Il complexo do Alemão è un mega quartiere di oltre 70 mila abitanti della zona nord della metropoli carioca, la sua parte più povera. Da qualche settimana il quartiere è al centro di una guerra decisa dal comando della UPP, Unidade de Polícia Pacificadora, un corpo di polizia comunitaria dello stato di Rio de Janeiro istituito nel 2008 con il compito di installare, attraverso la Polizia Militare, avamposti dello Stato nelle favelas per combattere criminalità e narcotraffico. La UPP svolse un ruolo centrale nella “pulizia” di Rio prima dei mondiali del 2014.
Il
21 aprile è scattata l'operazione per insediare una base della UPP nel
cuore del bairro, nella località di Praça do Samba. Nelle settimane
precedenti decine di case sono state sfondate dagli agenti della Policia
Militar, sgomberando i residenti e lasciandoli senza casa per
installare delle basi provvisorie. Il conflitto si è acuito quando,
nell'ultima settimana, quando la PM ha installato una torre blindata
nella favela di Nova Brasilia, in cima al complexo do Alemão. Molte case
state danneggiate irrimediabilmente dai proiettili delle sparatorie
quotidiane tra PM e narcotrafficanti costringendo i residenti ad
abbandonarle. Tre scuole e sette asili frequentati da quattromila alunni
sono state chiuse per il pericolo di sparatorie. Secondo le
testimonianze raccolte dai militanti del Coletivo Papo Reto alcuni
militari avrebbero anche tentato di stuprare alcune giovani abitanti
delle case invase.
Il
bilancio dell'ultima settimana, tra morti e feriti, descrive un vero
bollettino di guerra. Negli scontri a fuoco dell'ultimo fine settimana
almento tre persone sono state uccise dalle armi dei militari. Un
bambino di 13 anni, Paulo Henrique Oliveira de Morais, è morto a seguito
delle ferite inferte dalle pallottole vaganti. Gustavo Silva, 17 anni, è
stato ucciso per strada mentre tornava da lavoro alle sei del mattino.
Bruno de Souza, 24 anni, militare dell'esercito, è stato ucciso in casa
sua. I residenti che sono riusciti a rientrare nelle proprie case hanno
denunciato lo scempio degli arredi e il furto di capi di abbigliamento e
di elettrodomestici. I funerali dei giovani uccisi sono stati
accompagnati da cortei rabbiosi di amici, parenti e residenti. “La
nostra richiesta di giustizia è incisa nella vita e nelle parole degli
abitanti dell'Alemão. Giustizia, pace. Le istituzioni parlano di pace,
ma per chi ha conosciuto solo la guerra la pace non esiste”, così
Joelinton do Nascimento, amico di infanzia di Gustavo Silva.
Le
proteste degli abitanti del quartiere contro le azioni della PM
iniziarono già nel mese di marzo. Sabato 11 marzo un corteo di residenti
attraversò la Estrada do Itararé, la principale via di accesso al
quartiere, in direzione del centro di coordinamento della UPP e
terminando all'entrata della favela di Nova Brasilia. Alla
manifestazione si unirono mototassisti e tassisti abusivi del quartiere.
Nel frattempo in seno alla comunità sono stati approntati diversi
strumenti di autodifesa collettiva: un contatto su What'sUp, Defezap,
al quale segnalare violenze e abusi della PM, petizioni al Comandante
Generale della PM per lasciare le case occupate, cortei, presidi di
protesta.
Nella
giornata di ieri una protesta è stata inscenata dai balconi delle
abitazioni stendendo delle lenzuola bianche per chiedere pace e il
ritiro delle truppe militari dal quartiere.
Nel
pomeriggio un corteo si è mosso per le vie del Complexo do Alemão
bloccando la Estrada do Itararé. All'aumentare dei partecipanti alla
manifestazione la polizia ha lanciato lacrimogeni per disperdere il
concentramento. I residenti hanno retto l'attacco continuando in 500 il
corteo al grido di “fora UPP”.
Già
nel novembre del 2010 la Policia Militar invase l'Alemão. Ora che
l'attacco prova a insediare una base della Policìa Pacificadora
l'offensiva si rivela per quello che é: la guerra al narcotraffico viene
fatta pagare ai poveri del quartiere in termini di vite umane e aumento
della violenza subita dai residenti per espellerli dal quartiere e
risanarlo. Obiettivi dei militari sono tanto gli strati proletari delle
favelas, anche solo nell'essere d'ostacolo alle operazioni di polizia,
che i trafficanti.
A
cavallo dei mondiali di calcio diverse operazioni analoghe colpirono
altre zone a nord di Rio. Nel 2015 nel Complexo da Maré diversi morti
furono causati dall'irruzione della PM per installare una base della
UPP. Il 24 febbraio una manifestazione attraversò il quartiere contro le
morti, gli abusi di potere e le violenze della polizia: “la pace senza
voce è paura”.
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