Carceri extraterritoriali per deportare immigrati in cambio dell'adesione dell’Albania all’Unione europea: alla fin fine è questo il risultato - l’ennesimo risultato “storico” secondo il governo fascio-imperialista italiano, dove l’aggettivo è ad (abu)uso e consumo della sua propaganda ideologica - dell’accordo tra Meloni e il presidente albanese, firmato ieri a Roma, per quello che riguarda la carcerazione oltre confini italiani di persone che non hanno commesso alcun reato se non quello di essere migranti che cercano una speranza per non morire di fame o per non essere uccisi oppure essere rinchiusi, torturati, violentati nelle carceri nel loro paese o in Libia. L’attacco e la repressione nei confronti delle Ong dei soccorsi in mare da parte del governo Meloni/Piantedosi/Salvini è parte della politica dei respingimenti antimmigrati dello Stato imperialista italiano che s’illude di fermare gli sbarchi di una moltitudine di popolazioni migranti contro cui Meloni ha voluto fare un salto di qualità, forzando il diritto internazionale, con la costruzione di due carceri “speciali” in Albania, a Gjader e Shëngjin, dove seppellire e nascondere chi è sbarcato nelle coste italiane. E queste carceri serviranno a Rama come strumento di ricatto per entrare il Europa, grazie soprattutto all’appoggio del governo Meloni.
Migranti usati come merce di scambio per gli interessi dei governi e dei due Stati che rappresentano gli oligarchi, le banche, i padroni e che scaricano sulle masse e sui migranti i loro provvedimenti razzisti.
Quello sulle deportazioni antimmigrati in un paese terzo è un accordo illegittimo e come tale viene denunciato sia in Albania che in Italia, un accordo siglato in Albania senza alcuna consultazione pubblica che dimostra il disprezzo delle leggi e delle istituzioni albanesi da parte del suo presidente, Rama, disposto a tutto pur di entrare in Europa, anche cedere parte del proprio territorio alla giurisdizione di un altro Stato come quello italiano, un accordo voluto dal corrotto Rama che ha gettato fango su chi, in Albania, si era ribellato alla colonizzazione fascista italiana mentre ora lega nuovamente il suo paese allo Stato imperialista italiano che vede gli eredi del fascismo storico oggi al potere in Italia, rapporti che “affondano molto lontano, sono stati rapporti sempre costanti che vanno oltre gli interessi reciproci”, come ricorda Meloni. "Spero che i negoziati politici si possano aprire durante il semestre di presidenza di turno dell'Ue dell'Italia", nel 2028. "Noi faremo tutto quello che possiamo fare per aiutare l’Albania nella fase tecnica" che precede quella politica.
Intanto Meloni tira dritto nella violazione delle leggi internazionali pertanto in Italia sono i giudici che applicano le leggi a preoccupare il governo che coglie l’occasione per sferrare nuovi attacchi contro di essi. Esiste un'ordinanza della Corte d'appello di Roma che definisce illegittimo il protocollo Italia-Albania perché viola i trattati UE (l'Italia non poteva firmarlo con un paese extra-UE perché non ne ha la competenza in base alle regole UE) e la Corte di Giustizia UE si è espressa sulla stessa linea, pertanto uno stato membro non può designare un “paese di origine sicuro” senza garantire un controllo giurisdizionale effettivo e trasparente, né può mantenere tale designazione se nel paese non è assicurata protezione a tutta la popolazione, senza eccezioni così come sono illegali le procedure accelerate per i richiedenti asilo del cosiddetto "modello Albania". Inoltre la Corte dei Conti sta esaminando i costi e la gestione, con il rischio di aprire una verifica per danno erariale.
Ma a margine della firma di un accordo strategico con il governo di Tirana, la presidente del Consiglio rilancia e si dice “determinata ad andare avanti”. “Non tutti hanno compreso la validità del modello” del Protocollo Italia-Albania sui migranti, dice Meloni. “Tanti hanno lavorato per frenarlo o bloccarlo ma noi siamo determinati ad andare avanti, perché è un meccanismo che ha la potenzialità di cambiare il paradigma sulla gestione dell’immigrazione", sottolinea. “Quando entrerà in vigore” il nuovo Patto europeo su migrazione e asilo, il prossimo giugno, “i centri” al di là dell’Adriatico “funzioneranno come dovevano funzionare dall'inizio: avremo perso due anni per finire esattamente com'era all'inizio. La responsabilità non è la mia, arriveremo due anni dopo a fare esattamente quello che potevamo fare due anni prima. Penso che ciascuno si assumerà le sue responsabilità”.
Il “cambio di paradigma sulla gestione dell’immigrazione” voluto da Meloni non è altro che l’attuazione di politiche repressive e razziste con deportazioni, espulsioni, quello che i fascisti in Europa e negli Usa chiamano “remigrazione”. I centri voluti da Meloni sono finanziati dal nostro governo che ha costruito le due carceri in Albania ma scaricati sui lavoratori e le masse popolari con il taglio dei fondi per interventi per la messa in sicurezza del territorio contro le calamità naturali, i terremoti, fondi per il lavoro, la sanità e la scuola.
Ma non si è discusso solo di migranti a Villa Pamphilj.
L’Italia è anche il primo partner commerciale di Tirana, sono circa 3.000 le imprese italiane che attualmente lavorano in Albania. Non a caso erano presenti all’incontro anche i vertici di Cassa depositi e prestiti, Simest, Sace e Leonardo.
Da meltingpot:
“Negli ultimi dieci anni, l’Italia ha impresso un’importante accelerata alla delocalizzazione delle sue imprese. Questo processo ha avuto conseguenze neocoloniali non solo sul piano economico, ma anche sfruttando la manodopera sottopagata dei cittadini albanesi. Migliaia di giovani albanesi continuano a lavorare da anni in condizioni svantaggiose nei call center italiani. Secondo i dati ufficiali di Info Mercati Esteri, nel 2021, si contavano circa 2675 aziende con capitale italiano in Albania e circa 20.000 italiani che transitavano nel paese, numeri che oggi sono ancora più alti. Questo rappresenta un chiaro esempio di come l’Italia sfrutti la forza lavoro in Albania, beneficiando di minori tasse, maggiori profitti e bypassando le normative europee che sarebbero invece vincolanti in Italia. “
Gli accordi firmati abbracciano un’ampia gamma di ambiti strategici, come riporta il comunicato stampa del governo italiano: difesa, sicurezza, energia, protezione civile, sanità, cultura e sviluppo economico. Tra i più rilevanti figurano l’Accordo intergovernativo “G2G”, il Memorandum d’intesa sulla collaborazione in materia di sicurezza cibernetica e diversi protocolli volti a rafforzare le capacità operative della Protezione Civile albanese, sostenuti anche attraverso finanziamenti e donazioni della Cooperazione italiana allo sviluppo. Nel settore della difesa e della sicurezza, sono stati firmati un Accordo di cooperazione tra i rispettivi Ministeri della Difesa, un Memorandum tra i ministeri dell’Interno per intensificare la lotta al traffico di stupefacenti e un’intesa tecnica che prevede la consegna, da parte dell’Italia, di due pattugliatori destinati alla Guardia costiera albanese.
Ma con chi ha firmato Meloni l’accordo per intensificare la lotta al narcotraffico? Con un narco-Stato! Riporta il sito Follow the Money: “Sotto la guida del Primo Ministro Edi Rama, l'Albania è diventata un narco-stato negli ultimi 10 anni. Le reti criminali albanesi sono sempre più attive in Europa. Ciononostante, l'UE continua a sostenere gli sforzi di Rama per diventare membro.”
Riportiamo la denuncia del magistrato Gratteri che si è occupato di mafia, oggi Procuratore della Repubblica del Tribunale di Napoli, sul quotidiano il Domani : alla domanda "Nel recente passato diversi osservatori e l'ex presidente Sali Berisha definivano l'Albania un narcostato, è un'esagerazione?
Gratteri: No, tutt'altro. I gruppi albanesi hanno iniziato a trafficare in marijuana per passare successivamente all'eroina, grazie ai rapporti con la mafia turca, e infine alla cocaina, di cui sono diventati broker internazionali. I proventi di queste attività hanno dato ulteriore potere economico e politico ai gruppi albanesi che hanno molte affinità con la 'ndrangheta, dal familismo ai rigidi codici comportamentali, basati sulla besa, il senso dell'onore e della parola data, dalla capacità di infiltrazione nel tessuto economico-finanziario al condizionamento del settore politico-amministrativo.
Domanda: Che ruolo ha la mafia albanese in Europa?
Gratteri: È molto forte. È presente nei porti di Rotterdam, Anversa e Amburgo; gestisce gran parte della cocaina venduta in Europa e controlla quasi tutte le piazze di spaccio a Londra. È una delle organizzazioni criminali che sta aumentando in modo esponenziale il peso della sua presenza a livello internazionale, consolidando il controllo su rotte di traffico, in particolare nel settore della droga, della prostituzione e delle armi. Grazie a una struttura molto impermeabile e a legami sinergici con altri gruppi transnazionali, i clan albanesi sono riusciti a infiltrarsi in vari mercati legali e illegali, aumentando la loro influenza non solo in Albania, ma anche in Europa e in altre aree del mondo."
Quindi prosperano profitti e criminalità organizzata grazie anche al governo Rama mentre circa il 20 per cento della popolazione albanese vive al di sotto della soglia di povertà, dove circa il 30 per cento dei giovani è disoccupato e lo stipendio medio si aggira intorno ai 600 euro al mese. I gruppi della criminalità organizzata sfruttano questa situazione investendo spesso denaro in immobili a basso costo per riciclare denaro e utilizzando le aziende locali come copertura ma non solo, infatti la criminalità organizzata si è insediata nel governo e nella magistratura.
"Fincantieri e Kayo costruiranno 7 navi in Albania"
"Sette navi saranno costruite a Pashaliman da un'impresa italo-albanese, in cui la parte italiana è Fincantieri e quella albanese è Kayo”, lo ha detto il primo ministro albanese Edi Rama nelle dichiarazioni congiunte con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine del vertice intergovernativo Italia-Albania, parlando del memorandum d'intenti tra Fincantieri e Kayo, preliminare alla convenzione tecnica per la costituzione di una Joint Venture per l'ammodernamento dei cantieri navali di Pashaliman.
Gli altri settori di interesse per il governo Meloni riguardano l’energia, le infrastrutture e trasporti con al centro l’ipotesi di realizzare il Corridoio VIII, la dorsale che parte dalla Puglia e arriva al Mar Nero passando per l’Albania, «per fare dell’Adriatico un corridoio strategico». Ma questo è solo propaganda perché l’Albania è attualmente il Paese in cui i lavori del Corridoio 8 sono più in ritardo e dove le linee ferroviarie sono in condizioni disastrose.
Per concludere, chi serve chi?
Meloni ha bisogno di Rama per la sua politica dei respingimenti razzisti e concepisce l’Albania come un protettorato, la versione attuale della storica colonizzazione fascista dell’Albania. Per le masse e per i lavoratori italiani i soldi non si trovano mai ma il governo Meloni ne trova 1 miliardo per le Guantanamo italiane in Albania in violazione dei diritti umani. E perché sia stata individuata proprio l’Albania da questo governo che rappresenta gli interessi della borghesia imperialista italiana lo conferma Fabrizio Bucci, ambasciatore italiano a Tirana: «L’Albania è davvero una ‘regione italiana’ dove tutti amano il nostro Paese e parlano la nostra lingua».
Ma l’Albania di Rama è a Meloni che punta per il suo ingresso in Europa e la questione dei Cpr italiani in Albania è il suo punto di forza e strumento di ricatto.
Strategie e obiettivi di un governo fascio-imperialista e di un reazionario a capo del governo albanese che convergono nella disumana, criminale, politica dei respingimenti antimmigrati e nel farla pagare agli immigrati e alle masse dei rispettivi paesi.
Intanto prosegue l'inferno quotidiano dei migranti nei lager di Stato italiani e la loro deportazione in Albania, come denuncia la rete NOCpr: "nei giorni scorsi una persona detenuta nel CPR di via Corelli a Milano è stata prelevata nella notte e deportata in Albania. Un fatto già di per sé gravissimo, che però in questo caso raggiunge un livello di disumanità inaudito.
La persona in questione, a detta di tutti coloro che l’hanno incontrata, mostrava segni di gravi problemi di salute mentale. È incomprensibile come un medico abbia potuto firmare un certificato di idoneità alla detenzione. Invece, per nove lunghi mesi è rimasta rinchiusa senza cure, abbandonata a se stessa, sospesa nel limbo della detenzione amministrativa: una condizione che tende a compromettere la salute mentale anche delle persone sane, figurarsi di chi ha già delle fragilità.
Quando è diventata “troppo scomoda”, le autorità hanno deciso di liberarsene come di un rifiuto, deportandola nei centri in Albania.
Ora si trova in un contesto ancor più crudele, dove non potrà accedere al sistema sanitario nazionale italiano e dove sarà estremamente difficile per associazioni e volontari offrirle anche la minima forma di sostegno.
Così poco vale una vita umana. Anche a Milano. In Italia. In Europa.
Basta non avere un documento in regola, basta essere nati dalla parte sbagliata del mondo...e la tua vita non vale più nulla."
Questo è l'ordinario razzismo di questo governo che dimostra di vuole andare avanti, sì, nel rafforzare deportazione e repressione dei migranti, nella violazione dei diritti umani.




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