Centrale in questa fase è tornare alle fabbriche per analizzarne le condizioni strutturali e le ricadute sugli dei piani dei padroni in materia di lavoro, salario, condizioni di lavoro, salute, sicurezza. Per noi rimangono centrali le grandi fabbriche, sia pure in una situazione in cui sono tutte praticamente in crisi, perché solo dalle grandi fabbriche è possibile ripartire con la forza operaia che possa via via coinvolgere tutte le fabbriche del Paese e offrire un punto di riferimento operaio all'intero movimento, sia sul piano sindacale, sia oggi soprattutto sul piano politico, per l'opposizione ai piani dei padroni che sono orientati verso la guerra imperialista.
Parlare delle grandi fabbriche significa entrare nel merito delle contraddizioni che si stanno vivendo, non solo per analizzarle e denunciarle, ma anche per cogliere gli elementi su cui è importante che la classe operaia possa intervenire e soprattutto le organizzazioni che operano nelle file della classe operaia, sindacali e politiche; per poter ricostruire una minoranza operaia all'interno delle fabbriche su posizioni classiste e combattive di opposizione ai padroni e al governo, sia interni, il governo Meloni, i padroni italiani, sia europei, sia mondiali, caratterizzati oggi dalla guerra di tutti i contro tutti ispirata innanzitutto dall'imperialismo americano e dalla nuova presidenza Trump.
La situazione all'ex Ilva Taranto - oggi Acciaierie d'Italia
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