(dal CAU)
Scuola e università si mobilitano contro repressione e per il diritto allo studio
Giornata movimentata oggi (lunedì 1° dic.) a
Napoli. Ben due appuntamenti hanno visto protagonisti le studentesse
e gli studenti della città.
La punta di quest'ondata repressiva si è toccata
proprio con la Preside del Giordani che, qualche giorno fa, è stata
la protagonista di alcune incredibili dichiarazioni rilasciate a Il
Mattino e La Repubblica in cui accusava gli studenti di essere
“manovalanza” di “cellule” esterne alle scuole, gruppi di
fomentatori pronti solo allo scontro di piazza, un corpo estraneo
agli studenti “per bene” e privo di reali rivendicazioni
politiche.
Contemporaneamente eravamo con tanti altri studenti
universitari all'ingresso dell'Adisu dell'Orientale, dove avevamo
un incontro con la dirigenza dell'azienda per il diritto allo studio,
concordato con i membri del Cda durante l'ultimo Consiglio
d'Amministrazione. Da mesi, infatti, denunciamo le condizioni assurde
del bando d'accesso allo studentato di via Brin: prezzi elevatissimi,
pochi posti, regolamento da caserma, isolamento logistico e una
clausola ricattatoria che obbliga i fuorisede borsisti ad accettare
l'alloggio per ricevere la borsa di studio, pena il declassamento a
pendolare e la perdita di quanto gli spetterebbe di diritto secondo
le condizioni reddituali e di residenza. A questo si aggiunge un
silenzio delle rappresentanze studentesche nel Cda dell'ADISU che, in
tutte queste puntate, e meno che mai oggi, non si sono schierati
davanti al resto del Consiglio-né in altre maniere- al fianco di chi
ha portato delle richieste legittime e giuste.
In entrambe le situazioni ci siamo trovati davanti
allo stesso scenario.
Dall'altra parte della città ci siamo visti
sbarrare l'accesso all'Adisu da un doppio cordone di carabinieri e
digos che ci ha impedito di incontrare il Direttore e di portare in
quella sede le nostre rivendicazioni, tanto che quando abbiamo
legittimamente provato ad entrare, siamo stati presi a calci e
allontanati malamente dai carabinieri in assetto antisommossa.
Insomma, due episodi che per quanto diversi mostrano
chiaramente qual è la risposta che in questo momento le istituzioni
di questo paese intendono dare a chi semplicemente pretende che
vengano rispettati i propri diritti, a chi si batte per una scuola e
un'università che siano accessibili a tutti e non privilegio di
pochi fortunati “meritevoli”. D'altronde, tutto l'autunno non ha
fatto altro che dimostrarci questo: chiunque si è mobilitato e ha
provato a organizzarsi contro Jobs Act e Buona Scuola, ha ricevuto in
risposta soltanto manganelli e denunce. Tutto questo non riuscirà a
intimidirci e a frenare la nostra rabbia.
Continueremo a opporci a questo Governo e ai suoi
provvedimenti, a chi cerca di metterci a tacere, a chi vorrebbe
vederci accettare passivamente il peggioramento delle nostre vite, la
distruzione del nostro presente e del nostro futuro.
Ci vogliono divisi e flessibili, ci avranno uniti e inflessibili!
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