domenica 15 dicembre 2024

pc 15 dicembre - Il capo dell’esercito italiano: «Prepariamoci alla peggiore delle ipotesi...- Signori, è la guerra imperialista, e l'imperialismo italiano ci chiama a prepararci

carmine masiello generale africa

Il capo dell’esercito italiano: «Prepariamoci alla peggiore delle ipotesi: il prossimo fronte sarà l’Africa»

12 Dicembre 2024

Il generale Masiello: dobbiamo cambiare la cultura militare. «Oggi bisogna prepararsi all’ipotesi peggiore. È un ritorno al passato, perché quando mi sono arruolato eravamo formati alla prospettiva di un conflitto totale. Oggi però ci vogliono militari diversi: le guerre attuali mettono in discussione lo stereotipo del militare come figura improntata alla rigidità». Il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Carmine Masiello, a Repubblica spiega oggi che l’esercito italiano deve cambiare .«C’è bisogno di una capacità di adattamento che è in contrasto con i canoni dell’organizzazione gerarchica. E questo è il passo più difficile: cambiare la cultura dell’Esercito. Dobbiamo uscire dall’approccio degli ultimi venti anni che era quello dell’approntamento, ossia della preparazione in vista di una specifica missione in Libano o altrove. Il cambio degli scenari mondiali impone di essere pronti all’ipotesi peggiore: avere la capacità di fronteggiare situazioni nuove e quindi pensare fuori dagli schemi. Ad esempio in addestramento bisogna imparare a sbagliare: gli errori sono costruttivi».

Secondo il generale «lo sforzo più significativo che stiamo facendo è pensare a quali saranno le sfide dei prossimi 15-20 anni. Lavoriamo su due binari: reazione e proattività – spiega – Reagire all’Ucraina e prepararsi all’Africa. Penso che sarà un problema grosso. La sfera del nostro interesse nazionale, il cosiddetto Mediterraneo allargato, si spinge fino al Sahel». Mentre sulla cyber «c’è l’Unità 23 in cui sono concentrati i cervelli migliori, quelli che hanno la capacità di vedere gli sviluppi e realizzare gli strumenti necessari. Stiamo facendo uno sforzo enorme: c’è bisogno della dronizzazione della forza armata. Ne serviranno tanti: vanno distribuiti fino alle unità più piccole ed entrare nel modo di pensare anche al livello tattico».

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