mercoledì 13 novembre 2019

pc 13 novembre - Speciale ArcelorMittal - 4 - Internazionalizzare la lotta operaia nella siderurgia contro padron Mittal e tutti i padroni europei e mondiali - combattendo aziendalismo/nazionalismo/neocorporativismo

partiamo da una informazione

ArcelorMittal, da Genova ipotesi di sciopero europeo della metallurgia

GENOVA - Un sindacato europeo, una contrattazione europea, un grande sciopero europeo. Sono le parole d'ordine risuonate forti e chiare nella cornice di villa Bombrini che ha ospitato, con la Fiom di Genova, il Coordinamento europeo dei Consigli di Fabbrica della siderurgia. Un appuntamento che da alcuni anni si svolge nel capoluogo ligure, ma che stavolta, alla luce della situazione delicata che interessa gli stabilimenti ex Ilva, diventa ancor più significativo: "In tutta Europa la siderurgia attraversa tempi difficili - dicono i rappresentanti dei Consigli di Fabbrica, unitariamente - La necessità di collegare a livello europeo le battaglie dei lavoratori è più che mai evidente". E ancora, "il futuro è incerto. L'unica certezza è nella lotta e nell'organizzazione".

"I consigli di Fabbrica di Dunkerque, Fos-sur-Mer, Brema, Duisburg, Amburgo, Eisenhuettenstadt, Liegi, Genova, Novi Ligure, Piombino, Sestri Levante, Mantova, Racconigi, Paderno, Canossa e Brescia - spiegano ancora - mostrano che è possibile intraprendere una prospettiva di lotta comune". Dunque, un grande sciopero europeo "sarebbe la massima aspirazione - dice Massimilano Repetto, della Rsu Fiom di Novi Ligure, dove lavorano 681 persone. “Noi ci siamo già, da adesso: i problemi sono europei ormai, non più nazionali". A fargli eco il collega francese, Philippe Verbeke, coordinatore nazionale CGT che sottolinea come il sindacato sia orientato verso la "possibilità di organizzare uno sciopero europeo: ArcelorMittal sta tenendo, in qualche modo in ostaggio i lavoratori, scambiando le fluttuazioni del mercato con una crisi generalizzata come quella che ci fu qualche anno fa" spiega ai cronisti presenti.

A Dunkerque, nel nord della Francia, lavorano 3mila dipendenti per lo stabilimento ArcelorMittal, di cui 1500 nell'indotto appalti. Al momento non ci sono casi di disoccupazione o cassa integrazione. Diversa la situazione a Fos-sur-Mer, a Marsiglia, dove ci sono operai in cassa integrazione. Giù cauto l'Rsu tedesco, Mike Bohlken dello stabilimento ArcelorMittal di Brema: "La situazione non è buona: ci prepariamo per la cassa integrazione nel 2020. Sull'ipotesi del grande sciopero europeo, molto dipende dalla partecipazione: tutti al momento hanno l'obiettivo di dare sicurezza al proprio sito, ma per poter realizzare il grande sciopero bisogna avere l'adesione di tutti i Paesi e di tutti i sindacati. È molto difficile". A Brema sono impiegati 3500 lavoratori.

proletari comunisti sta pubblicando uno "Speciale ArcelorMittal" a diverse puntate che ha l'obiettivo di sostenere la battaglia su posizioni di classe a Taranto e a livello nazionale 
nei confronti dei Padroni AM e tutti i padroni uniti a difesa di AM - Governo nelle sue diverse anime e opposizione reazionaria di destra, Stato borghese, sindacati confederali e tutto l'arco dell'opportunismo politico/sindacale e dell'ambientalismo piccolo borghese che sostiene con diverse motivazioni la posizione della chiusura della fabbrica. In questo Speciale troveranno spazio anche quelle posizioni, diverse dalla nostra in alcuni aspetti, ma che si distinguono dal 'fronte' che noi critichiamo e combattiamo, nell'interesse dell'autonomia operaia, lotta di classe, anticapitalismo che guidano e orientano le nostre posizioni e le nostre azioni. 

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