deve accumulare per potere riprodursi.

Ma se non consumi la produzione non può ripartire. Perciò il capitale si trova in questa condizione di divaricazione assoluta, da un lato la produzione per la produzione, dall’altra il consumo per il consumo. Che fanno schizzare in avanti le contraddizioni e non può tenere in eterno. Tu produci tanto quanto è sviluppata la forza produttiva della società, invece il consumo ha un’altra logica nella capacità di consumo della società. Ma questa dipende da come sono distribuiti i mezzi di produzione. Se sono distribuiti inegualmente col cavolo che consumi. Per cui rimarrebbe sempre la contraddizione tra le condizioni in cui il plusvalore è prodotto e quelle in cui è consumato. Produzione e consumo vanno per i fatti propri. Se sono così separati bisogni e consumi il capitale non sa quali sono i bisogni lontani. Pensate allo spreco di pubblicità, perché c’è questa divaricazione. 

Queste sono le condizioni, contraddizioni frutto dello stesso capitalismo. Ma il capitalismo non finisce per “morte naturale”, per abbatterlo occorre l'azione soggettiva.

Operaio: Allora parliamo di questo aspetto

Intellettuale marxista: Una nuova società non sorge se in quella vecchia non si sono create tutte le condizioni perché possa sorgere. Allora che fai, aspetti le condizioni? Evidentemente no perché le condizioni non scendono dal cielo, sono state modificate dagli uomini e si modificano, anche attraverso una serie di errori. 

Le condizioni sono il punto di partenza. Diceva Marx nella terza tesi su Feuerbach, il materialismo dice che l’individuo è condizionato dalle condizioni per cui se tu fai una determinata azione è perché ci stanno le condizioni; ma - continua Marx - in questo modo ci si dimentica che le condizioni sono fatte dagli uomini e che quindi anche l’educatore deve essere educato. Trovarsi le condizioni e modificarsi non significa che domani fai la rivoluzione, ma che questo diventa il tuo atteggiamento naturale. Modificare le condizioni. Quando avviene la rivoluzione? Quando l’umanità ha sviluppato tutte quante le condizioni necessarie per poterla fare, ma le condizioni le creano gli uomini stessi. Chi è il soggetto? È l’intera umanità che sta lavorando per crearsi le condizioni per realizzarsi nella sua pienezza. 

Gli uomini una determinata generazione, le condizioni se le trova e le trasforma. Il punto è. Quando si passa dal capitalismo a una società comunista? Gli uomini prima fanno poi lo rappresentano. Il problema è la corretta lettura delle condizioni presenti. Scoprire e spiegare agli altri, anche nella lotta più immediata, la contraddizione fondamentale del capitale e del lavoro salariato. E che questa condizione può risolversi solamente attraverso il superamento del capitalismo. 

Ne “Le lotte di classe in Francia” Marx fa continuamente questo lavoro ma per concludere che gli operai nel '48 non erano maturi, perché in Francia lavoravano su contraddizioni secondarie e potevano tuttalpiù abbattere la borghesia finanziaria ma non potevano abbattere il capitalismo industriale perché in Francia era poco sviluppato. Il problema è vedere oggi a quali livelli di sviluppo sono i diversi capitalisti, come si evolvono le contraddizioni, e quindi quale è la condizione più avanzata in cui si ipotizza possa scoppiare un processo rivoluzionario. Ai tempi di Marx era l’Inghilterra. 

Il processo di maturazione della coscienza di classe, esiste soltanto nel fatto che devi portare alla luce quello che il mondo sa, potenzialmente. Che lo si ridesti dai sogni su se stesso, che gli si spieghino le sue azioni. Tutto il nostro fare non può consistere in altra cosa. Riforma della coscienza non mediante dogmi ma riforma della coscienza oscura a se stessa.

La dottrina materialistica della modificazione delle circostanze dell’educazione, dimentica che le circostanze sono modificate dagli uomini e che l’educatore stesso deve essere educato. Quindi la vecchia dottrina è costretta a separare la società in due parti delle quali l’una è sollevata al di sopra della società. Invece il capitalismo con questa sua mobilizzazione totale te lo fa nella forma sbagliata della formazione permanente che però siccome funziona per creare profitto diventa qualcosa di mostruoso. 

Nella società socialista vengono formati i formatori continuamente perché deve essere superata la divisione del lavoro, tra lavoro manuale e intellettuale. Mentre nel capitalismo ciascuno è messo in tutta la vita in quel ruolo; nella società comunista non fai eternamente l’architetto o il carrettiere che è una discriminazione tra lavoratori, ti cerchi il lavoro di cui la società ha bisogno. Se io ho una formazione multilaterale, vuol dire che se in quel momento non è richiesto l'architetto lavoro come carrettiere. Tutti hanno la stessa opportunità. Vi è l’obbligo all’istruzione permanente perché i mezzi di produzione sono in mano a tutta quanta la società, se tutta quanta la società lavora, perché c’è l’obbligo al lavoro se no non mangi, tutti guadagnano più tempo disponibile, nel tempo disponibile ognuno si specializza nell’attività che preferisce. 

Nella società socialista non scompare il pluslavoro, al di sopra di quello che basterebbe per riprodurre i mezzi di sussistenza, solo che questo pluslavoro serve per creare il fondo di riserva di accumulazione di tutta la società, per le scuole, gli ospedali. 

Ognuno lavora il tempo necessario per avere i mezzi di sussistenza che vuole. Se non lavori non puoi avere i mezzi di sussistenza. Nessuno si può impadronire del lavoro altrui. Nessuno può scaricare sugli altri la necessità naturale del lavoro. 

Operaio: Fare la rivoluzione oggi sembra difficile, ma è necessaria

Intellettuale marxista: Con lo sviluppo dell’industria il proletariato non cresce soltanto di numero esso si addensa in grandi masse la sua forza va crescendo e con la sua forza la coscienza di essa. Gli operai cominciano a formare coalizioni contro i borghesi riunendosi per difendere il loro salario. E si contano persino associazioni permanenti per approvvigionarsi per le sollevazioni, qua e la la lotta diventa sommossa. Di tanto in tanto gli operai vincono ma solo in modo effimero. Il vero risultato delle loro lotte non è il successo immediato ma l’unione sempre più estesa degli operai. 

Essa è agevolata dai crescenti mezzi di comunicazione che sono generati dalla grande industria e che collegano tra di loro operai di diverse località. Basta questo semplice collegamento per concentrare le molte lotte locali avente l’egual carattere in una lotta di classe. 

I comunisti si distinguono dagli altri partiti proletari solamente per il fatto che da un lato nelle lotte nazionali essi mettono in rilievo e fanno valere quegli interessi comuni dell’intero proletariato che sono indipendenti dalla nazionalità. Dall’altro lato per il fatto che nei vari stadi dello sviluppo che la lotta tra proletariato e borghesia va attraversando rappresentano sempre gli interessi del movimento comunista. In pratica i comunisti sono la parte più risoluta dei partiti operai dei vari paesi, quella che sempre spinge avanti. Hanno un vantaggio sul proletariato perché conoscono le condizioni l’andamento i risultati generali dei movimenti proletari. 

Quando sarà la rivoluzione? Appena l’umanità avrà sviluppato le forze produttive sarà il momento di entrare in rapporti inconciliabili con i rapporti sociali. Oggi si tratta di analizzare quali sono i punti dello sviluppo capitalistico dove i rapporti sociali e forze produttive stanno nel massimo conflitto. Che non significa che c’è la rivoluzione. Anzi, dice Marx, ne “Le lotte di classe in Francia” nella società ci sono tutta una serie di compensazioni. Mica la rivoluzione la facciamo in due. È l’intera società che sta facendo questo processo di auto emancipazione. Di cui tutti sono un anello e quello che fanno non è quello che pensano di fare. Il lavoro scientifico è andare oltre l’apparenza.

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