giovedì 21 novembre 2024

pc 21 novembre - Formazione operaia - Lo Stato, strumento di sfruttamento della classe oppressa - da Stato e rivoluzione di Lenin


Scrive Lenin in "Stato e rivoluzione":

"Per mantenere un potere pubblico speciale, posto al di sopra della società, sono necessarie delle imposte e un debito pubblico".
"...Per il fatto che posseggono il potere pubblico e il diritto di riscuotere imposte, - scrive Engels - i funzionari come organi della società sono posti al di sopra della società. Il libero, volontario rispetto che veniva tributato agli organi della società patriarcale (del clan) non sarebbe più sufficiente per essi, anche se potessero cattivarselo"... Si fanno leggi speciali sulla santità e sull'inviolabilità dei funzionari... Il "più misero poliziotto" ha più "autorità" dei rappresentanti del clan, tuttavia persino ...il capo militare di un paese civile potrebbe invidiare al capo del clan che la società patriarcale circondava "di una stima volontaria e non imposta col bastone".

Lo Stato quindi si pone subito come "esattore" rispetto alla classe oppressa. Sono le masse più sfruttate, economicamente più deboli, le masse più povere, che devono sostenere lo Stato; uno Stato che usa gran parte delle tasse per mantenere sè stesso, il suo apparato, i suoi funzionari, per mantenere il suo apparato repressivo, l'esercito, i "distaccamenti speciali di uomini armati", come abbiamo visto nella precedente Formazione operaia, quindi non per la vita sociale. Ma nello stesso tempo per questo, anche per questo, lo Stato, i suoi uomini si pongono estranei e oppressori di fronte alla maggioranza della popolazione. Ed Engels descrive l'abisso tra il rispetto volontario, spontaneo di cui erano circondati nelle epoche precedenti gli "organi della società patriarcale" e, diremmo oggi. il discredito, l'odio verso i funzionari dello Stato borghese che per imporre le imposte devono usare il "bastone": le sanzioni, le multe, fino al carcere. 
Ma tutto questo scava una fossa profonda tra i proletari, le masse popolari e lo Stato.

Continua Lenin: "Si pone qui la questione dei privilegi dei funzionari quali organi del potere statale. Il punto essenziale è questo: che cosa li pone al di sopra della società?...
"...Lo Stato - scrive Engels - poiché è nato dal bisogno di tenere a freno gli antagonismi di classe, ma essendo contemporaneamente nato nei conflitti di queste classi, è, per regola, lo Stato della classe più potente, della classe economicamente dominante che, per mezzo suo, diventa anche politicamente dominante e così acquista un nuovo strumento per tenere sottomessa e per sfruttare la classe oppressa"... "lo Stato rappresentativo moderno è lo strumento per lo sfruttamento del lavoro salariato da parte del capitale"...

Perchè, da dove nascono questi "privilegi dei funzionari dello Stato"? Engels lo spiega chiaramente: dal fatto che lo Stato non è espressione di tutte le classi, nè è organo di conciliazione tra le classi, ma è organo della classe dominante economicamente e con lo Stato anche politicamente, la classe dei padroni, dei capitalisti. Quindi uno Stato che difende unicamente gli interessi del capitale, e per farlo deve fare costantemente opera di imposizione, repressione verso la classe oppressa, verso la stragrande maggioranza delle masse. 
Questo è chiarissimo anche oggi. I lavoratori, le masse popolari sono sempre più oberate di tasse, vedono sempre più taglieggiati i loro salari dai padroni ma anche dagli aumenti del carovita, bollette, ecc; mentre i capitalisti, i ricchi possono tranquillamente evadere le tasse (e poi lo Stato li condona), o anche quando pagano "regolarmente" hanno imposte ridicole, di poco superiori a quelle che pagano le masse. 
Ed Engels spiega come questa azione coercitiva verso la classe oppressa e invece di difesa verso le ricchezze della classe dominante, nella repubblica democratica avviene anche con altri strumenti:

"Nella repubblica democratica - continua Engels - "la ricchezza usufruisce del suo potere in modo indiretto, ma in maniera tanto più sicura", in primo luogo con la "corruzione diretta dei funzionari" (America), in secondo luogo con "l'alleanza tra governo e Borsa" (Francia e America)"...

"Nel momento attuale - scrive Lenin - l'imperialismo e il dominio delle banche "hanno sviluppato" sino a farne un'arte raffinata, in qualsiasi repubblica democratica, questi due metodi di difesa e di realizzazione dell'onnipotenza della ricchezza. Se, per esempio, fin dai primi mesi della repubblica democratica in Russia, durante, per così dire, la luna di miele del connubio dei "socialisti" - socialisti-rivoluzionari e menscevichi - con la borghesia nel governo di coalizione, il signor Palcinski ha sabotato tutti i provvedimenti tendenti a frenare i capitalisti e la loro speculazione, il saccheggio da parte loro dell'erario mediante le forniture militari; se in seguito il signor Palcinski, uscito dal ministero (e naturalmente sostituito da una altro Palcinski del suo stesso stampo), è stato "gratificato" dai capitalisti di una piccola sinecura con uno stipendio di centoventimila rubli all'anno, - che cosa è questo? corruzione diretta o indiretta? alleanza del governo con le organizzazioni dei capitalisti o "semplicemente" relazioni di buona amicizia?..."
"L'onnipotenza della "ricchezza" è, in una repubblica democratica, tanto più sicura in quanto non dipende da un cattivo involucro politico del capitalismo. La repubblica democratica è il migliore involucro politico possibile per il capitalismo; per questo il capitale, dopo essersi impadronito... di questo involucro - che è il migliore - fonda il suo potere in modo talmente saldo, talmente sicuro, che nessun cambiamento, né di persone, né di istituzioni, né di partiti nell'ambito della repubblica democratica borghese può scuoterlo.

Engels dice come nella Repubblica democratica lo Stato assicura il suo potere e gli interessi della classe dominante anche usando strumenti indiretti - la corruzione dei suoi funzionari, l'alleanza tra il governo e la borsa - rispetto agli strumenti diretti della imposizione/repressione, per assicurare il potere basato sul capitalismo; questi strumenti indiretti hanno pure l'effetto di mascherare agli occhi delle masse lo sfruttamento; fino a far credere che questa è "arte raffinata" e neutra.
L'imperialismo e il dominio delle banche hanno "sviluppato" questa corruzione e alleanza governo-borsa allo scopo di difendere la ricchezza della classe dominante, in maniera così salda e sicura che è impossibile porvi fine.

 E Lenin aggiunge che la "Repubblica democratica è il migliore involucro politico possibile per il capitalismo e nessun cambiamento, né di persone, né di istituzioni, né di partiti nell'ambito della repubblica democratica borghese può scuoterlo".

Questo passaggio è importante perchè toglie ogni illusione all’idea della via elettorale come questione che possa incidere nella natura dello Stato. 
I democratici piccolo borghesi, gli odierni riformisti, opportunisti, i rivoluzionari a parole, è su questo che contribuiscono – come dice Lenin – a “inculcare nel popolo la falsa concezione che il suffrago universale possa nello “Stato odierno” esprimere realmente la volontà della maggioranza dei lavoratori e (ancor meno) assicurarne la realizzazione"...

" Engels - ricorda Lenin - definisce in modo categorico il suffragio universale come uno strumento di dominio della borghesia. Il suffragio universale, egli dice... è "l'indice della maturità della classe operaia. Non può essere e non sarà mai nulla di più nello Stato attuale".

Oggi, possiamo ben dire, guardando le elezioni odierne e i loro risultati che esse non sono neanche una sorta di statistica del livello di coscienza politica della classe operaia; ma solo, al massimo, una fotografia "pallida e sfocata" del grado di partecipazione delle masse alle elezioni e delle tendenze politiche che vengono espresse. Ma anche questo dato è falsato. Dal numero sempre più ridotto dei votanti, che non esprime certo la maggioranza della popolazione; dai mutamenti dei voti ai partiti tra una elezione e un'altra. Quindi, oggi più che mai il "suffragio universale non esprime realmente la volontà della maggioranza dei lavoratori". Meno che mai le elezioni odierne, anche per il sistema elettorale che punta a impedire ogni reale cambiamento, perchè danno il potere a partiti borghesi che hanno avuto pochissimi voti (vedi la Meloni/FdI). In questo senso la Repubblica democratica fonda "il suo potere in modo talmente saldo, talmente sicuro, che nessun cambiamento, né di persone, né di istituzioni, né di partiti... può scuoterlo". 

Questo deve togliere ogni illusione tra i lavoratori, le masse popolari che sia possibile trasformare lo Stato borghese (o quantomeno essere al "di sopra delle parti") attraverso le elezioni.
Engels definisce in modo categorico il suffragio universale come uno strumento di dominio della borghesia. Le elezioni inducono il popolo a credere di avere, tramite la propria scelta di un candidato, voce in capitolo. Questo è sbagliato, e illusorio, come abbiamo detto prima. 
I politici opportunisti, falsi "comunisti" condividono e inculcano nella classe oppressa la errata concezione che il suffragio universale possa realmente esprimere la volontà della maggioranza dei cittadini. Ma i lavoratori, le masse popolari devono respingere tutti coloro che vogliono spingere a procedere su questa strada fallimentare, pienamente funzionale al mantenimento dello Stato borghese.

Infine in questo capitolo di "Stato e rivoluzione" Lenin riprende sempre Engels che "dà un riassunto conclusivo delle sue concezioni con le parole seguenti: 
"Dunque lo Stato non è esistito sempre. Vi sono state società che ne hanno fatto a meno e che non avevano alcuna idea dello Stato nè del potere statale. In un determinato grado dello sviluppo economico, necessariamente legato alla divisione della società in classi, proprio a causa di questa divisione, lo Stato è diventato una necessità. Ci avviciniamo ora, a rapidi passi, ad uno stadio di sviluppo della produzione tale che l'esistenza delle classi non solo ha cessato di essere una necessità ma diventa un ostacolo diretto alla produzione. Perciò le classi scompariranno ineluttabilmente, così come sono scomparse nel passato. Con esse cadrà ineluttabilmente lo Stato. La società, che riorganizza la produzione in base a una libera ed eguale associazione di tutti i produttori, relegherà l'intera macchina statale nel posto che da quel momento le spetta, nel museo delle antichità accanto all'arcolaio e all'ascia di bronzo".
Questa citazione non accade di incontrarla spesso nella letteratura di propaganda e di agitazione della socialdemocrazia contemporanea. E quando la si ricorda, lo si fa per lo più come se ci si volesse genuflettere davanti a un'icona, per rendere cioè ufficialmente omaggio a Engels, senza il minimo tentativo di riflettere sull'ampiezza e la profondità della rivoluzione che è presupposta in questo "relegare l'intera macchina statale nel museo delle antichità". Il più delle volte non si arriva neppure a comprendere ciò che Engels intende per macchina dello Stato".

Lenin sottolinea questa citazione importante di Engels: lo Stato non è sempre esistito, lo Stato, quindi, non esisterà per sempre. Lo sviluppo della produzione pone esso stesso la necessità della cessazione della esistenza delle classi; il rapporto tra grado sempre più enorme di sviluppo delle forze produttive e la loro "restrizione" nel sistema di proprietà privata, ad un certo punto porta ad una rottura, la divisione delle classi diventa un ostacolo un freno allo sviluppo delle forze produttive, della produzione e dell'umanità intera. Scomparendo, quindi, le classi, scompare la necessità dello Stato e Lenin può dire che l'intera macchina statale può essere relegata nel "museo dell'antichità"

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