sabato 15 novembre 2025

pc 15 novembre - Il legame tra la lotta di liberazione nazionale in Palestina e la guerra popolare di lunga durata in India ed il dovere internazionalista di sostenerle entrambe. Il momento è adesso!


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Negli ultimi anni le contraddizioni inter-imperialistiche si stanno intensificando, con l'aggravarsi della lunga crisi economica di sovrapprodduzione del 2008 i paesi imperialisti cercano margini di superprofitto maggiori sia nelle semicolonie che intensificando lo sfruttamento della propria classe operaia.

L'acuirsi di queste contraddizioni indica che la tendenza ad una nuova guerra imperialista mondiale si sta rafforzando, il formarsi di blocchi imperialisti, con da un lato i paesi europei e occidentali guidati dall'imperialismo USA e dall'altro Russia e Cina, è sintomo chiaro di cio'.

Lo scontro inter-imperialistico in Ucraina, l'aggressione al popolo palestinese e ai popoli del Medio Oriente da parte dell'imperialismo USA e dello Stato sionista, vera e propria appendice dell'imperialismo, l'assedio militare al Venezuela, la "crisi di Taiwan" e cosi via, sono tra le più importanti, ma non le sole, faglie aperte dalle contraddizioni inter-imperialistiche che potrebbero sfociare in guerra mondiale.

Come ha affermato il presidente Mao: o la guerra rivoluzionaria ferma la guerra imperialista, o la guerra mondiale getterà le basi per una nuova ondata della Rivoluzione Proletaria Mondiale.

Il sistema imperialista mondiale nel suo sviluppo ovvero nello sviluppo delle proprie contraddizioni, trova degli ostacoli che sono rappresentati dai movimenti rivoluzionari e dalle lotte di liberazione nazionale dei popoli oppressi, essi sono i due aspetti della Rivoluzione Proletaria Mondiale contrapposta all'imperialismo.

Oggi la Rivoluzione Proletaria Mondiale si trova nella fase della difensiva strategica: assenza di paesi socialisti, movimento operaio debole nei paesi imperialisti cosi come nei paesi oppressi, debolezza delle lotte di liberazione nazionale, guerre popolari temporaneamente sconfitte in alcuni paesi e ancora nella fase della difensiva strategica in India e Filippine.

In tale contesto l'eroica Resistenza palestinese il 07 ottobre 2023 ha sferrato un colpo micidiale al colonialismo sionista, "risvegliando" non solo le forze dell'asse della resistenza nella regione e ponendo serie difficoltà all'occupante in Palestina, ma stimolando anche movimenti di solidarietà nei paesi imperialisti con la conseguenza di acuire la contraddizione tra il popolo e la classe dominante in quei paesi.

La Resistenza palestinese, rappresentata dal comando unificato della resistenza (di cui fanno parte Hamas, Jihad Islamica, Fronte Popolare di Liberazione della Palestina e altre 9 organizzazioni), con la

sua combattività e spirito di sacrificio nel perseguire la giusta causa del diritto all'autodeterminazione del proprio popolo ha infuso speranza e ottimismo ai proletari e ai popoli oppressi di tutto il mondo.

A migliaia di kilometri, in India, in questo enorme Stato entro i cui confini vivono decine di popoli, l'attuale regime di Modi vorrebbe schiacciare con metodi repressivi e fascisti tale molteplicità, riducendola alla sola identità hindu; contro tale piano l'unica alternativa è rappresentata dalla guerra popolare diretta dal Partito Comunista dell'India (Maoista) che assume un'importanza strategica per la Rivoluzione Proletaria Mondiale.

Infatti non solo l'India è il paese più popoloso del mondo, ma rappresenta un bastione dell'imperialismo yankee in Sud Asia sia in funzione anti cinese che come gendarme per conto americano nell'oppressione dei popoli in quell'area a partire da quelli che vivono dentro i propri confini e a quelli dei popoli vicini. Il PCI (Maoista) si è assunto il compito rivoluzionario di sviluppare una guerra di popolo contro uno Stato che vede al suo interno contraddizioni di classe legarsi alla questione delle caste, contraddizioni di oppressione nazionale, presenza di popolazioni tribali, gli adivasi, considerati dal governo cittadini di seconda classe.

In particolare con l'inizio del nuovo secolo in vaste aree del paese, sotto impulso del partito si erano sviluppate le janathana sarkars, i governi popolari in cui le terre erano state redistribuite ai contadini, era stato impulso ad eliminare le discriminazioni di casta e contro le donne: dei vari e propri autogoverni popolari si stavano quindi sviluppando nelle zone rivoluzionarie complessivamente chiamate Zona Compatta Rivoluzionaria in cui vivevano decine di milioni di persone.


Resistenza palestinese e Guerra Popolare in India rappresentano due fari per la Rivoluzione Proletaria Mondiale e la liberazione dei popoli del mondo. Non a caso il PCI (Maoista) all'indomani dell'operazione Diluvio di Al-Aqsa l'ha salutata solidarizzando concretamente tramite l'organizzazione di manifestazioni nelle proprie aree di influenza ed emettendo dei comunicati e materiale di propaganda come alcuni poster.

I legami che intercorrono tra le differenti lotte rivoluzionarie e di liberazione dei popoli non sono meramente idealistici ma veri e propri legami materiali e strategici perché combattono contro lo stesso nemico: l'imperialismo in quanto sistema mondiale, seppur nei singoli contesti esso è impersonificato da regimi e governi diversi ma che ne servono gli stessi interessi.

In tal senso la lotta del popolo palestinese e quella dei rivoluzionari e dei popoli in India sono intrecciate più di quanto sembri.

Infatti il regime sionista e la borghesia burocratico-compradora indiana (ed in particolare l'attuale regime hindutva di Modi) hanno messo in piedi un'alleanza strategica negli ultimi anni.

I legami non sono solo politici, economici e militari, ma hanno una solida base ideologica con vari punti di contatto tra l'ideologia sionista e l'ideologia hindutva (come ben esposto dall'opera di Amrit Wilson).


 

Entrambe le ideologie, che si sviluppano in società coloniali/semicoloniali e semifeudali, si basano sulla spoliazione della terra dei popoli: come il sionismo teorizza l'occupazione di un'intera nazione, la Palestina, il regime hindutva ha accelerato cio' che era stato iniziato dall'imperialismo britannico e poi dal regime indiano a partire dall'indipendenza formale, ovvero la spoliazione dei popoli non hindu dentro i confini dell'India, ed in particolare degli adivasi, a beneficio della borghesia compradora e delle grandi aziende e multinazionali dei paesi imperialisti.

Entrambe le ideologie teorizzano la superiorità di un gruppo social/religioso che predomini sulla società al servizio del sistema di produzione dominante, quindi entrambe le ideologie sono degli strumenti al servizio del dominio imperialista in Medio Oriente e Sud Asia mentre opprimono i popoli di quelle regioni.

Come corollario, sia il regime sionista che quello hindutva, utilizzano il genocidio come strumento di guerra rispettivamente contro i palestinesi e gli adivasi.

Tutto cio' si concretizza in una solida partnership strategica politica, economica e militare, come riportato dalla rivista indiana marxista-leninista-maoista Nazariya:

Il sostegno dell'India a Israele deriva dalla sua posizione di lacchè nei confronti dell'imperialismo statunitense, nonché dal ruolo attivo
che Israele svolge nell'aiutare l'India nella sua stessa repressione della liberazione nazionale e della lotta di classe. L'India ha importato il maggior volume di armi al mondo dagli anni '50, di cui Israele e Stati Uniti sono i maggiori fornitori. L'India è ora il cliente numero uno di Israele e spende molto in droni, sistemi missilistici, sensori, radar e sistemi elettro-ottici. Queste vendite sono reciprocamente vantaggiose, fornendo all'India armi ad alta tecnologia e a Israele denaro contante... Dal 2001, almeno otto capi della difesa di Israele e India hanno visitato l'altro paese. Gli "apparati di sicurezza nazionale si confrontano sulla sicurezza interna..." e hanno persino un "Gruppo di lavoro congiunto per la lotta al terrorismo" istituito nel 2002. La Marina indiana effettua regolarmente visite portuali nella città di Haifa controllata da Israele e ha persino condotto "esercitazioni di passaggio" con la Marina israeliana; "Centri di eccellenza" in vari stati indiani dove sono esposte le più recenti tecnologie orticole israeliane. Israele fornisce inoltre consulenza all'India sulla gestione e il riciclaggio e ha firmato un accordo di cooperazione tecnica con l'India per la gestione delle acque reflue. Israele istituirà due "Centri di eccellenza agricola" in Kashmir. Questo segnerà la prima presenza diretta di Israele sul territorio del Kashmir. Oltre alle armi, Israele ha anche sfruttato il suo crescente commercio di armi con l'India in altri settori. L'India ha acquistato la tecnologia Iron Dome di Israele, ampiamente pubblicizzata, lo strumento di sorveglianza Pegasus che ha utilizzato per colpire i prigionieri politici di Bhima Koregaon-16 e persino droni per effettuare bombardamenti aerei.
(da Nazariya N.3)

La partnership tra l'israeliana Elbit Systems e l'indiana Adani Group nel 2018 per la produzione dei droni Hermes 900, che sono stati lanciati sui civili a Gaza, sottolinea ulteriormente la collaborazione militare tra i due paesi. I buoni rapporti tra India e Israele avvantaggiano anche gli Stati Uniti, che notoriamente hanno sostenuto il colonialismo d'insediamento "israeliano" ad agire come loro rappresentante in Medio Oriente. (da Nazariya N.4)

Dopo l'operazione Diluvio di al-Aqsa e la conseguente emigrazione all'estero di alcuni coloni sionisti, l'India ha inviato allo stato sionista manodopera indiana per sopperire a tale mancanza.

Mentre in queste due aree geografiche strategiche per l'imperialismo si sviluppano due regimi oppressivi e genocidari è necessario praticare in maniera sempre più conseguente l'internazionalismo proletario, cio' sta diventando una necessità sempre più urgente.

Negli ultimi mesi la rivoluzione indiana sta attraversando una congiuntura difficile a causa dell'intensificarsi dell'operazione militare repressiva Kagaar portata avanti dal regime Modi che ha avuto come apice l'assassinio del segretario generale del partito, il compagno Basavaraj insieme ad altri 26 compagni lo scorso maggio, a cio' si è aggiunto l'assassinio di decine di rivoluzionari ed il cedimento ideologico e successivo tradimento da parte di un gruppo di ex compagni che hanno consegnato le armi. Nonostante questo il PCI (Maoista) continua a resistere e ha annunciato che l'unica via è quella della guerra di popoli per la rivoluzione di nuova democrazia e per il socialismo (il documento è stato tradotto in italiano e pubblicato su questo blog lo scorso 12 novembre).

Allo stesso tempo la Resistenza palestinese, pur avendo inflitto dure perdite al nemico e, soprattutto, aver indotto, un movimento di solidarietà internazionale che ha isolato lo stato sionista a livello internazionale, ha dovuto firmare un cessate il fuoco tattico necessario per riorganizzarsi ma allo stesso tempo l'imperialismo ed il colonialismo sionista sono tutt'ora all'offensiva con l'idea di occupare Gaza mentre gli attacchi dei coloni contro i palestinesi si intensificano in Cisgiordania.

Mentre era in corso la mobilitazione di sostegno alla Palestina, il comitato internazionale a cui aderisce anche la nostra organizzazione, l'ICSPWI (Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India) ha lanciato nel corso di quest'anno diverse campagne di sostegno alla guerra popolare in India ma in dialettica con il sostegno alla Resistenza palestinese, ed in particolare nelle campagne internazionali dello scorso aprile e dello scorso luglio tale intreccio si è concretizzato sempre più nelle piazze italiane, brasiliane, ma anche episodicamente a Parigi lo scorso giugno durante l'ultima grande manifestazione che ha preceduto la liberazione di George Ibrahim Abdallah ed a Tunisi lo scorso aprile in occasione dello sciopero generale mondiale convocato dalla Resistenza palestinese per esprimere solidarietà alla propria lotta e per denunciare il genocidio in corso.

Nel corso di tali campagne, l'organizzazione palestinese Palestinian Democratic Youth Union (PDYU) ha espresso solidarietà agli adivasi e alla guerra popolare in India con queste parole:

La nostra lotta in Palestina contro l'occupazione e la cancellazione è profondamente legata alla lotta del popolo Adivasi per proteggere la propria terra, la propria cultura e il proprio stile di vita. Che sia a Gaza o nelle foreste dell'India, intere popolazioni vengono criminalizzate semplicemente per aver resistito al dominio e allo sfruttamento.
Invitiamo i giovani, gli studenti e le forze progressiste di tutto il mondo a far sentire la propria voce contro questi genocidi, a essere solidali con gli Adivasi e a chiedere la fine immediata dell'Operazione Kagar. Allo stesso tempo, riaffermiamo il nostro incrollabile impegno per la causa palestinese e la liberazione di tutti i popoli oppressi che lottano per la giustizia e la dignità.
Da Gaza a Bastar, da Dheisheh a Dantewada, la solidarietà è la nostra arma.

Negli ultimi due numeri di People's March, rivista del PCI (Maoista), usciti rispettivamente lo scorso gennaio e lo scorso maggio, vi sono degli articoli dedicati alla Palestina.

All'inizio dell'articolo uscito lo scorso gennaio si legge: I rivoluzionari comunisti di tutto il mondo celebrano il primo anniversario dell'eroica "operazione Alluvione di Al Aqsa". Da allora il mondo non è più stato lo stesso. [...] Oggi la lotta per la liberazione della Palestina, dopo un lungo periodo di ibernazione e isolamento dal mondo, è tornata ad essere il fulcro della politica mondiale.

Mentre alla fine dell'articolo pubblicato lo scorso maggio si afferma: "Ora la lotta di liberazione e il sostegno devono essere raddoppiati, arricchiti ed espansi per realizzare una lotta più ampia, insieme alla classe operaia del mondo contro il sistema imperialista mondiale".

I popoli in lotta in Palestina ed India sanno bene che il loro nemico è lo stesso, facciamo nostre queste parole e rilanciamo l'appello per una campagna prolungata a sostegno del PCI (Maoista) e della guerra popolare in India contro l'operazione Kagaar e l'obiettivo del regime Modi di "sradicare il maoismo entro marzo 2026", allo stesso tempo continuiamo a sostenere la Resistenza palestinese in questa fase in cui l'aggressione sionista e imperialista non si è fermata!

Il momento è adesso, in ogni paese in ogni città!

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