
Da ieri mattina, ancorata nel porto di Napoli, incombe la portaerei nucleare George H.W. Bush che, affiancata da un gruppo di battaglia formato dai cacciatorpediniere lanciamissili Truxtun e Mitscher, dagli incrociatori lanciamissili Gettysburg e Anzio e da otto squadriglie aeree, va a rafforzare la Sesta flotta statunitense e la missione Unified Protector della NATO contro la Libia, il cui comando è a Napoli, affiancandosi ad altre unità, tra cui i sottomarini nucleari Providence, Florida e Scranton.
Come attivisti dell'assemblea napoletana contro la guerra, abbiamo segnalato questa presenza, nel silenzio assoluto sulla vicenda sia della stampa che delle amministrazioni locali ed in particolare del neo-sindaco De Magistris, che pure in campagna elettorale e nei giorni successivi alla sua elezione ha utilizzato a più riprese gli argomenti referendari.
Una presenza che sembra quasi una provocazione dal momento che proprio oggi e domani siamo chiamati alle urne per decidere se avere o meno il nucleare sul nostro territorio (assieme ai quesiti sull'acqua pubblica e il legittimo impedimento) e pochi metri a largo dalle nostre coste c'è una vera e propria centrale nucleare galleggiante con a bordo reattori più pericolosi di quelli di Fukushima! Se il silenzio elettorale deve servire a giustificare chi non vuole che simili notizie vengano fuori…!
Un silenzio che accomuna la vicenda referendaria e la guerra contro la Libia, oscurata fino a scomparire dai maggiori organi di informazione del paese: anche per questo stamattina ci siamo schieriati, ancora una volta, come in tante occasioni dall'inizio delle operazioni militari, contro questa guerra e contro tutte quelle perpetrate dietro "balle umanitarie" e che rivelano fin troppo presto il proprio volto lugubre e predatore.
La presenza della portaerei H.W. Bush lascia presagire una seconda fase della guerra contro la Libia: un intervento di terra, sempre negato dai vertici NATO e dai governi che stanno prendendo parte alle operazioni belliche, ma, in realtà, sempre dietro l’angolo e oggi quanto mai possibile.
Collettivo Fanon
Cau
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