Ieri mattina a Napoli Il Mattino
organizza un convegno “Avere vent’anni al Sud”, tra gli invitati il
premier Gentiloni, vari ministri, e tutto il fronte della politica
istituzionale locale. Una provocazione da campagne elettorale in una
regione che subisce da decenni disoccupazioni, precarietà e devastazione
e avrebbe bisogno di azioni ed investimenti importanti piuttosto che
passerelle politiche. Napoli è una città in cui avere vent’anni vuol
dire accettare la miseria di un lavoro nero e precario, o l’obbligo a
dover lasciare la propria terra per emigrare in altri paesi o al Nord.
I collettivi studenteschi e i disoccupati del movimento di lotta per il lavoro 7 Novembre, sono scesi in piazza in protesta al convegno. “Organizzano un evento che parla di giovani e lavoro nella capitale della disoccupazione e della precarietà. Per questo siamo scesi in piazza per manifestare contro questa passerella politica” dichiara Mario, uno degli attivisti fermati stamattina durante una dura carica. “In quel momento eravamo fermi ed eravamo in strada a manifestare il nostro dissenso, siamo stati caricati, e io sono stato fermato”.
Dalla
mattina presto un gruppo del Movimento di Lotta – Disoccupati 7
Novembre, ha inscenato una protesta di fronte al Teatro Mercadante, sede
dell’evento. Uno striscione calato da una delle gru del cantiere della
metro di Piazza Municipio con scritto “Lavoro per tutti e tutte”. Tra i
fermati anche due disoccupati protagonisti dell’azione, rilasciati
insieme a Mario a seguito del presidio di solidarietà organizzato fuori
la questura. “Oggi vogliamo far vedere che in questa regione non c’è
lavoro, non c’è sviluppo. Sono i motivi per cui lottiamo uniti. Le
istituzioni sono sorde e non ci ascoltano, per questo oggi siamo qui
ancora una volta in piazza” sono le parole di Luigi, del movimento dei
Disoccupati.
Avere vent’anni a Napoli vuol dire avere ancora cariche e repressione.
Avere vent’anni a Napoli vuol dire continuare a lottare.
I collettivi studenteschi e i disoccupati del movimento di lotta per il lavoro 7 Novembre, sono scesi in piazza in protesta al convegno. “Organizzano un evento che parla di giovani e lavoro nella capitale della disoccupazione e della precarietà. Per questo siamo scesi in piazza per manifestare contro questa passerella politica” dichiara Mario, uno degli attivisti fermati stamattina durante una dura carica. “In quel momento eravamo fermi ed eravamo in strada a manifestare il nostro dissenso, siamo stati caricati, e io sono stato fermato”.
Avere vent’anni a Napoli vuol dire avere ancora cariche e repressione.
Avere vent’anni a Napoli vuol dire continuare a lottare.
- contropiano
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