sabato 20 marzo 2021

pc 20 marzo - Emergenza sanitaria - cronache dall'interno - I parte - pc

 Corrispondenza da un compagno di proletari comunisti Milano

A che punto siamo Da dove partire?

Ad un anno di distanza all’interno delle strutture sanitarie la prima questione che emerge è 1) la necessità, da parte di tutte le figure degli operatori sanitari e degli altri lavoratori (interni e necessari che concorrono nel definire la sanità nel suo insieme) degli appalti, dalle pulizie/sanificazioni alla manutenzione, dalla ristorazione allo stoccaggio dei rifiuti ospedalieri, di fare un bilancio, per comprendere cosa sia cambiato, e dove e se è cambiato, tra marzo 2020 e marzo 2021; 2) le differenze? tra il governo Conte2 e quello Draghi; 3) le politiche, in particolare in Lombardia (Regione simbolo della devastazione/privatizzazione selvaggia della sanità pubblica), che rappresentano l’attuale situazione di non contenimento della pandemia; 4) le voci di denuncia – gli appelli – degli operatori sanitari, prima blandite/affascinate dalla retorica di "Eroi", poi represse e silenziate (dai provvedimenti disciplinari o licenziamenti) e infine buttate in pasto agli attacchi mediatici (sino a quelli fisici), ovvero essere i diffusori del virus, e quindi passati da eroi ad untori; 5) il ruolo dei sindacati confederali e corporativi; 6) il ruolo dei sindacati di base, da Usb a Sgb, da Adl Cobas a Usi-Ait; 7) il ruolo del sindacalismo classista comprendendo i cambiamenti reali di un settore pubblico che ha fatto passi da gigante verso la proletarizzazione dei lavoratori; 8) il piano vaccini; 9) quali prospettive e che fare.

1) Un bilancio, veloce ma non superficiale, ci dice che in parte, minima, alcune cose sono cambiate. Primo è cambiato il governo e questo non ha avuto, in una buona fetta dei lavoratori, un impatto favorevole. E non certo perché il governo Conte avesse tradotto in fatti i tanti proclami: “nuove e massicce assunzioni”, “sviluppo della medicina territoriale”, “più risorse per nuovi presidi ospedalieri, più terapie intensive, più DPI”, “più tutele per la salute e sicurezza degli operatori sanitari”; ma anche “recupero sulle altre patologie penalizzate dal collasso del sistema sanitario” o “basta alla regionalizzazione”. Tra le corsie questo è stato chiaro e via via è scemato il consenso. Allo stesso tempo tra le fila dei lavoratori, almeno tra quelli avanti negli anni e con un minimo di conoscenza della storia e

pc 20 marzo - incredibili e indecenti condanne contro gli attivisti NOTAP - massima solidarietà e piena condivisione di tutte le iniziative di ogni genere che siano decise a livello locale e nazionale

Da tarantocontro.blogspot.com

LECCE - Sessantasette condanne (a pene comprese tra i 6 mesi e i 3 anni 2 mesi e 15 giorni di reclusione) e 25 assoluzioni: si è concluso così il processo davanti al giudice monocratico di Lecce Pietro Baffa a 92 persone, molte delle quali aderenti al Movimento No Tap imputate in tre procedimenti per i disordini compiuti tra il 2017 e il 2019 in occasione dell’avvio dei lavori per la realizzazione del gasdotto Tap a Melendugno, in Salento. Tra gli imputati anche gli attivisti che arrivarono in Salento da ogni parte d’Italia per appoggiare la protesta del Movimento.
Le accuse, contestate a vario titolo, sono di violenza privata, interruzione pubblico servizio, accensione pericolosa di ordigni, deturpamento, danneggiamento, manifestazione non autorizzata, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, violazione del divieto di ritornare a Melendugno. La condanna alla pena più alta, invece, è stata inflitta a Giacomo Montefusco, ritenuto uno dei capi della sommossa. Per 25 imputati il giudice ha disposto l'assoluzione perché attraverso le foto e le riprese video non si è potuti arrivare ad una identificazione certa.

L’accusa è stata sostenuta dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e dai sostituti Francesca Miglietta e Maria Consolata Moschettini. La società Tap (Trans Adriatic Pipeline), che si è costituita parte civile in due dei procedimenti, sarà risarcita in sede civile. A presidiare l’area esterna dell’aula bunker in attesa della lettura della sentenza c'erano molti mezzi delle forze dell’ordine.

EPISODI CONTESTATI
Fra gli episodi che i processi hanno condannato, anche quello delle scritte con la vernice a spray lasciate sui muri del centro storico di Lecce durante la manifestazione del 16 marzo del 2018. Le proteste contro il segretario della Lega, Matteo Salvini, nel corso della visita a Martano del 15 febbraio 2018, le aggressioni al cantiere di San Basilio contro le strutture, i mezzi e le forze dell’ordine, nonché i lanci di uova piene di vernice colorata nei cortei anti Tap tenuti in città. Il giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, Pietro Baffa, ha ritenuto gran parte degli imputati responsabili delle accuse contestate nelle indagini condotte dalla Procura di Lecce con i poliziotti della Digos.

LE CONDANNE
Le condanne sono andate in gran parte oltre le richieste del pubblico ministero Maria Consolata Moschettini. Ed hanno riguardato i processi distinti in tre blocchi: il primo sulla violazione della zona rossa attorno al cantiere in costruzione durante la manifestazione del 9 dicembre del 2017. Il secondo le proteste dell’8 dicembre del 2018, con danneggiamenti delle recinzioni metalliche del cantiere fissate sui new jersey, i gesti offensivi alle forze dell’ordine, le scritte “morirete della stessa malattia che ci date”, “Odio Tap” e “Tap politica massoneria stessa porcheria” ed infine l’accensione di fumogeni. Il terzo filone quello più significativo perché si è occupato di 78 episodi rilevati in 15 manifestazioni, anche quelle non autorizzate. Le manifestazioni del 24 novembre e dell’8 dicembre 2017; del 18 gennaio; 7, 9 e 15 febbraio (quest’ultima in occasione della presenza a Martano del segretario della Lega, Matteo Salvini) 2018; del 2, 8, 16 (a Lecce i muri imbrattati di scritte con la vernice spray), 17 marzo; del 4, 11, 14, 19 aprile; del 10 maggio e del 19 giugno. Nel dettaglio la manifestazione non autorizzata a Lecce del 24 novembre 2017 con lanci di uova piene di vernice contro la sede di via Templari della Tap e contro le forze dell’ordine. La manifestazione dell’8 dicembre 2017 con lanci di uova, l’aggressione alle forze di polizia scagliando e ciclamini presi da una fioriera di via Templari, colpi di bastone, il lancio di una bottiglia ed di un oggetto voluminoso non meglio indicato e con un manifestante che cercò di sottrarre la fotocamera ad un fotografo. Ed ancora: la manifestazione del 18 gennaio 2018 a San Basilio con i tentativi di bloccare l’ingresso agli operai nel cantiere con le pietre messe al centro della strada ed i furgoni riempiti di calci e di pugni. Vengono contestate anche offese alle forze di polizia, danneggiamenti ai mezzi di lavoro (due furgoni ed uno escavatore) ed altro. Nessun assoluzione in questo troncone del processo. Condanne anche per le manifestazioni di dissenso alla campagna elettorale di Salvini il 15 febbraio del 2018 a Martano nell’oleificio Alea: lanci di uova, offese, fumogeni, lancio di sassi, blocco del traffico e di alcune persone interessate alla manifestazione elettorale, muretti a secco danneggiati ed offese alle forze dell’ordine. Stesso orientamento per le scritte con la vernice spray lasciate il 16 marzo 2018 in viale Oronzo Quarta, viale Gallipoli, via Cairoli, via Duca degli Abruzzi, via Cavallotti angolo via 47esimo Reggimento Fanteria e sul palazzo delle Poste di piazza Libertini. Quindici giorni il termine indicato dal giudice per depositare le motivazioni delle sentenze. E da quel momento guarderà al processo d’appello il collegio difensivo formato, fra gli altri, dagli avvocati Giuseppe Milli, Francesco Calabro, Alessandro Calò e Giampaolo Potì.


Movimento No Tap sulle condanne: “Giudizio dall’evidente indirizzo politico, si va avanti nonostante tutto”



“Non sarà questa sentenza a farci indietreggiare, non sarà questo chiaro messaggio intimidatorio a farci desistere dal continuare a credere che siamo la parte migliore di questa brutta storia, che siamo dalla parte giusta”. Queste le parole degli attivisti No Tap a 24 ore dalla decisione con cui il giudice monocratico del tribunale di Lecce, Pietro Baffa, ha inferto condanne dai 6 mesi ai 3 anni e 2 mesi di reclusione per 67 delle 92 persone finite a vario titolo sul banco degli imputati dopo i disordini occasionati dall’avvio del gasdotto Tap.

È affidata a un lungo post sui canali social la replica alla sentenza – definita “di evidente indirizzo politico” – degli attivisti del movimento, in un primo tempo orientati a non replicare a caldo l’esito del processo di primo grado. “Avremmo tanto da dire su quanto accaduto ieri nell’aula bunker del carcere di Lecce, cercheremo di farlo, rimanendo lucidi davanti ad un giudizio che, a nostro avviso, ha avuto un evidente indirizzo politico“, affermano. “Ci troviamo qui a dover commentare ancora una volta la criminalizzazione messa in atto da un apparato repressivo che coinvolge lo Stato a diversi livelli, con la complicità di una certa stampa che, senza essere presente a nessuna delle udienze, è stata pronta a giudicare, arrivando a definire ‘esito finale’ quello che è solo il primo grado di giudizio”.

Tra i reati contestati quello di violenza privata, deturpamento, danneggiamento e manifestazione non autorizzata. Capi d’accusa contro i quali i legali degli attivisti hanno promesso ricorso in appello, in attesa delle motivazioni della sentenza di primo grado attese entro 15 giorni. Nel frattempo, gli attivisti contestano le scelte del giudice monocratico, ribadendo, d’altra parte, la contrarietà a un’opera considerata inutile e dannosa. “Tutto questo – affermano dal movimento – sembra un accanimento contro il diritto al legittimo dissenso nei confronti di un’opera inutile, dannosa e imposta, presentata come strategica, che invece di strategico ha solo il raschiare il barile dei fondi europei”.

“È un’opera climalterante che va contro ogni sana logica di cambiamento, lontana anni luce da quella transizione energetica di cui in nostri politici si vantano tanto. Pare sempre più evidente che questo accanimento è rivolto a chi protesta contro quel sistema in cui il tap è inserito, un sistema di sviluppo che strizza l’occhio al potere economico, abbandonando intere popolazioni alla propria sorte. Un sistema che alletta con le sue sirene ma che lascia intorno a sè distruzione, povertà e un sempre maggiore divario tra classi sociali”.

Amaro in bocca anche per il lasso di tempo ridotto deciso dal giudice per il deposito delle motivazioni della sentenza. Scelta criticata al termine del processo anche dall’avvocato difensore, Francesco Calabro, che ha avanzato il sospetto della inutilità della sua discussione risalente a tre giorni antecedenti alla pronuncia.
A rincarare la dose gli attivisti No Tap: “Ciò che fa più pensare, e lo hanno ribadito anche i nostri legali, sono i soli 15 giorni valutati da Giudice come sufficienti per depositare le motivazioni delle sentenze. Il numero elevatissimo di attivisti imputati e la complessità dei contesti e dei fatti, ci aprono ad un interrogativo: ci chiediamo se il Giudice dovrà spendere giorni e nottate per fornire motivazioni soddisfacenti o se, in realtà, il tutto non lo abbia già elaborato. Ai 15 giorni ne seguiranno 30 affinché i nostri legali possano elaborare e depositare gli appelli”.
Tempi eccessivamente stretti, come ribadito anche dai legali al termine del processo, che, secondo il movimento, “non solo limitano la possibilità di imbastire una difesa serena e priva di pressioni, ma che impongono ancora una volta un tour de force ai nostri legali. La regia che si cela dietro all’imposizione di questo sistema – continuano gli attivisti – ha da sempre avuto bisogno di criminalizzare chi lotta per le giustizie sociali ed ambientali, così come ha la necessità di incutere timore nelle popolazioni istituendo zone rosse e limitazioni, mostrando i muscoli e schiacciando la ragione ma, malgrado tutto questo, ci sentiamo di ribadirlo ancora più forte. Nonostante tutto – concludono – ci troverete ancora qui: noi l’effetto voi la causa del nostro malcontento”.

pc 20 marzo - ILVA/ARCELORMITTAL - PROCESSO/SITUAZIONE IN FABBRICA - ROVESCIARE LA NARRAZIONE "INQUINATA" - Dall'intervento di proletari comunisti di Taranto nell'incontro informativo on line del Patto d'azione del 26/2


Il processo Ilva “Ambiente svenduto” è un processo di rilievo nazionale e internazionale. È il più grande processo di questo genere con la fabbrica aperta, per di più ora nelle mani di una multinazionale, il primo produttore di acciaio nel mondo, con stabilimenti in 30-40 paesi. 
È diventato un processo a un sistema, ed è in questo senso che lo Slai Cobas a Taranto ha costruito sin dall'inizio la sua partecipazione. Bisognava portare dentro l'aula dei Tribunali la lotta dei lavoratori, la resistenza e i danni che i lavoratori, i cittadini avevano subito.
Un processo di classe contro una classe è quello che abbiamo impostato, in perfetta continuità con altri

pc 20 marzo - Draghi: un governicchio di personaggi senza arte nè parte, che imbarca fasciorazzisti alla Salvini pronto a tornare alla carica - e tutti insieme servire meglio padroni e finanza - pc

...La luna di miele è alle spalle: i sondaggi sgonfiano Draghi

"Il primo tagliando del governo Draghi a un mese abbondante dal giuramento al Quirinale non è entusiasmante per il premier e i suoi ministri. I sondaggi danno un responso unanime: il consenso attorno all’ex presidente della Bce è in flessione, la luna di miele con l’opinione pubblica sembra già agli sgoccioli..." - da il Fatto quotidiano.

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Non è vero che questo governo è diverso dal governo Conte sulle questioni di economia e pandemia, anzi, se lo è, è in peggio, in senso antioperaio e antipopolare e ancora più incapace di gestire l'emergenza sanitaria. 

La sostanza di questo governo è politica, salvaguardare padroni e Stato dalla crisi interna dei due partiti maggioritari PD/M5stelle, mentre va in automatico sulla repressione delle lotte e l'uso di stampa e istituzioni al fine di costruire un consenso artefatto, da peggiori ingannapopolo, e poter scaricare la crisi e la pandemia sulle masse.

A livello europeo - nulla di chè. Tutti i governi dell'Europa imperialista vedono accentuarsi la crisi interna e la pressione esterna delle potenze imperialiste, USA in testa e Russia e Cina a seguire. Le sorti del governo italiano e dell'imperialismo italiano - con cui sono in concorrenza - non sono il massimo dei loro pensieri... anche con il finto "drago" Draghi.

I proletari e le masse popolari, che lo pensino o no, che ne abbiano o no coscienza, non hanno che difendere pelle, condizioni di vita e di lavoro, salari, con la lotta di classe, l'autonomia di classe, l'organizzazione di classe. Ma in questa difesa bisogna inserire forme di attacco politico d'avanguardia e di massa, per indicare la strada da seguire per approfittare e approfondire la crisi politico/sociale dei governi della borghesia. 

proletari comunisti/PCm Italia

20 marzo 2021

pc 20 marzo - SUL CCNL METALMECCANICO - USARE LE ASSEMBLEE - ORGANIZZARE LA LOTTA


Si stanno molto lentamente tenendo le assemblee nelle fabbriche metalmeccaniche sul nuovo contratto, in alcune, in generale quelle piccole e medie, si sta tenendo anche il referendum - di cui però ancora non ci sono dati ufficiali. 

Noi, chiaramente, non abbiamo nessuna illusione che questo CCNL passerà così come è, e che il referendum fatto da Fim, Fiom, Uilm sia una pallida, burocratica, finta democrazia sindacale.

Diverse possono essere le assemblee, che vanno utilizzate dai lavoratori più coscienti, dai sindacati di base di classe e combattivi, dai delegati non allineati per fare una denuncia del contratto e del ruolo dei sindacati confederali sempre più collaborativo verso i padroni e allineato/sostenitore del governo Draghi; ma soprattutto per chiamare gli operai a lottare e autorganizzarsi, perchè la lotta sui punti del salario, condizioni di lavoro, sicurezza/salute, diritti, ecc. non può essere affatto considerata chiusa col contratto, ma deve partire, perchè ogni illusioni passata verso la trattativa non può che cadere e soprattutto perchè ora più che mai è inaccettabile che anche sulla pandemia, i padroni riprendono alla grande i profitti e lo sfruttamento degli operai e i lavoratori, coloro che producono tutta la ricchezza nazionale, rischiano licenziamenti, hanno salari miseri, rischiano la salute.

Riportiamo due articoli sul CCNL metalmeccanico usciti sul N. 15 del giornale proletari comunisti, che invitiamo a diffondere nelle fabbriche e durante le assemblee.

"Dopo un periodo di lento tran tran che lo aveva fatto sparire dall'orizzonte effettivo degli operai, è stato chiuso, alla vigilia della formazione del nuovo governo Draghi, il contratto dei metalmeccanici, il più importante dei contratti nazionali in via di rinnovo.

La chiusura del contratto sembra rispondere a due esigenze, non strettamente legate ai contenuti di esso, ma al più generale clima economico, politico, sociale caratterizzato da crisi, pandemia, a cui si era aggiunta la crisi di governo.
Come scrive Repubblica “molti industriali chiedevano a Bonomi di scongiurare l'inasprimento del clima sociale. “Adesso non ce lo possiamo permettere - era il mantra di tanti versanti imprenditoriali - In fondo buona parte della manifattura nazionale, anche grazie all'interlocuzione con sindacati e governo, ha arginato al meglio gli effetti del covid, tanto che i dati più recenti dimostrano che le fabbriche italiane sono in ripresa... anche negli altri settori si è andati a chiusura dei contratti, vedi la Federalimentare”. Questo ha in un certo senso condotto Bonomi ad attenuare i toni da ultra falco ostentati all'inizio, così il suo “non c'è spazio per gli aumenti salariali” si è trasformato via via in “sfianchiamoci ai Tavoli di confronto ma basta scioperi, che gli animi sono già esasperati dalla crisi”.

L'altro elemento è tutto politico. Bonomi ha attaccato il governo Conte ne ha guidato la sua caduta, ed ha bisogno di un “patto sociale” che probabilmente il nuovo governo Draghi è in grado di garantire. E su questo il patto neocorporativo con i sindacati, in particolare nelle fabbriche, è fondamentale.

Questa condizione generale ha portato alla firma del CCNL, i cui risultati vanno inquadrati, contro il

pc 20 marzo - INCHIESTA OPERAIA - LA SITUAZIONE NELLE FABBRICHE BRESCIANE - ALFA ACCIAI - pc


Un’altra azienda che incrementa i profitti societari e al tempo stesso fa politica per Federmeccanica e Confindustria è Alfa Acciai, grossa azienda siderurgica, con una forte presenza sindacale, Fiom in maggioranza e Fim che, alimentando polemiche sindacali fantasiose, cerca di espandere la sua presenza.

Ad oggi la fabbrica risulta separata per contratti applicati e stipendi, in tre società che gestiscono l’ Acciaieria e il Laminatoio, Parco rottami, Derivati.
La scomposizione artificiosa della fabbrica, accettata sindacalmente, non contrastata, ha creato una divisione immediata tra gli operai, e lasciato campo libero alle nuove assunzioni che ad es. nel grande reparto Derivati, avvengono da tempo con le agenzie di somministrazione, per uno, due, tre mesi alla volta. Con una riduzione dello stipendio per via del contratto applicato, per via di ‘escamotage’ come il riposo a scorrimento che porta gli operai in fabbrica al sabato a costo zero. Del resto la nuova avvertenza è ‘sei precario devi stare zitto o non ti rinnovano il contratto’.
Con un riflesso immediato sulle condizioni di lavoro, dove l’intensificazione dello sfruttamento passa anche strumentalmente nel regime anticovid attuale, niente mensa, disattivate le chiavette per il caffè, si mangia tra la polvere dei reparti sui muletti o nei pulpiti con i thermos portati da casa.
Chiaro che in queste condizioni la prevenzione dalla pandemia poteva, e si può fare, in modo diverso, tenendo al centro il rispetto e i diritti degli operai. Ma ciò richiede una scelta di campo, o gli operai o la produzione che per i confederali non può essere messa in discussione, nemmeno per garantire un minimo di vivibilità agli operai pur dentro il diritto a proteggersi dal contagio.
Il peso della crisi sanitaria va così tutto sulle spalle degli operai.
I protocolli confederali, con le norme anticontagio condivise con Confindustria, si fermano dove iniziano i reparti: mascherine, distanziamento, gel quant’altro possa servire, a volte più formale che effettivo, ma senza intaccare il normale svolgimento della produzione.
Le regole anticovid diventano così facilmente misure da caserma, tese ad imporre la disciplina, più che la difesa della salute.

Tutto il contrario di quello che gli operai potrebbero definire organizzandosi direttamente ‘in comitati di reparto’ per decidere come applicare le misure di sicurezza nei reparti salvaguardando salute e condizioni di lavoro e il caffè!

Nel tempo l’attività sindacale si è ristretta a far digerire gli accordi alla massa degli operai, con tutti mezzi. Per i delegati i contratti di assunzione tramite le agenzie diventano ‘...normalmente e automaticamente si trasformano in fissi dopo un anno’. Ma normale e automatico non corrisponde al vero. Che ad Alfa Acciai, per far digerire un brutto rospo agli operai si sia ricorso ad un passaggio ‘automatico’ dopo un anno, può essere. Ma dire che ciò sia normale ovvero diffuso no! Le centinaia di migliaia di lavoratori precari da anni, rinnovo dopo rinnovo, gridano vendetta.
Così come, questo fortunato automatismo non cancella il cancro del precariato e della divisione che si è insinuato con Ranstad e soci, in una fabbrica oggi simbolo contrattuale per l’intera provincia.
Ciò si regge su schiere di delegati sindacali impegnati a far passare gli accordi come tattica sindacale, quando in effetti impongono la strategia padronale.
Vedi l’accordo del 2016/2019, ritenuto innovativo per il coinvolgimento di lavoratori e management, ha segnato la strada che lega quote di salario alla produttività, qualità, efficienza impianti, è stato di soddisfazione per il risultato raggiunto dice la Fiom, dimostrando prosegue la Fiom, che si possono coniugare le esigenze dei lavoratori in relazione alla gestione della situazione di mercato.
Sempre all’Alfa Acciai, un accordo giudicato innovativo, aprì la strada all’applicazione creativa, ovvero flessibile, dei contatti di solidarietà nel bresciano.

Rientrare nelle fabbriche, recuperare alla lotta di classe, all’organizzazione gli operai, richiede anche coscienza e coerenza sull’effettivo ruolo esercitato dai sindacati confederali in fabbrica, al centro Fiom/Cgil, strumenti indispensabile per l’affermazione dei piani e delle concezioni padronali.

Intanto la condizione operaia comunque peggiora giorno dopo giorno, rivolte non sono certo impossibili, ma senza la lotta operaia e il "potere" operaio fuori e contro le centrali confederali, non segneranno la riscossa per i lavoratori.

pc

pc 20 marzo - MYANMAR - I PROFITTI NON HANNO ODORE - Armi e strumentazione italiana al servizio dei golpisti

 Di seguito l'articolo di questo blog pubblicato il 2 marzo

Myanmar - il regime militare golpista sostenuto dalla Cina imperialista scatena il terrore di Stato contro l'intero movimento di massa!

Quello che succede in Myanmar è parte della contesa interimperialista che vede gli Usa e i paesi imperialisti occidentali sfruttare il movimento di massa a fini anticinesi

Ma in nessuna maniera questo può nascondere che il regime militar/golpista è sostenuto dal regime imperialista cinese e ha l'obiettivo di schiacciare le masse in una tenebrosa dittatura militare, di cui sono i proletari e le masse povere che pagano e pagheranno il costo più alto

proletari comunisti/PCm Italia

2 marzo 2021

in via di traduzione dal giornale dei compagni colombiani Revoucion Obrera

pc 20 marzo - Il pantano libico e la NATO - un contributo

Perché la Nato dieci anni fa demolì la Libia

Manlio Dinucci | ilmanifesto.it
16/03/2021

Dieci anni fa, il 19 marzo 2011, le forze Usa/Nato iniziano il bombardamento aeronavale della Libia. La guerra viene diretta dagli Stati Uniti, prima tramite il Comando Africa, quindi tramite la Nato sotto comando Usa. In sette mesi, l'aviazione Usa/Nato effettua 30 mila missioni, di cui 10 mila di attacco, con oltre 40 mila bombe e missili. L'Italia - con il consenso multipartisan del Parlamento (Pd in prima fila) - partecipa alla guerra con 7 basi aeree (Trapani, Gioia del Colle, Sigonella, Decimomannu, Aviano, Amendola e Pantelleria); con cacciabombardieri Tornado, Eurofighter e altri, con la portaerei Garibaldi e altre navi da guerra. Già prima dell'offensiva aeronavale, erano stati finanziati e armati in Libia settori tribali e gruppi islamici ostili al governo, e infiltrate forze speciali in particolare qatariane, per far divampare gli scontri armati all'interno del Paese.

Viene demolito in tal modo quello Stato africano che, come documentava nel 2010 la Banca Mondiale, manteneva «alti livelli di crescita economica», con un aumento del pil del 7,5% annuo, e registrava «alti indicatori di sviluppo umano» tra cui l'accesso universale all'istruzione primaria e secondaria e, per oltre il 40%, a quella universitaria. Nonostante le disparità, il tenore medio di vita era in Libia più alto che

pc 20 marzo - Amazon 22 marzo - tutti uniti nella lotta, ma c'è qualcosa che non torna...

perchè non ci si è uniti nella vertenza TNT/Fedex? Perchè questi sindacati sono dalla parte del padrone nella vertenza TNT? 

La stessa USB a Piacenza è al servizio dei padroni della repressione di Stato?

Lotta sì, ma nessuna fiducia nei sindacati confederali che anche in questa vertenza lavorano o lavoreranno per padroni e governo.

Sciopero in tutta la filiera Amazon il 22 Marzo

Il 22 marzo scioperiamo per impedirglielo: 

26 domeniche lavorative obbligatorie per i drivers, estensione oraria a 44 ore settimanali articolate su 6 giorni invece che 5 (con un solo giorno di riposo), festivi lavorativi da inserire nella normale turnazione, i primi 3 giorni di malattia senza retribuzione, controllo dei drivers attraverso GPS e dei magazzinieri attraverso telecamere (con possibilità di utilizzo del controllo a fini disciplinari), aumento del numero dei lavoratori a tempo determinato, interinali e a chiamata, limitazione del diritto di sciopero.

Queste sono le pretese che AMAZON ed ASSOESPRESSI (l’associazione datoriale) stanno ponendo già da novembre 2020 anche sul tavolo del rinnovo del CCNL della logistica.

Nel 2020 il fatturato di AMAZON è cresciuto del 30%. Per i lavoratori invece l’unico aumento è stato quello dei carichi di lavoro, e tutto ciò è avvenuto con la complicità dei sindacati concertativi.

L’USB il 22 marzo invita allo sciopero in tutti gli stabilimenti AMAZON per

• 39 ore settimanali per tutti • Reali aumenti retributivi • No al rimborso dei danni e delle franchigie dei mezzi a carico dei drivers • No al controllo ossessivo dei lavoratori attraverso telecamere e satellitari • Stabilizzazione dei moltissimi lavoratori precari.

di Unione Sindacale di Base

venerdì 19 marzo 2021

pc 19 marzo - Brasile - la Corte suprema federale autorizza il governo fascista e golpista di oggi Bolsonaro/Militari a commemorare in forma ufficiale il golpe militare del 1964

da A Nova Democracia - giornale dei compagni brasiliani

pc 19 marzo - Piacenza - se toccano uno toccano tutti... e lottano tutti - Prato si estende la solidarietà e domani assemblea

Lo sciopero dei lavoratori ferma la filiera nazionale: solidarietà a operai e coordinatori sotto misure repressive, la lotta continua

I lavoratori FedEx di Piacenza rispondono alla serrata padronale sul loro magazzino portando il loro sostegno ai loro colleghi e compagni in sciopero a Milano. Con l’inizio dello sciopero di filiera in TNT/FedEx i lavoratori degli hub di Milano e Piacenza si sono mobilitati per fermare le attività dei magazzini milanesi dove l’azienda dirotta le merci destinate a Piacenza, imponendo la serrata e la cassa integrazione alla forza-lavoro a scopo esclusivamente ritorsivo.

Nella giornata di oggi fermi tutti gli impianti per contrastare la ristrutturazione aziendale, che comporterà centinaia o più licenziamenti tra i lavoratori degli appalti e per rivendicare la liberazione di Arafat e Carlo, dei compagni colpiti dai fogli di via e dalle revoche dei permessi di soggiorno “colpevoli” di lotta di classe.

L’attacco portato dalla questura piacentina cela un piano repressivo di carattere politico teso a colpire gli operai combattivi, per impedire una ripresa delle lotte in opposizione alle politiche capitalistiche di gestione della crisi economico/pandemica.

Per questo è una lotta di tutti e non solo del S.I Cobas o dei lavoratori della logistica.

[PRATO] Texprint, cresce la solidarietà agli operai in lotta: domani assemblea pubblica dai cancelli

Vogliamo ringraziare con tutto il cuore l’Rsa Filt Cgil FedEx e i driver del magazzino Ups qua accanto a #Texprint, che insieme a Daniela Boschi della Cgil Monte dei Paschi e Simona Baldanzi, dopo gli operai Fiom Cgil della GKN, hanno portato anche loro un calore indescrivibile qua al presidio permanente, donandoci un sacco di cibo e raccogliendo un contributo economico per la nostra cassa di resistenza all’interno dei magazzini.

La nostra forza sono l’unità e la solidarietà dal territorio!

Questi legami ci mostrano che, nonostante siamo da 36 giorni in presidio permanente davanti ai cancelli, e da più di 2 mesi in sciopero, abbiamo già vinto!

pc 19 marzo - Catania. Violento intervento della polizia nel quartiere di San Berillo - Non ci possiamo stare! Massima denuncia e solidarietà - in Sicilia come ovunque

Ieri, nel quartiere di San Berillo, abbiamo assistito ad una dimostrazione di spropositata e gratuita violenza poliziesca. E questo nonostante da mesi, oramai, il quartiere, colpevole di ospitare comunità di migranti e lavoratrici sessuali, è soggetto a quotidiane incursioni delle forze dell’ordine.

Ma se di solito questo accanimento viene esercitato con l’intimidazione che chi veste una divisa può agevolmente esercitare nei confronti di soggettività ed individui che la nostra società spinge ai margini, stavolta le forze dell’ordine hanno voluto mostrare i muscoli. Sono stati violentemente picchiati gli

pc 19 marzo - Un ottimo articolo: Al via la missione militare imperialista nel Sahel: il debutto di guerra del governo Draghi

Salvatore Vicario | lordinenuovo.it

17/03/2021

Secondo quanto riferito dal ministro della Difesa italiano, Lorenzo Guerini, in un'audizione congiunta alle commissioni di Difesa di Camera e Senato, lo scorso 10 marzo è partita alla volta del Sahel la prima "aliquota" di militari che parteciperanno alla Task Force europea Takuba. Guerini ha confermato che la missione - approvata dal parlamento italiano lo scorso giugno - si articolerà su assetti elicotteristici per il trasporto e l'evacuazione medica e unità di addestratori in accompagnamento alle forze locali che opereranno di concerto con i contingenti degli altri partner internazionali e della Forza congiunta dei G5 Sahel (Mauritania, Mali, Niger, Ciad, Burkina Faso).1 A inizio febbraio, un piccolo contingente aveva effettuato una ricognizione dando il via libera alla missione che si concretizza in questi giorni con

pc 19 marzo - Fridays for future... l'ambientalismo riformista dei giovani ben pensanti torna in campo

e figuriamoci se poteva mancare il sostegno del sindacalismo filopadronale e governativo

Un esempio per tutti Piacenza 

Fridays For Future, sostegno anche dai sindacati “Lotta per il clima legata a giustizia sociale e occupazione”

Tornano in Italia, venerdì 19 marzo, gli scioperi per il clima Fridays For Future. Considerata l’attuale quadro emergenziale legato al virus, gli attivisti piacentini hanno deciso di non scendere fisicamente in strada, annunciando la loro adesione esclusivamente attraverso un’iniziativa online. Sostegno alla protesta arriva anche dalle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil.

Di seguito il loro comunicato completo in vista del prossimo sciopero per il clima.

E’ stato indetto dal movimento Fridays for Future per il 19 marzo prossimo lo sciopero globale per il clima nell’anno in corso. Lo slogan con cui viene lanciata la mobilitazione – “Niente più vuote

pc 19 marzo - Piacenza - la sostanza è questa: o liberate Arafat e Pallavicini o la lotta e gli scioperi continuano!

Si Cobas: “Estranei alle accuse a Pallavicini e Arafat”. Annunciati nuovi scioperi

Dal piano giudiziario a quello politico: i Si Cobas nella conferenza stampa di giovedì 18 marzo presso la sede del sindacato in via Colombo hanno voluto ribadire l’estraneità dalle accuse mosse all’indirizzo dei leader provinciali, Mohamed Arafat e Carlo Pallavicini, di cui si attende la decisione sulla

pc 19 marzo - La Comune di Parigi non è il passato, è il futuro! - Il potere deve essere operaio! qui e ora - Il Partito comunista rivoluzionario è lo strumento necessario per conquistarlo.

Si è tenuta nella giornata del 18 marzo, l'assemblea telematica per il 150° anniversario della Comune di Parigi.

E' stata una buona assemblea, non tanto per la partecipazione che avremmo voluta più numerosa di compagne, compagni e realtà comuniste organizzate, ma per il dibattito e il lavoro collettivo che c'è stato.

Il messaggio forte venuto dall'introduzione e dai numerosi interventi ha dato il senso che non di una mera celebrazione si è trattato ma la comprensione che la Comune è davvero il futuro a cui tendere

La prima esperienza storica del potere della classe operaia conquistato con la rivoluzione insieme a tutti i settori del popolo alleati, il metodo di gestire il potere: massima democrazia, armi in pugno, decreti di immediata realizzazione per rispondere e risolvere i problemi della classe e delle masse. 

Questo è quello che ci vuole oggi ed è  la causa per cui vale la pena di organizzarsi e lottare, vivere e morire per mettere fine al sistema del capitale e dell'imperialismo che ci regala crisi e pandemia, sfruttamento e immiserimento, devastazione ambientale, barbarie fascista, sessista, razzista, governi di politicanti corrotti e al servizio di padroni, finanza e parassiti sociali, repressione e guerre...

A questo devono servire partito, sindacato di classe, fronte unito, lotte di classe, altrimenti non possono essere che palliativi e compagni di strada del sistema e non possono essere le armi del cambiamento.

Questo concetto ha legato la prima parte della riunione alla seconda. Il terzo incontro per il centenario del PCd'I, il partito nato nel 1921 consolidatosi con le Tesi di Lione elaborate da Gramsci nel 1926, il partito comunista nato per realizzare la rivoluzione e il potere proletario e che poi, pur protagonista della lotta al fascismo e  della vittoriosa Resistenza si è arenato sulla via riformista e revisionista delle elezioni, del parlamento, del sostegno e partecipazione ai governi della borghesia.

Quel partito fino al 26 ci ha indicato la strada.che oggi bisogna riprendere. 

In questo appuntamento si è affrontata la lotta di Gramsci per dare al Partito ideologia, teoria, programma, strategia e tattica  liberandolo dalla sciagura di Bordiga e il bordighismo

Abbiamo anche noi 'dialogato con i morti', perchè si sa che se non avanza il partito comunista nei suoi compiti strategici e tattici, nella sua funzione storica di fare la rivoluzione, i morti, i bordighisti resuscitano, in forme aggiornate e travestite per mangiarsi i vivi e riportare nelle catacombe e a volte nelle fogne la lotta proletaria rivoluzionaria.

Così come abbiamo continuato a ragionare sull'inchiesta operaia, su come mentre lavoriamo e dobbiamo lavorare insieme sempre di più e sempre meglio per costruire 'dall'alto' il nucleo per la ricostruzione del Partito Comunista adeguato all'oggi, intanto dal basso dobbiamo lavorare insieme e sempre meglio per  radicare nei luoghi di produzione e lotta - fabbriche, magazzini ecc. -la battaglia ideologica, teorica, politica, economica organizzativa per il partito; per unire, raccogliere, addestrare le avanguardie operaie, perchè senza di esse nessun partito è possibile e nessun piano è realizzabile.

Tutto quello che si è detto sarà pubblicato scritto nel Quaderno 2 de la Nuova Bandiera.

Il Quaderno 1, quello dedicato alla prima assemblea del 21 gennaio è già pronto e disponibile.

Il prossimo appuntamento sarà intorno al 25 aprile, in cui affronteremo essenzialmente il periodo della lotta durante il fascismo e la Resistenza per riappriopriarci delle lezioni attuali di essa, per tornare su Gramsci  e i quaderni del carcere. 

Anche per questo appuntamento, ancora telematico, la porta è aperta per chi voglia partecipare e condurre insieme questo lavoro. 

proletari comunisti

19 marzo 2021

 

pc 19 marzo - Il PCI Maoista in Telangana estende il sostegno allo sciopero generale ("Bharat Bandh'') indetto dalle organizzazioni delle masse contadine

info dall'india

Distretto di Kothagudem, 17 marzo 2021: Il CPI (maoista) sostiene il "Bharat Bandh'' (sciopero generale) indetto il 26 marzo dal Samyukta Kisan Morcha (SKM), coalizione di 40 sindacati di contadini, in protesta contro le tre leggi agricole centrali recentemente adottate.
Il portavoce ufficiale del Comitato statale del Telangana del Partito, Jagan, in una dichiarazione rilasciata ai media mercoledì, ha affermato che il CPI (maoista) sostiene lo sciopero nazionale indetto dai sindacati degli agricoltori. Ha chiamato i diversi settori della società a estendere il loro sostegno al bandh protestando contro le leggi agricole che attaccano le condizioni dei contadini di tutto il paese.
Jagan scrive che i contadini hanno combattuto per oltre 100 giorni assediando Nuova Delhi contro le nefaste leggi sull'agricoltura che il governo centrale del BJP aveva approvato 
Ricorda che le masse contadine furono al centro dell'azione durante la lotta contro il dominazione britannica in India. Ora quella stessa comunità agraria sta conducendo una lotta instancabile contro le "leggi nere" che hanno lo scopo di avvantaggiare le grandi aziende capitaliste.
Si denuncia che leggi agricole chiuderebbero i mercati agricoli, negherebbero agli agricoltori un prezzo remunerativo dei prodotti agricoli, imporrebbero al settore agricolo un sistema di contratti per cui alla fine i contadini perderebbero il controllo delle loro terre.
Il governo Modi ha già causato gravi problemi alle masse popolari coi suoi provvedimenti, quali la demonetizzazione, l'introduzione del regime GST, gli emendamenti alle leggi sul lavoro, la limitazione della libertà di stampa e altri ancora. Ora il governo attacca le masse contadine, afferma Jagan.
Apprezzando il sostegno offerto agli agricoltori dalla popolazione di Delhi, il portavoce dei maoisti si augura che operai, donne, uomini, intellettuali, studenti, giornalisti e altri sostengano la protesta dei contadini.

pc 19 marzo - INCHIESTA OPERAIA - LA SITUAZIONE NELLE FABBRICHE BRESCIANE - IVECO pc

DIETRO OGNI RISTRUTTURAZIONE, DIETRO LA PACE SOCIALE IN FABBRICA CONDIZIONE NECESSARIA PER LO SFRUTTAMENTO IN FABBRICA, CI SONO LE CENTRALI SINDACALI CONFEDERALI

Sotto l’ombrello di una delle centrali sindacali confederali più importanti del paese con la parte predominante coperta dalla Fiom/Cgil, si consuma a Brescia lo sfruttamento quotidiano di decine di migliaia di metalmeccanici divisi tra le aziende siderurgiche tondino metalmeccaniche armi posate e la storica ex OM, Iveco, oggi parte del gruppo Stellantis.

Osservare più da vicino la situazione in un paio di queste fabbriche, Alfa Acciai e Iveco, con le trasformazioni in corso, aiuta a farsi un’idea della condizione della classe operaia, dei compiti necessari nello scontro di classe con i padroni, nella ricostruzione dell’organizzazione di classe degli operai.

All’Iveco, una fabbrica simbolo per la presenza e ruolo nelle lotte operaie del secolo scorso, il destino produttivo e occupazionale è legato alla ristrutturazione del gruppo FCA passato a Stellantis, e alla temuta vendita dello stabilimento ad una multinazionale cinese.
Ma prima di questi scenari, in fabbrica sta passando una ristrutturazione interna con circa 300 esuberi e

pc 19 marzo - UN'INCHIESTA SUL CAPORALATO - Stralci da Terre Libere

Il nuovo caporalato? Manager e subappalti

Un monitoraggio su 260 inchieste giudiziarie anti-sfruttamento stravolge l’idea comune sul caporalato. Coinvolge sia piccole aziende a km zero che multinazionali. Sono coinvolte grandi aziende pubbliche e startup “green”. Il lavoro schiavile riguarda l’agricoltura (62% delle indagini) ma anche la logistica dei libri. È presente nella distribuzione di volantini così come nelle cooperative di somministrazione di manodopera. Colpisce tutti, dai lavoratori italiani ai richiedenti asilo subsahariani. E la maggior parte delle inchieste riguarda il Centro Nord. Emerge che il lavoro sfruttato è ovviamente presente nelle campagne meridionali ma la situazione è critica in Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Lombardia.

Tra i tantissimi esempi, quello di un giovane bracciante africano che raccoglieva fragole. A quindici chilometri dal Duomo di Milano, non nelle campagne del meridione. “Enrico e il Capo Grasso usavano

giovedì 18 marzo 2021

pc 18 marzo - FORMAZIONE OPERAIA: VIVA LA COMUNE DI PARIGI! Con il potere in mano agli operai tutto è possibile!

"Il suo vero segreto fu questo: che essa fu essenzialmente un governo della classe operaia, il prodotto della lotta di classe dei produttori contro la classe appropriatrice, la forma politica finalmente scoperta, nella quale si poteva compiere l'emancipazione economica del lavoro... La Comune doveva dunque servire da leva per svellere le basi economiche su cui riposa l'esistenza delle classi, e quindi del dominio di classe. Con l'emancipazione del lavoro tutti diventano operai, e il lavoro produttivo cessa di essere un attributo di classe". (Karl Marx - "La guerra civile in Francia").

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Pubblichiamo, di seguito, un intervento sulla Comune di Parigi, rivolto prima di tutto agli operai.

Invitiamo questa sera alle ore 17 operai, donne, giovani, compagni e compagne a partecipare, intervenire all'assemblea on line.

Il link per collegarsi è: 

Per eventuali problemi tecnici per il collegamento, telefonare a 3355442610





Il 18 marzo del 1871 nasceva la prima grande esperienza di potere del proletariato, la Comune di Parigi. La Comune di Parigi è durata due mesi e dieci giorni, dal 18 marzo al 28 maggio, ma questi due mesi hanno segnato tutta la storia dell'umanità.
Marx ne “La guerra civile in Francia”. Scrive alla fine: “Parigi operaia, con la sua Comune, sarà celebrata in eterno, come l'araldo glorioso di una nuova società. I suoi martiri hanno per urna il

pc 18 marzo - La Nato aumenta le spese militari e avanza in preparativi di guerra verso gli altri poli imperialisti Russia e Cina

Il 2020 ha segnato “il sesto anno consecutivo di crescita della spesa per la difesa degli alleati europei e del Canada, con un aumento in termini reali del 3,9%“. Ad ammetterlo esplicitamente è l’ultimo rapporto annuale della Nato, presentato ieri dal segretario generale uscente della stessa Nato, Jens Stoltenberg.

Secondo Stoltemberg, l’alleanza atlantica continua ad essere cruciale per affrontare la sfide del futuro. Sul quali siano queste sfide è facile intuirlo. Nel rapporto della Nato  sul 2020 si

pc 18 marzo - un nuovo sciopero il 26 marzo di alcuni settori dei lavoratori

26 marzo: sciopero della logistica e dei riders, della scuola e dei trasporti

26 MARZO SCIOPERO NAZIONALE DELLA LOGISTICA IN OCCASIONE ANCHE DELLO SCIOPERO NAZIONALE DEI RIDERS, DEL PERSONALE DELLA SCUOLA E DEL TRASPORTO PUBBLICO.

UNIAMO I PERCORSI DI LOTTA

Il contratto nazionale del Trasporto Merci, Spedizioni e Logistica è scaduto dal dicembre del 2019 e, non solo , al momento non si è aperto alcuno spiraglio nel riconoscere anche le nostre due OO.SS. al tavolo nazionale , ma nell’ultimo incontro del 23 febbraio con i sindacati confederali le Associazioni padronali si sono presentate con una loro “piattaforma rivendicativa”, nella quale viene manifestata l’esplicita volontà di cancellare buona parte delle conquiste che sono state il frutto delle lotte che come Si Cobas e Adl Cobas abbiamo costruito assieme negli ultimi dieci anni.

In particolare, multinazionali della logistica e del trasporto merci, società di corrieri di livello nazionale, grandi associazioni cooperativistiche (lega coop, Confcooperative), insomma tutto il mondo della logistica vuole rinnegare gli accordi sottoscritti, con le seguenti richieste: RIDUZIONE DEI DIRITTI SINDACALI, MODIFICA DELLA CLAUSOLA SOCIALE SUL CAMBIO APPALTO, TAGLIO

pc 18 marzo - Interventi assemblea lavoratori combattivi 14 marzo - 3 - "come le lotte uniscono gli operai, anche la repressione ci fa capire che siamo tutti di una stessa classe"

Slai cobas sc Tenaris Dalmine Bergamo

Non posso che partire dalla la grande manifestazione di ieri a Piacenza e non posso che dire che l'assemblea dei Lavoratori combattivi è quella piazza dove c'erano realmente i lavoratori combattivi.

Chi pensa che questo sia un attacco solamente al SiCobas sbaglia. Esso riguarda tutta l’assemblea dei lavoratori combattivi, il patto d’azione un anticapitalista e anche tutta l'opposizione proletaria e popolare che vuole mettere in discussione la situazione esistente.

Ma dove erano quel giorno tutti quelli che hanno fatto comunicati a sostegno dei lavoratori colpiti dalla repressione? Dove erano le bandiere dell’opposizione CGIL e di tutti gli altri sindacati di base? È una grande vergogna perché quando il padrone attacca e si dice che sta attaccando tutti, bisogna metterci la faccia e la faccia si incomincia a mettermela scendendo veramente in campo.

Per respingere questo attacco repressivo che colpisce tutti, occorre capire un altro elemento: come le

pc 18 marzo - Verso lo sciopero Amazon del 22 - conoscere quello che succede in USA...

stralci da

articolo di Noi non abbiamo patria sulla sindacalizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici di Amazon negli States...

La vicenda della spinta dei lavoratori Amazon di Bessmer (cittadina della suburb area della contea di Jefferson e della città di Birmingham in Alabama) verso la loro sindacalizzazione è sorta alla attenzione di tutto il movimento dei lavoratori negli Stati Uniti ed all over the Europe. Una attenzione che si sta esprimendo in un rinnovato protagonismo spontaneo di tanti lavoratori e proletari che si fanno promotori di iniziative diffuse a sostegno dei lavoratori di Bessmer.

Questo accade non solo perché Amazon negli ultimi 15 anni è diventata una delle principali e più potenti global company del capitalismo nord-americano e del mondo, ma anche perché i suoi lavoratori sono crescentemente sottoposti (soprattutto negli USA ma anche all’estero) ad una offensiva contro

mercoledì 17 marzo 2021

pc 17 marzo - Tunisia - incendio a Gabes alla Tunisian Chemical Group: 6 operai morti - prima corrispondenza

Questa mattina in un impianto all'interno della vasta area occupata dal Gruppo Chimico Tunisino (Impresa di proprietà statale) si è verificata un'esplosione che ha causato 6 vittime tra gli operai (informazione ancora ufficiosa, molti operai sono stati ricoverati nell'ospedale regionale con gravi complicazioni). I vigili del fuoco della protezione civile tunisina sono riusciti a fermare le fiamme solo dopo 3 ore.

Gabès è una cittàa industriale fin dagli anni 70, quando lo Stato vi impiantè gli stabilimenti del Gruppo Chimico Tunisino e una grossa fabbrica di cemento. Da anni il modo di produzione capitalistico è causa di morti per cancro tra gli operai e gli abitanti dei quartieri popolari di Gannouch e  Chott el Salem, prossini alle fabbriche.

pc 17 marzo - Piacenza - i fascisti corrono a difesa di padroni e governo

attaccano le manifestazioni operaie di protesta e premono sulla magistratura perchè confermi arresti, divieti ecc.

Sempre più chiaro il segno innanzitutto politico della repressione antioperaia.

Questo governo di unità nazionale, includendo i fasciopopulisti e Salvini, rafforzando il legame Draghi/polizia con la carica nel governo all'ex capo della polizia Gabrielli mostra chiaramente la sua natura 

proletari comunisti

Fratelli d’Italia “SiCobas, tre giorni di manifestazioni alla faccia delle attività chiuse per decreto”

“Tre giorni di manifestazioni alla faccia di tutte le attività chiuse per decreto e di tutti i bambini che non hanno la possibilità di seguire le lezioni in presenza”.

Inizia così la nota dei Consiglieri di Fratelli d’Italia che prendono posizione in merito alle manifestazioni indette dalla sigla SiCobas negli ultimi giorni. “Le manifestazioni SiCobas che si sono tenute nelle giornate di sabato 13, lunedì 15 e martedì 16 (queste ultime due proprio di fronte al Tribunale) – scrivono -, rappresentano un forte smacco nei confronti di tutte quelle persone a cui non è concessa la possibilità di svolgere attività lavorativa a seguito delle restrizioni derivanti dalla collocazione della nostra città in zona rossa”.
“In una tale situazione di emergenza sanitaria – continua la nota – in cui tutte le persone sono fortemente limitate delle loro libertà personali, troviamo oltremodo inconcepibile che il Ministero dell’Interno consenta di autorizzare manifestazioni di tal guisa permettendo la partecipazione di migliaia di persone e, tra l’altro, anche provenienti da territori diversi, consentendo così, anche, lo spostamento tra Regioni. Spostamento, questo, che i cittadini non possono normalmente compiere ormai da cinque mesi”.
“Al di la di tale evidente aspetto – concludono – non ci sembra neppure normale che il Giudice delle Indagini Preliminari investito della decisione sulla istanza di revoca della misure cautelari applicate nei confronti degli indagati debba svolgere tale importantissimo compito subendo la costante pressione di continue manifestazioni a pochi passi dal proprio ufficio”.

COMUNICATO S.I.Cobas Piacenza

Rispondiamo alle polemiche che hanno attraversato i giornali locali in merito alla manifestazione sul Pubblico Passeggio di sabato 13 marzo e ai presidi davanti al Tribunale di Piacenza del 15 e 16 marzo.
Abbiamo potuto notare, in questi giorni, che diversi partiti e personaggi pubblici si sono spesi per condannare le nostre mobilitazioni volte alla liberazione dei nostri compagni ingiustamente posti sotto misure.
Rigettiamo queste polemiche, per diversi motivi:
- Le nostre mobilitazioni erano a norma di legge e rispettavano il DPCM in vigore ad oggi. Ciò che ha

pc 17 marzo - Lo sciopero del gruppo Amazon - occasione per i lavoratori per ribellarsi e lottare - ma occorre pensare al giorno dopo e su questo nessuna fiducia nei sindacati confederali

...seguire l'esempio dei lavoratori della logistica organizzarsi nel sindacalismo classista e combattivo

GENOVA - “Il 22 marzo è stato indetto il primo sciopero a livello nazionale di tutta la filiera della logistica di Amazon, partendo dal personale dipendente diretto Amazon Logistica Italia passando al personale delle società di fornitura di servizi di logistica, movimentazione e distribuzione delle merci. Quindi stiamo parlando di un 300 lavoratori sulla piattaforma di Genova in totale. La misura è ormai colma e questo è frutto dell’atteggiamento di Amazon che manifesta un’indisponibilità cronica ad un confronto con le rappresentanze dei lavoratori”, spiegano i sindacalisti confederali.

“Nel mese di luglio  - aggiungono - abbiamo provato a proporre come alle altre principali committenti operanti sul nostro territorio, anche ad Amazon la piattaforma regionale riguardante i Driver ma Amazon ha subito demandato ad Assoespressi Associazione Datoriale che avrebbe rappresentato tutti i fornitori di Amazon presenti in Liguria, ma anche qui la trattativa si è interrotta demandandola ad un tavolo Nazionale, mentre con le altre committente si andava alla chiusura dell’accordo a tutela ed incremento dei diritti e del salario dei Driver. 
Soprattutto la misura è colma e non è più accettabile la situazione che si sta vivendo per quanti riguarda i carichi di lavoro ormai diventati insostenibili con l’aumento delle spedizioni dell’ e-commerce e per le pressioni psicologiche a cui i lavoratori, in primis i driver, sono sottoposti quotidianamente. Basti pensare che il loro orario di lavoro impostato sette giorni su sette, i percorsi, l’ordine delle consegne sono organizzati da un freddo algoritmo che spesso e volentieri costringe questi lavoratori a saltare il pasto e trattenere i propri bisogni fisiologici per ore e ore, facendo correre nel vero senso della parola i lavoratori meno esperti, non facendo mancare i questo modo i danni ai mezzi che ricadano sulle spalle di questi lavoratori. In ultimo ma non per importanza la presenza di moltissimi, anzi troppi contratti di lavoro precari che hanno solamente lo scopo di tenere in soggezione i lavoratori che per lo più delle volte sono giovanissimi e appena affacciatisi al mondo del lavoro...".

pc 17 marzo - India - blocco delle strade contro la deforestazione

maoist banners odisha

New Delhi, 17.03.21

La carretera de Raighar-Hatigaon, distrto de Nabarangpur, amanecio de nuevo cortada por carteles colocados por militantes del clandestino Comité Menpur-Naupada del Partido Comunista de la India (maoísta), según informan medios de la prensa india.
Las pancartas denunciaban la deforestación y exiguian precios justos para los productos forestales.

pc 17 marzo - India - verso la grande giornata di lotta del 26 marzo - pc

 Il 26 marzo, in coincidenza con il quarto mese di assedio alla Capitale dell’India, New Delhi, i contadini metteranno in atto uno sciopero generale (Bharat Bandh) in tutto il Paese. È questa un’altra risposta al governo fascista indù di Modi, che in una recente intervista il leader dei contadini, Tikait, ha definito “l’ultimo imperatore”…

La più grande protesta dei contadini in atto nel mondo non si è fermata e non si ferma nemmeno un minuto, ha un pieno calendario di azioni e viene messa in pratica in varie forme, e tra queste, se ce n’era una che più chiara non poteva essere, a conferma delle intenzioni dell’assedio è la costruzione di case in mattoni nei siti della protesta alla periferia della capitale! Tra mille e duemila nei prossimi giorni, per ripararsi dal forte caldo in arrivo, hanno detto i contadini, tra le proteste della polizia che ha fatto scattare un paio di denunce per costruzione abusiva! I contadini intervistati hanno risposto per le rime: la polizia ha bloccato le strade perfino alle ambulanze, ha scavato trincee per impedirci di entrare nella capitale, perché questo viene tollerato? La polizia in grande difficoltà con il traffico continua ad aprire e chiudere le autostrade che portano a Delhi: adesso quella di Ghazipur… ma solo per quelli che arrivano dall’Uttar Pradesh!

Nel piano delle iniziative ci sono state le immense manifestazioni per l’8 marzo, di fatto la più grande manifestazione al mondo delle donne; la partecipazione ad alcune giornate di lotta indette per il 15 marzo scorso: la “Giornata contro le Multinazionali” e la “Giornata contro il Governo”. Anche il Partito Comunista dell’India (maoista), come hanno riportato quotidiani indiani, ha partecipato e fatto appello ad aderire a queste giornate, anche attraverso proprio sindacato del lavoro rivoluzionario.


pc

pc 17 marzo - Il pantano Libia e imperialismo italiano - pc

La Libia segna l’ennesimo fallimento imperialista. A dieci anni dall’inizio della guerra della NATO scatenata per rovesciare il regime di Gheddafi, lo scontro tra le potenze imperialiste sul terreno della Libia ha prodotto a dei mutamenti nelle posizioni di forza “storiche” dei diversi paesi imperialisti; la spartizione della Libia in 3 parti; sul campo mercenari, eserciti e signori della guerra che combattono e una destabilizzazione che ha colpito persino i loro profitti della rapina del petrolio. La “pacificazione” imperialista significa contratti, cooperazione, mettere le mani sulle fonti dell’energia, petrolio e gas, che sono essenziali per le fabbriche e per il sistema di produzione capitalistico ma che per i popoli oppressi significa fame, guerre, migrazioni e la violenza nelle galere e quella ai confini della “fortezza Europa” per mano della polizia dei governi europei.

Per l’Italia imperialista i bombardamenti della NATO di dieci anni fa hanno segnato l’inizio di un processo di arretramento a vantaggio oggi della Turchia (e della Russia sul fronte opposto) ma la Libia è sempre strategica, fa parte del cosiddetto “Mediterraneo allargato”, i cui confini vanno dalle isole

pc 17 marzo - In vista dell'appuntamento nazionale on line del 18 marzo - Anniversario della Comune di Parigi e Terzo incontro nazionale sul Centenario della Fondazione del PCd'I, invitiamo a leggere il Quaderno 1 - LNB

Esso contiene gli interventi del primo appuntamento quello del 21 gennaio 2021 - 
interventi del secondo e terzo appuntamento saranno raccolti insieme nel Quaderno 2  
info a pcro.red@gmail.com

pc 17 marzo - proletari comunisti e il blog, leggete - scrivete - diffondete

Nel periodo che intercorre tra il numero del giornale stampato - il prossimo il 1° Maggio - articoli che rappresentano il lavoro della redazione di proletari comunisti, sono pubblicati a firma pc - indicata  nel titolo  e in coda agli articoli.

Essi possono essere liberamente riprodotti e diffusi in qualsiasi forma - così come possono essere raccolti in forma stampata artigianale per essere diffusi e utilizzati in occasioni in cui è importante diffonderli nella forma stampata.

Esiste una pagina facebook di proletari comunisti che invitiamo a visitare perchè permette di leggere articoli e note del blog.

Ma la nostra concezione della stampa e del giornale comunista e della sua azione di propagandista, agitatore, organizzatore collettivo - marxista-leninista-maoista - non prevede di svolgere questa funzione in facebook, ma solo e principalmente col giornale stampato e la sua diffusione militante

Per quanto riguarda l'organizzazione - invitiamo in particolare a seguire gli appuntamenti di Formazione operaia del giovedì e il ciclo di riunioni - attualmente in forma straordinaria e mirata on line - per il centenario della fondazione del PCd'I - La prossima giovedì 18 marzo dalle ore 17

info e corrispondenze   pcro.red@gmail.com

pc 17 marzo - proletari comunisti - il prossimo numero uscirà per il 1° Maggio

Questo numero in corso è diffuso alle fabbriche di Palermo Taranto Bergamo Ravenna e nelle manifestazioni importanti - vedi Piacenza del 13 marzo - 
è diffuso tra i lavoratori iscritti e organizzati nello Slai cobas per il sindacato di classe 
E' inviato on line a richiesta on line  richiedere a pcro.red@gmail.com

pc 17 marzo - Il Canale di Sicilia e il Mediterraneo terreno di scorribande di guerra delle armate imperialiste - facciamo sentire la voce popolare antimilitarista e antimperialista

Navi e aerei della Nato all'inseguimento del sottomarino di Mosca nel Canale di Sicilia

Come in "Caccia a Ottobre rosso", da più di tre settimane il "Rostov sul Don" in viaggio dal Baltico alla Siria viene tallonato. Da quando la flotta del Cremlino ha rimesso piede nel Mediterraneo non c'era mai stato un simile dispiegamento di mezzi. Il battello si è avvicinato ai mezzi impegnati in una esercitazione dell'Alleanza alla guerra subacquea

pc 17 marzo - Patto d'azione anticapitalista - Piacenza: una prova di forza contro la vendetta di Stato, governo e padroni

Sabato pomeriggio migliaia di lavoratori, lavoratrici e solidali da tutta Italia hanno partecipato alla manifestazione nazionale indetta dal Si Cobas in risposta all’attacco repressivo della Questura e della Procura di Piacenza contro i facchini della Tnt-FedEx.

La manifestazione è seguita ai primi scioperi che hanno bloccato l’intera filiera nelle ore immediatamente successive all’arresto di Carlo e Arafat e alle imputazioni contro altri 19. Una manifestazione accolta con un’aggressività senza precedenti dalla questura di Piacenza che ha bloccato